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La metafisica Il titolo dell’opera in cui san Tommaso tratta quest’argomento è “De ente et essentia”; parte dalla distinzione di due concetti fondamentali: essenza ed esistenza. Dio è l’essere in cui l’essenza implica l’esistenza, quindi è necessario. Il finito è l’essere la cui essenza non implica l’esistenza, perciò, le cose materiali e finite non sono necessarie ma contingenti o possibili e derivano la loro esistenza da Dio attraverso la Creazione. Il concetto di Creazione è ciò che distingue Tommaso da Aristotele perché la creazione implica un momento volontaristico: un mutamento nella volontà di Dio che decide di creare, cioè decide di essere la causa efficiente. Essenza ed esistenza per Tommaso sono unite, mentre per Aristotele era il contrario. |
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Per Tommaso esistono diversi ordini di esseri: 1) Dio coincide con l’esistenza (necessario ed eterno) 2) Sostanze angeliche: dove essere diverso dall’esistenza (non c’è materia, ma sono create da Dio e quindi finite) 3) Sostanze dotate di materia e di forma: dove l’essenza ? esistenza (sono create finite e si moltiplicano in una serie di individui) L’essere di Dio e l’essere delle creature sono diversi, ma non sono totalmente opposti, bensì analoghi, cioè simili ma di proporzioni diverse. L’essere di Dio è per essenza (studiato dalla teologia), l’essere delle creature è di partecipazione (studiato dalla metafisica). Il rapporto tra essere sommo ed essere delle creature è esprimibile in tre modi: 1) Analogicità: esistenza di una proporzione 2) Univocità: stesso essere della stessa qualità e consistenza. È difficile credere alla tesi dell’univocità perché le creature sono finite e imperfette. 3) Equivoco: assoluta diversità tra i due esseri ma sorge il dubbio di come faccia il finito a congiungersi con l’infinito. |
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