SCOLASTICA
Dal VIII sec, inizia la Scolastica dal latino “scholasticus”: l’insegnante delle arti del trivio e del quadrivio, che poi verrà inteso come l’insegnante di teologia e filosofia. Emerge il tema della scuola, una stretta connessione con il tema dell’apprendimento, con l’obbiettivo di far comprendere all’uomo la realtà rivelata. Accanto alla ragione si colloca l’auctoritas: l’insieme di tutte le fonti, certe e indiscusse sul tema religioso: le parole del papa, le lettere del papa, la Bibbia, le encicliche, le decisioni dei concili etc. La ragione può indagare ma limitata dall’auctoritas: il principio d’autorità (richiama una dimensione sacrale). Si riprende la dottrina di Agostino, Aristotele, e si cala nel contesto cristiano perché si riteneva che la filosofia greca fosse giunta al culmine della sapienza possibile anche se mancante della Rivelazione.
La filosofia medioevale è il prodotto delle condizioni storiche, politiche, sociali del feudalesimo: vedere il mondo come gerarchicamente ordinato e perfetto. Ogni cosa ha il suo posto e il suo ordine. Il sistema aveva come fondamenti Chiesa, Impero e le istituzioni sociali, la struttura era molto solida ma basata sulla guerra.
Dal 1000 in poi l’economia, pur restando nella parte rurale si apre al traffico e al commercio. Ciò si riflette sull’uomo che dimostra più fiducia in se stesso, dunque raggiunge gli obiettivi che si era sempre fissato. I feudi cominciano ad emanciparsi, così, la filosofia, a partire dal 1200 esce dalle abbazie per entrare nelle Università che nascono più o meno nel XII secolo: in questo periodo si ha il massimo della scolastica che però si dissolve rapidamente.
San Tommaso e sant’Anselmo sono le pietre miliari della scolastica.