DECLINO DELLA SCOLASTICA
Nel XIII sec. i filosofi si accorgono che l’unione tra Fede e ragione non ha senso e ci arrivano principalmente grazie a due pensatori: Duns Scoto e Guglielmo di Ockham.
                         
DUNS SCOTO
Duns Scoto è un monaco francescano, studia a Oxford e Parigi, dove insegna all’Università, dalla quale però viene allontanato perché nella disputa tra Bonifacio VIII e Filippo il Bello prende le parti di Bonifacio. Con Duns Scoto si ha una svolta decisiva nella scolastica, destinata ad esaurire la sua funzione storica: la chiave di tutto ciò si trova ancora una volta nella filosofia aristotelica, che però viene interpretata da Duns in modo ancora diverso rispetto a Tommaso. Tommaso aveva cercato di introdurre l’elemento cristiano nella metafisica aristotelica, Duns invece interpreta la filosofia di Aristotele come il modello della vera scienza, fondata sulla dimostrazione razionale e su un procedimento critico, analitico e dubitativo.
Per Duns Scoto l’Aristotelismo serve a delimitare il campo della scienza e, come conseguenza, quello della Fede. Più che teologia, quella di Duns Scoto è metafisica: ci insegna un metodo scientifico, la cui conseguenza è che la scienza sta da una parte e la Fede dall’altra, Duns Scoto non crede nella scienza che deriva da un’illuminazione naturale (Agostino) ma solo in una conoscenza propria della ragione umana e limitata: ciò che oltrepassa i limiti della ragione non è più scienza, bensì è azione o conoscenza pratica o Fede, di qua deriva la netta separazione tra scienza e Fede, che nel periodo della Scolastica costituiva un inscindibile binomio. La scienza appartiene all’ambito teoretico, che non significa teorico, ma conoscitivo , la Fede a quello pratico:
Una volta ammesso che tutto ciò che non è dimostrabile razionalmente è puro oggetto di Fede, una regola pratica senza alcun fondamento necessario perde senso il tentativo scolastico di compattare Ragione e Fede.
Duns Scoto fornisce un elenco di proposizioni indimostrabili come: Dio esiste; Dio è vivo, è causa prima, è sapiente, è intelligente etc. etc. La certezza di tali affermazioni sta nella loro accettazione da parte dell’Uomo; dice che la conoscenza presenta due gradi: 
1- Intuitiva: Conoscenza dell’oggetto reale così come si presenta ai sensi.
2- Astrattiva: Conoscenza dell’Universale che è propria solo dell’intelletto.
L’oggetto della metafisica è la sostanza, intesa come ciò che è in comune alla cosa reale individuale e alla cosa pensata. Duns Scoto pensa che l’essere non sia analogo come per Tommaso, ma è univoco. Per quanto riguarda l’azione umana, essa è guidata dalla volontà che è libera ed arbitraria: l’uomo può decidere se scegliere la via suggeritagli dalla Fede oppure no; questa libertà si limita alla prima tra le decisioni: stare o non stare con Dio, le cui leggi sono i comandamenti e i precetti della Chiesa. Il carattere volontaristico della Fede sta nello scegliere se credere oppure no, e questo accresce il merito dell’Uomo.