

 
I
colleghi del commissario De Luca: Lucio Trevisan.
di Daniele Cambiaso.
Al modello “forte” di “Notti e nebbie”, ha
guardato più recentemente Lucio Trevisan, autore di una serie di
romanzi ambientati negli anni ’30 e legati ad alcune vicende
particolarmente significative come l’attentato a Mussolini di Violet
Gibson (“Il naso di Mussolini”, 1998), il caso Girolimoni (“Il
mostro di Roma”, 2002) e il caso Matteotti (“Prova di forza”,
2001). I suoi romanzi sono caratterizzati da un ingente sforzo di
documentazione, con alterni risultati a livello narrativo. Protagonista
del ciclo è il commissario Epifanio Pennetta, che risulta essere una
figura di investigatore non particolarmente brillante, ma estremamente
meticolosa, scrupolosa, metodica e tesa alla ricerca della verità anche
a costo di creare delle frizioni con le alte sfere del Regime. Diventa
perciò sorprendente la sua metamorfosi nell’ultimo romanzo “L’ombra
del passato” (incluso nella raccolta “Pennetta indaga”,
2002), dove troviamo invece un Pennetta cinico e brutale, in forza alla
polizia repubblichina, alle prese con un’inchiesta dai pesanti risvolti
personali; in questo caso si fa manifesta un’adesione piuttosto
impersonale al modello di Castellaneta, con la reiterazione talvolta
fastidiosa di stilemi e soluzioni narrative.
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" Roma 7
Aprile 1926:
l’irlandese Violet Gibson spara a Benito Mussolini ferendolo al naso.
L’attentato avrebbe potuto cambiare la storia italiana, ma non fu così,
fermò soltanto per qualche ora la baldanza del duce.
L’arte del romanzo, unita a un faticoso lavoro di ricerca negli archivi di
Stato, ci suggerisce ora irresistibilmente una storia più segreta: quella
di Epifanio Pennetta - un ostinato investigatore innamorato di una donna
misteriosa e inaffidabile - che si mette sulle tracce di una straniera in
possesso di un passaporto falso e di una rivoltella che non doveva avere.
E’ un’inchiesta testarda quella del commissario Pennetta, convinto che
quell’indagine non sia affatto una perdita di tempo come ritengono i suoi
superiori. Forse è in atto un folle progetto di tagliare la strada al
fascismo che, assorbita la crisi del delitto Matteotti, naviga a gonfie
vele. "
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