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SANT’ANSELMO Siamo intono all’anno 1000: sant’Anselmo nasce ad Aosta, si trasferirà poi in Normandia; scrive il Monologion (monologo) e il Proslogion (dialogo). Sant’Anselmo fornirà varie prove dell’esistenza di Dio, che divide in due principali tipologie: A PRIORI (Proslogion): Sono quelle che partono dall’essenza di Dio per arrivare a dedurre la Sua esistenza (a prescindere dell’esperienza): è un mera riflessione sul concetto di divinità. Prova ontologica: dall’essere di Dio si arriva alla sua esistenza. Poiché Dio è l’essere perfetto per eccellenza, deve necessariamente possedere la perfezione dell’esistenza, altrimenti sarebbe tutt’altro che perfetta. Esistere vuol dire già di per sé essere perfetti (dietro a questo discorso si cela la metafisica di Aristotele). A POSTERIORI (Monologion) Partono dell’esperienza per dedurre l’esistenza. Quando sant’Anselmo vede che, nella gerarchia del mondo tutto tende al bene, deduce che deve esserci qualcuno che è stato ordinatore di queste cose. (ex fine) E poiché il mondo è strutturato in modo piramidale, per la sua completezza esige che ci siano dei gradi inferiori e dei gradi superiori. Se esistono delle cose belle e perfette, ci sarà anche il massimo grado di perfezione e di bellezza. (ex gradu) Intorno all’anno 1000 diventa un concetto principale del dibattito il problema degli universali che sono dei concetti generali riferibili a più oggetti e individui che sono posseduti da noi. La domanda è se esistono realmente o solo nella mente umana. Il problema è importante perché segnala il risvegliarsi dello spirito critico nell’uomo: fino al 1000 nessuno dubitava che questi universali fossero delle idee presenti nella mente di Dio e impressi nelle cose durante la creazione. Prevaleva un’impostazione realistica: il pensiero e il linguaggio rispecchiavano esattamente la realtà così com’è. Questo significa che si possa parlare di problemi metafisici e che l’uomo possa sempre raggiungere la verità e la certezza in questa verità perché garantita da Dio (Verità: adeguazione dell’intelletto e delle cose). Questa certezza comincia a vacillare e, dal 1100 in poi si guarda al mondo da un punto di vista filosofico. Si dice che gli universali non sono degli strumenti di Dio ma sono strumenti del processo conoscitivo umano, sono dei concetti che ci inventiamo noi per classificare le nostre idee. Qui la Scienza inizia a dividersi dalla Fede, inizia a diventare impossibile la possibilità di avere dei risultati certi con cose in rapporto con noi. Il problema si dibatte per due secoli che si distinguono in due principali gruppi: il realismo e il nominalismo. Il realismo è la posizione secondo cui gli universali esistono nella realtà, per il nominalismo invece, non sono altro che nomi. |
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