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THOMAS HOBBES Contesto storico Thomas Hobbes vive in un periodo storico molto contrastato: nell’Inghilterra del tempo gli Stuard hanno tendenza ad accentrare il potere nelle mani della Corona. Si sviluppano i presbiteriani che vorrebbero le elezioni dal basso dei membri della Chiesa: per avere una struttura gerarchica della Chiesa meno verticistica. All’interno del conflitto civile tra monarchia e parlamento si formano due schieramenti nel 1642: il re e i “realisti” contro il parlamento. Hobbes è monarchico, per la sua naturale avversione per il caos rivoluzionario e perché è precettore di membri di importanti famiglie: perciò, se-condo lui, solo un monarca può ristabilire l’ordine. Scrive tre opere: de cive, de corpore, de homine, riuniti in un solo libro: elemeta philosophiae; scrive anche il “leviatano”, a carattere politico. La conoscenza Hobbes si distacca da Cartesio e Spinoza: è sensista: pensa che la conoscenza derivi dai sensi, non dalle idee innate. È un meccanicista: la sensazione viene spiegata attraverso il movimento: una pressione che genera nell’uomo un’immagine o un “fantasma”, così si formano nell’intelletto le idee delle cose, nate da un insieme di sensazioni, si creano collegamenti e se uno ha già conosciuto, ricorda: Hobbes elabora un concetto corporeo di anima. La connessione tra le cosa e immagine è un tipo di conoscenza, ma non è un grado di conoscenza ancora propriamente umana: la vera capacità umana è quella di comunicare, il linguaggio: dare nomi alle cose, il che assolve anche una fun-zione mnemonica (dare i nomi alle cose serve per ricordarsele) e una funzione comuni-cativa. Ad un livello superiore della conoscenza si ha la scienza che, pur partendo dall’esperienza quanto a contenuto, si basa su dei rapporti logici costruiti sulla ragione. Nomi – proposizioni – sillogismi – dimostrazioni. La ragione si perfeziona con l’esercizio umano: il massimo grado di scienza è la filosofia, intesa da lui come la scienza delle cause generatrici. Ciò che ha una causa è corpo: esistono corpi naturali e artificiali . La tematica politica Hobbes indaga su come e perché si formino le società politiche. Posto che il concetto di bene è relativo, su una cosa tutti sono concordi: cioè che è bene conservare la propria vita e l’integrità del proprio corpo; perciò garantire la vita e la sicurezza della persona è compito dello Stato. Hobbes fa delle ipotesi su come si vivesse prima: l’Uomo viveva in uno “stato di Natura”, ossia una condizione nella quale non ci sono leggi a frenare gli impulsi u-mani, ciascuno possedeva la massima libertà possibile: Ius in omnia. Il diritto su tutti e tutto, anche di privare l’altro della sua vita, se necessario; non c’è torto o ragione, perché torto e ragione sono delle conseguenze delle regole. Dalla mancanza di leggi deriverà necessariamente scarsità di beni e risorse, così l’Uomo sarà portato a fare del suo meglio per sopravvivere; in questa situazione, quindi, l’uomo si comporta come un lupo, senza regole: Homo homini lupus. Condizione di insicurezza: sorge la necessità di limitare la libertà di ciascuno per avere sicurezza e ciò accade perché l’Uomo usa la ragione: gli uomini si mettono insieme e stipulano un contratto: ognuno promette a tutti gli altri di rinunciare alla sua libertà assoluta mantenendo solo il diritto alla vita e si sottomette ad un sovrano. Patto di unione di tutti i cittadini in uno Stato nella tradizione gius - naturalistica: l’individuo possiede per natura e per nascita alcuni diritti che valgono prima e oltre lo stato: vita, libertà, proprietà: PACTUM SOCIETATIS: è il patto con cui i singoli individui decidono di u-scire dallo stato di Natura e di unirsi in una società politica. La moltitudine diventa po-polo: acquisisce coscienza e volontà. PACTUM SUBIECTIONIS: Questo popolo si sottomette ad un’autorità e sceglie una forma di governo. Il potere può manifestarsi in due modi: Translatio imperii: totale trasferimento del potere nelle mani di uno solo Concessio imperii concessione del potere che però resta al popolo Hobbes critica la modalità societatis – subiectionis, perché così come il popolo ha deciso di dare, così il popolo può decidere di togliere. Inventa perciò il pactum unionis nel quale non ci sono passaggi intermedi fra l’acquisizione della coscienza da parte degli individui che diventano popolo e il trasferimento del potere nelle mani un sovrano. In venta inoltre il gius – positivismo: concezione filosofica per cui il diritto è positivo ; il diritto è sovrano e bisogna rispettarlo: dura lex sed lex; il sovrano ha anche il potere spirituale. |
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