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                   The Man From Utopia

                                                                                            

 

Ultimamente riascoltavo lo sballante Captain Beefheart e ho ripensato a Frank Zappa. Frank Zappa
Captain Beefheart è senz'altro un clone di Zappa, anche se Frank rimane Unico. Captain B. (al secolo: Don Van Vliet) ha testi che sembrano ispirarsi alla beat generation, anche se tanti affermano che i suoi sono solo degli sfoghi demenziali... Sulla scia dell'ascolto di Beefheart, dunque, ho ripassato in rassegna il materiale zappiano in mio possesso e sono giunto alla conclusione - definitiva - di essere un vero aficionado dello strabiliante Frank Vincent Zappa (Baltimora, Maryland, 1940 - Los Angeles, California, 1993). Il suo album che più mi ha colpito è "Waka Jawaka" (1973), e in particolare il primo track: Big Swifty. Ma metterei anche il blueseggiante "Chunga's Revenge" al primo posto dei lavori zappiani da me preferiti.

Lo stile di Zappa varia considerevolmente da un disco all'altro. Si può dire che lui è (non dico "era" perché secondo me dev'essere ancora vivo e durante ogni eclissi o passaggio di cometa ci fa ciao ciao da lassù agitando il joint) l'impersonificazione di un anarchico azionismo; e, in fondo, a questa sicumera, a questa rabbia felice e libertà d'espressione, dovrebbe aspirare qualunque artista - scrittori non esclusi.
Una volta che hai fatto tue le regole generali di un'arte (musica, pittura...) non dovresti pensare ad altro che a divertirti, "punto e accapo e dilagare", e non, invece, stare a tormentarti con restrizioni e barriere stilistiche, limare, rifinire, ecc. Purtroppo però non sempre questa felice anarchia è applicabile alla scrittura -almeno credo io-, e per questo chi scrive finisce irrimediabilmente con l'invidiare musici e pittori...

  Fin da "Freaks Out" (del '66; opera d'esordio dei Mothers of Invention che passa
per uno dei primi concept albums in assoluto e introduce nel contesto rock la musica sperimentale [influenze: Igor Strawinsky, Edgar
Varèse, Stockhausen, John Cage...]), il buon, vecchio Zappa è sempre rimasto fedele alle sue istanze anarco-sonore. Logico che ci sono
album in cui brani di altissima qualità si succedono ad altri che hanno il carattere di puro divertissement (vedi p. es. "Baby Snake"),
ma chi ci "ha fatto l'orecchio" saprà apprezzare questi e quelli, e trarne il giusto giovamento.
Esilaranti, nell'opera prima "Freaks Out", sono il quarto brano (Go Cry On Somebody Else's Shoulder) e il settimo (Wowie Zowie).
Una delle forze di Zappa consiste proprio nel suo umore pungente, nel suo sarcasmo. L'ultima sua opera in ordine di tempo finora in mio
possesso è "
Broadway the Hard Way" ('88), in cui "Mister Z" & consorti elevano il genere della parodia (divertente quella di Michael
Jackson e quell'altra sullo stile rap) a una forma d'arte a sé stante. "
Broadway the Hard Way" parrebbe quasi un reprise del più vecchio
"Roxy & Elsewhere" ('74); ma tutti gli album zappiani di genere satirico si sviluppano senza dubbio sulle fondamenta di "Freaks Out".
Parodistico definirei anche "Sleep Dirt" (79), anche se - con l'eccezione del primo pezzo - non mi sembra che musicalmente sia all'altezza
degli altri.

Per me Filthy Habits - track d'apertura di "Sleep Dirt" - dovrebbe far parte del repertorio di ogni bravo chitarrista. Qualche tempo fa,
un amico mi ha convinto a procacciarmi alcuni lavori di Ry Cooder. Mboh. Non dubito che Ry sia uno dei Grandi della chitarra, ma
personalmente preferisco il modo in cui questo strumento viene trattato da Zappa e da gente della sua medesima "razza" (Warren
Zevon, ad esempio). In qualità di amante del prog, anni fa comprai anche un CD di Anthony Philips (ex Genesis) con pezzi di sola
chitarra; ebbene, è uno dei prodotti più sterili che io abbia mai ascoltato. Ma conoscere persino queste bazzeccole serve se non altro
a poter fare raffronti, e a ricordarci la bravura - e il genio - di un Frank Zappa.

"Apostrophe-Overnight Sensation" ('73-'74) è chiaramente un tentativo di strizzare l'occhio al mercato (qui i testi sono un po' banali),
sebbene - dobbiamo ammetterlo - il tentativo viene pur sempre effettuato in maniera zappiana. Allora Zappa si era appena ripreso da
un brutto "incidente" che lo aveva costretto sulla sedia a rotelle: durante un concerto al Rainbow di Londra, uno spettatore (si dice
che fosse arrabbiato perché la sua ragazza si mostrava oltremodo soggiogata dalla carica sessuale del Nostro) si arrampicò sul palco
e spinse giù l'artista.
In "One Size Fits All" ('75) ci muoviamo nelle più alte regioni della creatività sfrenata; tutti i pezzi sono bellissimi, e possono fungere
da soundtrack a una corsa in auto attraverso il sud degli States (o anche... attraverso il sud d'Italia!).
"Bongo Fury", dello stesso anno, brilla per una chitarra oltremodo aggressiva che definirei à la Hendrix. In "Bongo Fury" fantastici
anche i testi; soprattutto Muffin Man mi ha fatto ridere da matti.
A conti fatti, gli album di Zappa migliori in assoluto sono, secondo me: "Chunga's Revenge" "Waka Jawaka" "One Size Fits All"
"Bongo Fury" e "Sheik Yerbouti", che è sicuramente l'output zappiano più conosciuto.

Ma ovviamente dovrò procurarmene tanti altri prima di poter dare un giudizio definitivo. Comunque Zappa è "flippante" in ogni situazione:
basti ascoltare gli "intro" di "Absolutely Free" e di "Baby Snakes" per capire che i suoi epigoni hanno - e avranno - vita dura: come poter
dire qualcosa di nuovo, dopo che Zappa ha esplorato tutti i paesaggi, tutte le possibili soluzioni espressive? E infatti: al confronto del suo
sound, la roba che si sente oggi sembra suonata da babies immaturi, le voci che ci giungono dalla radio e dagli altoparlanti delle discoteche
sembrano provenire direttamente da Disneyland. (Disneyland, Hollywood e il mainstream discografico sono i mondi che Zappa ha sempre
gioiosamente messo sotto torchio.) Nel negozio in cui sono solito recarmi, ieri ho visto che hanno anche il leggendario "200 Motels" - sono
anni che me lo voglio procurare -, ma il prezzo mi ha messo paura; aspetterò che lo ribassino... Oppure lo tirerò giù da Internet!

 

DISCOGRAFIA (APPROSSIMATIVA!) di Frank Zappa

Freak Out (66), Absolutely Free (67), We're Only In It For The Money (67), Lumpy Gravy (67), Ruben And The Jets (68), Mothermania (68), Uncle Meat (69), Weasels Ripped My Flesh (70), Chunga's Revenge (70), Hot Rats (70), Burnt Weeny Sandwich (70), Live At Fillmore East (71), 200 Motels (71), Just Another Band From L.A. (72), The Grand Wazoo (72), Waka Jawaka (73), Overnight Sensation (73), Apostrophe (74), Roxy and Elsewhere (74), One Size Fits All (75), Bongo Fury (75), Zoot Allures (76), In New York (78), Studio Tan (78), Sheik Yerbouti (79), Sleep Dirt (79), Joes Garage (79), Tinseltown Rebellion (81), You Are What You Is (81), Shut Up n'Play Yer Guitar (81), Ship Arriving Too Late To Save A Drowning Witch (82), Baby Snakes (83), The Man From Utopia (83), Zappa Vol.1 (83), Them Or Us (84), Thing-Fish (84), True Glove (84), Francesco Zappa (84), Frank Zappa Meets Mothers Of Prevention (85), Does Humor Belong In Music? (86), Jazz From Hell (86), Zappa Vol.2 (86), Guitar (88), You Can't Do That On Stage Anymore Vol.1 (88), Orchestral Favorites (89), You Can't Do That On Stage Anymore Vol.2 (88), Broadway the Hard Way (88), You Can't Do That On Stage Anymore Vol.3 (89), The Supplement Tape (90), The Best Band You Never Heard In Your Life (91), You Can't Do That On Stage Anymore Vol.4 (91), Make A Jazz Noise Here (91), You Can't Do That On Stage Anymore Vol.5 (92), You Can't Do That On Stage Anymore Vol.6 (92), Playground Psychotics (92), The Yellow Shark (93)


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       Zappa, Frank  Broadway the Hard Way                      Cohen (I)                        

 

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