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Il dissidio tra papato e impero Un’analoga crisi dal punto di vista culturale si ha nel campo delle discussioni giuridiche e politiche: comincia a venire fatto il rapporto tra potere spirituale e potere temporale che procede in parallelo con la distinzione tra Ragione e Fede: danno luogo a varie tesi come la tesi curialista che anteponeva il potere spirituale a quello temporale, movimento di cui fa parte il papa Innocenzo III (il suo pontificato va dal 1198 al 1216), ed Egidio Romano, discepolo di Tommaso d’Aquino che afferma che ogni autorità terrena dipende da quella del pontefice: infatti chi ha autorità sull’anima (che è superiore rispetto al corpo) deve essere considerato superiore a chi ha autorità solo sui corpi: il fine spirituale è superiore a tutti i fini mondani, per cui la filosofia è subordinata alla teologia, e ciò sta a significare che la Chiesa deve avere potere anche temporale. Dante sostiene una tesi opposta a quella precedente, che espone nel suo scritto “De monarchia” dove espone la teoria dei due Soli in cui parla della distinzione tra potere imperiale e papale e l’autonomia dei due poteri, stessa tesi sostenuta da Guglielmo di Ockham. Dal punto di vista politico nasce un nuovo pensiero con Marsilio da Padova (Mainardini). Nel 1275 scrive il “Defensor pacis” e, in quest’opera sostiene questi concetti fondamentali: la legge è un concetto positivo nel senso di positum : è la ragione umana a giudicare ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, vantaggioso o meno per la comunità. Il legislatore dello stato non è Dio ma è tutto il popolo inteso come intero corpo dei cittadini o la sua parte prevalente, inoltre la legge è un giudizio della ragione, un comando a cui è associata una sanzione. Il discorso di Marsilio è importante perché nega la legittimità della pretesa del papato di esercitare il potere legislativo, ciò sarebbe una caduta nel caos. La filosofia di Marsilio è molto moderna e rappresenta l’evoluzione politica del periodo. |
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