INCHIESTA: IL FUTURO DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNE EUROPEA
Qual è il futuro della PAC (Politica Agricola Comune)? Quali gli effetti della revisione di medio termine della Commissione Europea? Quali invece i "buchi neri" della PAC? E cosa ci si deve aspettare dal semestre francese? Sergio Nava indaga, in questa inchiesta dedicata al mondo dell'agricoltura europea.

PRIMA PUNTATA

Europa e Politica Agricola Comune: un binomio che ha accompagnato fin dalle origini la costruzione del progetto comunitario. Un binomio, però, che oggi rischia di divenire totalmente anacronistico. Sergio Nava inizia un'inchiesta nel futuro (ma anche nel presente) di quella che in gergo si definisce PAC.

Un flusso di sussidi annui pari a circa 57 miliardi di euro: è quello che -tra fondi destinati alla politica agricola comune e allo sviluppo rurale- l'Europa erogherà nel settennato 2007-2013 agli agricoltori di tutta l'Unione. In percentuale, quasi il 40% dell'intero bilancio comunitario. Tutto questo per una categoria che occupa solo il 5% dei cittadini comunitari e genera poco meno del 2% del Pil europeo. La sproporzione con i fondi comunitari destinati alle politiche di coesione e dei fondi strutturali (che assorbono il 33% del bilancio), nonché con quelli indirizzati alla competitività e all'occupazione (13%) è evidente. L'Europa continua -di fatto- a finanziare un settore con logiche anacronistiche.

SECONDA PUNTATA

Prosegue l'inchiesta di Sergio Nava nel mondo della Politica Agricola Comune europea. Ci occupiamo delle più recenti proposte di revisione, avanzate poche settimane fa dalla Commissione di Bruxelles.

Incremento delle superfici coltivate, fine delle quote latte, ulteriori disaccoppiamenti dei sussidi dalla produzione agricola. Infine, maggiori contributi allo sviluppo rurale. Sono questi i principali elementi della revisione di medio periodo della PAC, proposti da Bruxelles, che intende così modernizzare il settore. La proposta di Bruxelles dovrebbe essere approvata -resistenze dei singoli Stati europei permettendo- il prossimo novembre, in attesa del duro negoziato sulla più generale riforma del bilancio europeo, previsto per il prossimo anno.

TERZA PUNTATA


Tra le maggiori novità in cantiere nella riforma di medio periodo della Politica Agricola Comune c'è anche quella della revisione del "sistema delle quote latte". Ce ne occupiamo nella terza puntata dell'inchiesta di Sergio Nava sulla PAC europea.


Quote latte in pensione dal primo aprile 2015: Bruxelles intende mandare in soffitta uno dei meccanismi più controversi della Politica Agricola Comune, che tante proteste ha scatenato negli ultimi decenni, soprattutto in Italia. L'idea è quella di guidare la loro estinzione con una manovra ad atterraggio morbido. Un atterraggio che prevede un incremento dell'1% degli attuali tetti produttivi fino al 2014: gli allevatori italiani passeranno così da un output attuale, pari a 10,7 milioni di tonnellate, a uno di 11,2 nel 2014. Ma per il Ministro dell'Agricoltura Luca Zaia questo incremento temporaneo delle quote è insufficiente. Zaia chiede fin da subito quote latte maggiori per l'Italia. Anche perché il nostro Paese paga una percentuale considerevole di multe, a causa dei continui sforamenti. Multe che -nelle intenzioni di Bruxelles- resteranno in vigore fino al 2011.

QUARTA PUNTATA

La politica agricola comune europea presenta anche delle zone grigie e dei buchi neri ancora poco chiari. Chi riceve i soldi da Bruxelles? Sergio Nava se ne occupa nella quarta puntata dell'inchiesta dedicata alla PAC.

Tre-quattro milioni: sono queste le stime informali forniteci dalla Commissione Europea sul numero di agricoltori e di aziende beneficiari dei fondi comunitari destinati alla politica agricola comune. Chi siano però queste persone non è dato -almeno ufficialmente- saperlo: la loro identità è un mistero dal 1962. Qualche indizio c'è: sappiamo che in Inghilterra sono soprattutto gli aristocratici e i latifondisti ad assorbire la maggior parte dei fondi comunitari. In prima fila la Regina Elisabetta in persona. Analogo discorso per la Francia, dove a farla da padrone sono le aziende agricole medio-grandi. Secondo l'ong Oxfam il principe Alberto di Monaco ha ricevuto -nel 2004- 287mila euro di sussidi Pac. Come dire: piove sul bagnato, mentre i piccoli agricoltori raccolgono le briciole. Secondo un altra ong, Farmsusbidy.org, sono invece oltre 6 milioni, in Europa, i beneficiari della PAC. Ma solo 7 Paesi su 27 applicano una reale trasparenza sulla loro identità. L'Italia che conta -secondo l'ong- oltre 760mila beneficiari dei sussidi, fa ancora pochi nomi e cognomi. Quel che è certo è che -entro il 30 aprile 2009- sarà obbligatorio in tutta Europa rendere noti i nomi di tutti beneficiari dei contributi della PAC e dello sviluppo rurale. Ci sono voluti 47 anni, ma forse alla fine un po' di trasparenza arriverà.
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Marianne Fischer Boel,
Commissaria Europea alla Pesca