



I
colleghi del commissario De Luca: Ben Pastor.
di Daniele Cambiaso.
Figura enigmatica,
sicuramente tormentata è anche quella del capitano della Wehrmacht
Martin Bora, creato da una scrittrice americana ma italiana di
nascita, Verbena Volpi, in arte Ben Pastor. Aristocratico, colto,
eccellente suonatore di pianoforte, discendente addirittura di Lutero,
vive il conflitto e le indagini che si trova casualmente a svolgere con
intensa problematicità, manifestando di avventura in avventura il
maturare di un progressivo allontanamento dalla barbarie del nazismo.
L’Italia della guerra
civile è teatro di due sue inchieste, prima in “Luna bugiarda”
(2002), nel quale indaga sull’uccisione di un gerarca fascista nella
zona di Verona verso la fine del 1943, poi in “Kaputt mundi”
(2003), dove maestra di cerimonie è la Roma del 1944, con le atrocità
perpetrate dai nazisti alle Fosse Ardeatine e la persecuzione degli
ebrei. Sullo sfondo di questi tragici eventi, Bora deve fare luce su un
delicatissimo caso di triplice omicidio. In queste due vicende spicca il
carattere di Bora grazie anche al complesso rapporto che instaura con
l’ispettore Guidi, un poliziotto italiano che guarderà al
soldato-detective dapprima con diffidenza poi con stima, mettendolo
infine a parte della sua sofferta decisione di entrare a far parte della
Resistenza, abbandonando così quella “zona grigia” di attendismo nella
quale sembrava essersi inizialmente rifugiato grazie al suo lavoro di
questurino.