Processo conoscitivo e prove dell’esistenza di Dio
Il ragionamento ora si sposta sulla dimostrazione dell’esistenza delle cose che stanno intorno a noi. Metodo: nella mente ho tre tipi di idee:
Innate (idea di Dio)
Avventizie (di cose esterne)
Fattizie (di cose inventate)
Le ultime due categorie, però potrebbero essere state prodotte dalla nostra fantasia, l’unica cosa che non possiamo aver inventato noi è l’idea di Dio: dato che siamo finiti e imperfetti, non possiamo aver creato un’idea perfetta e infinita come Dio: la causa di un’idea deve avere almeno tanta perfezione quanta ne ha l’idea creata. Così facendo, Cartesio ci fornisce una
1ª prova dell’esistenza di Dio) A priori: tale sostanza deve essere ammessa come già esistente.
2ª prova dell’esistenza di Dio) A posteriori: L’uomo è finito e non si è creato da solo, altrimenti si sarebbe dato tutte le perfezioni che conosce, quindi l’artefice dell’Uomo deve essere Dio.
3ª prova dell’esistenza di Dio) Ontologica: l’essere implica già perfezione. (Concetto già elaborato da sant’Anselmo e dalla metafisica di Aristotele)
Una volta dimostrata l’esistenza di Dio le cose esterne esistono per forza perché Lui garantisce la loro esistenza. Se io posseggo idee di cose esterne è Dio che garantisce la corrispondenza tra idee e cose: la Verità è adeguazione tra intelletto e cosa . La causa dell’errore risiede nella volontà umana che è illimitata e libera e può accettare e affermare anche idee che non sono completamente chiare all’intelletto e quindi conduce all’errore: quindi l’uomo erra quando non segue il metodo e dice che una cosa è certa quando è incerta.
    
Interazione fra anima e corpo
Si apre quindi il discorso del “dualismo cartesiano”: la realtà e divisa in res cogitans (sostanza pensante, inestesa, consapevole e libera) e res extensa, cioè la sostanza naturale, i corpi, che occupano spazio e non sono coscienti. Corpo e anima, secondo Cartesio, comunicano attraverso una ghiandola detta ghiandola pineale posta alla base del cervello, che è molto sensibile.
Cartesio formula inoltre le tre regole della morale provvisoria:
1) Obbedire ai costumi e alle leggi del proprio Paese conservando la religione tradizionale e seguendo le opinioni più moderate.
2) Agire con risolutezza e seguire con costanza la propria strada (perseveranza)
3) Cercare sempre di vincere se stessi piuttosto che la Fortuna perché non vi è mai nulla interamente in nostro potere.