Il problema del Male e della libertà
Se il mondo è finalisticamente ordinato, cioè tutto tende al sommo Bene e ancora, se ogni cosa è sottoposta e guidata dalla Provvidenza, dove va a finire la libertà dell’Uomo? Per Tommaso la libertà dell’Uomo esiste comunque. Dio ordina le cose che debbono accadere necessariamente (eventi atmosferici etc.) e quelle che accadono secondo libertà; Dio possiede la pre - scienza, cioè conosce le cose prima che accadano; ha predisposto che certe cose avvengano necessariamente e altre per libertà (anche se sa già cosa sceglierà l’uomo). Questo, perché Dio non vive nel tempo, ma nell’eternità: ha una visone globale del mondo: passato, presente e futuro. Dio ha anche la predestinazione, cioè sceglie alcuni e dà loro la beatitudine affinché siano salvati e dà loro la grazia divina, ma neppure così toglie loro la libertà. Si può dire che lo predestina ad attingere liberamente alla beatitudine.
«L’Uomo ha per natura il libero arbitrio e perciò il movimento verso la Giustizia non è prodotto da Dio indipendentemente dal libero arbitrio» Cioè, c’è una parte umana attiva in tutto questo. «Dio infonde il dono della Grazia in modo da muovere il libero arbitrio ad accettarla.» Il problema del Male viene risolto con la sua non - sostanzialità: l’ordine del mondo esige, per la sua perfezione, l’esistenza di gradi superiori e inferiori.
Il Male è di due tipi: pena e colpa. La pena è la mancanza di una parte necessaria alla completezza della forma. Questo male non è direttamente voluto da Dio ma è una conseguenza della creazione dovuta al solito ragionamento dei gradi (un uomo cieco è di un gradino inferiore rispetto all’uomo che ci vede). Il secondo, la colpa, consiste nel non aver compiuto un’azione che andava compiuta, (è il Male grave, perché è l’Uomo che decide il peccato). Ma anche se c’è la colpa, l’uomo ha una tendenza naturale al bene (habitus o sinderesi) che consiste nella VIRTÙ che può essere intellettuale o morale:
La virtù morale comprende Giustizia, Prudenza, Fortezza, Temperanza e l’insieme di queste e della virtù intellettuale dà all’uomo la felicità. Se poi a queste aggiungiamo le tre virtù teologali (Fede, Speranza, Carità) si raggiunge la beatitudine eterna.