Fisiocratici. Scuola di economisti francesi del XVIII secolo, la prima ad applicare l' analisi quantitativa all' economia. I fisiocratici erano guidati da François Quesnay, il cui Tableau économique (Quadro economico, 1758) costituì la base della loro dottrina; altri importanti fisiocratici furono Pierre Samuel du Pont de Nemours e Victor Riqueti. I fisiocratici si opponevano alla prevalente dottrina del mercantilismo, che raccomandava di accumulare metalli preziosi per arricchire lo stato, anche mediante norme commerciali che evitassero l'esportazione di oro e argento. Sostenitori del diritto naturala , asserivano che il liberismo avrebbe spontaneamente prodotto una società prospera e che pertanto si doveva favorire il libero scambio. Essi sostenevano inoltre che solo l' agricoltura poteva produrre ricchezza, mentre il commercio e l'industria la facevano solo circolare e rifiutavano l'importanza attribuita dai mercantilisti al commercio internazionale. I fisiocratici esercitarono una notevole influenza durante gli anni Settanta del Settecento e le loro idee sull' economia di libero mercato ispirarono . Tuttavia, la loro visione dell'agricoltura venne rifiutata proprio da Smith e dal suo discepolo David Ricardo : la teoria del valore basato sul lavoro, contrapposta a quella fisiocratica, ha appunto origine dalle opere di questi due economisti.
I fisiocratici credevano inoltre che esistesse un giusto prezzo naturale che sarebbe prevalso nel libero mercato e che i profitti della terra spettassero ai proprietari terrieri anziché ai cittadini. Essi vengono pertanto giudicati sistematizzatori di idee economiche moralistiche medievali e non fondatori dell'economia moderna. I fisiocratici acquisirono potere quando Anne Robert Jacques Turgot, loro stretto alleato, fu nominato controllore generale di Francia nel 1774. Quando egli venne destituito, nel 1776, i fisiocratici superstiti furono esiliati. Alcune politiche associate alla rivoluzione francese, come la liberalizzazione del commercio del grano (1789) e l'imposta sui terreni (1790), si formarono sulle loro idee.


Gli autori sono: Marco Anelli, Giorgio Tito Baroero, Benedetto Callea, Flavio Grosso, Gianfranco Licari, Luca Tordella.