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BLAISE PASCAL Si dedica a studi di matematica e fisica; infatti scrive un trattato sulle sezioni coniche e inventa una piccola calcolatrice. Fa una serie di studi sul vuoto e sul calcolo delle probabilità all’interno dell’Abbazia di Port Royal. Entra in polemica con i giansenisti che auspicano un ritorno ad Agostino, una concezione severa e inflessibile del comportamento. Giansenio diceva che il peccato originale ha inclinato l’uomo verso il male e gli ha tolto la possibilità di fare il bene; Pascal si schiera dalla parte degli oppositori di questa dottrina; i gesuiti, anche se più tardi avrà dei ripensamenti. La filosofia con Pascal diventa una riflessione sull’esistenza umana: l’infinito tormento che l’uomo sente dentro di sé: dottrina dell’esistenzialismo (Heideger e Sartres). Pascal era un uomo molto riflessivo: il suo pensiero filosofico parte dalla filosofia di Cartesio ma la polemizza. Miseria dell’Uomo e divertissement La filosofia per Pascal, è l’analisi dell’esistenza umana, e quindi analisi dell’uomo che è un mostro incomprensibile; ha tante risorse, ma non è mai soddisfatto di sé. L’uomo è microcosmo; ha dentro di sé tante realtà e tanti aspetti, ma il suo dramma vive tra il polo del desiderio della felicità (inappagato) a dall’altro quello del timore della morte. L’uomo è turbato e smarrito, argomento che verrà poi ripreso dal movimento del romanticismo. Nonostante viva in un conteso di miseria, l’uomo ha la coscienza di esserlo, ed è questo che lo rende grande. Tutto ciò viene riassunto nella sua opera “I Pensieri”, dove formula quest’interessante metafora: l’uomo è una canna, fragile come essa, ma è una canna pensante, e in ciò consiste la sua grandezza. L’interrogativo fondamentale per Pascal è quello sul senso della vita: è mostruoso che gli uomini non si pongano tante domande: il loro atteggiamento nel mondo è il divertissement . Questo atteggiamento è la manifestazione più visibile della tendenza dell’Uomo a uscire fuori di sé e superare i limiti e le sofferenze della sua condizione; è uno degli aspetti più evidenti della miseria della condizione umana. «Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l’ignoranza, hanno risolto, per vivere felici, di non pensarci»; senza il divertimento ci sarebbe la noia che indurrebbe gli uomini a scrutare in profondità. Il divertissement è la più grande delle miserie umane: addirittura la noia sarebbe più desiderabile di esso, ma ci sono tre vie per uscirne: una è la Scienza, l’altra è la Filosofia e la terza è la Fede. La Scienza consente risultati e progresso, ma anche la Scienza si basa su dei principi primi indimostrabili che assume come assiomi o postulati: ha il limite dell’esperienza; funziona nel mondo nel quale avvertiamo delle sensazioni. Il punto debole della filosofia, invece, è quello di porsi sì, delle domande sull’esistenza dell’uomo, ma di non saperne trovare una risposta. |
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