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INCHIESTA: QUANTO SPENDE L'EUROPA IN AIUTI ALLO SVILUPPO? | ||||||||||
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Europa e aiuti allo sviluppo: quanto spende il nostro Continente per sostenere le economie dei Paesi più bisognosi e più poveri? Un tema -questo- spesso ricorrente nelle cronache internazionali e già al centro di numerosi vertici G8, soprattutto sottoforma di iniziative per la cancellazione del pesante debito che grava su numerosi Paesi africani. Sergio Nava se ne occupa in questa inchiesta, che affronta in particolare un aspetto, quello degli aiuti alle nazioni più in difficoltà. Cercheremo di capire quanto l'Europa, intesa sia come singoli Paesi sia come istituzioni europee, spende del proprio bilancio per sostenere le parti meno fortunate del pianeta. LA SCHEDA L'Europa rappresenta, secondo dati della Commissione Europea, il maggior donatore di aiuti allo sviluppo nel mondo: i 27 Paesi dell'Unione più l'esecutivo di Bruxelles hanno elargito -nel 2006- il 56% del totale di tutti i contributi erogati dalla comunità internazionale, per un totale di 47 miliardi di euro. Gli Stati Uniti, per fare un paragone, spendono in aiuti il 22% del totale mondiale. In particolare, la Commissione Europea, attraverso il suo braccio operativo Europe Aid, incaricato di identificare i progetti in cui investire gli aiuti allo sviluppo e portarli a compimento, ha speso lo scorso anno 12 miliardi di euro, il 10% del totale degli aiuti erogati da Bruxelles. Nel biennio 2005-2006 l'assistenza di Europe Aid ha privilegiato i Paesi della zona Africa-Caraibi-Pacifico, quelli che in gergo comunitario vengono chiamati Paesi ACP. A loro sono andati lo scorso anno quasi tre miliardi di euro. Seguono nella classifica degli aiuti i Paesi dell'area mediterranea e mediorientale (poco più di un miliardo complessivo), e a scalare -con alcune centinaia di milioni- i Paesi asiatici, quelli dell'ex-Unione Sovietica e l'America Latina. Dal 2001, i Paesi dell'Acp, quelli del Mediterraneo e quelli asiatici hanno registrato i maggiori incrementi in aiuti ricevuti - in alcuni casi li hanno visti quasi raddoppiare. In calo invece gli aiuti all'area balcanica, considerata anche la progressiva stabilizzazione post-bellica. Il grosso dei finanziamenti europei viene investito in progetti infrastrutturali (sia economici che sociali), e nei servizi: complessivamente oltre tre miliardi di euro. All'interno degli aiuti destinati alle cosiddette "infrastrutture sociali", primeggiano gli aiuti al Governo e alla società civile, seguiti da quelli all'educazione, alla salute, all'acqua e alla sanità. Ma anche le infrastrutture fisiche (quali strade, autostrade, ferrovie e porti) assorbono una buona parte del budget comunitario. L'Europa finanzia infine aiuti per derrate, assistenza di emergenza e aiuti ai settori produttivi. Il ciclo di sviluppo dei progetti di assistenza comunitari segue un percorso tradizionale: la fase di programmazione è curata dalle Direzioni Sviluppo e Relazioni Esterne della Commissione Europea, mentre al braccio operativo Europe Aid è affidata l'identificazione dei progetti, la formulazione degli aiuti, l'implementazione dei piani, fino alla valutazione e alla revisione contabile. Questi i dati degli investimenti in aiuti allo sviluppo: soprattutto quelli comunitari, vale a dire effettuati con i fondi delle istituzioni europee a Bruxelles. Ma completiamo la panoramica sulle iniziative e sulle politiche messe in atto dalla Commissione Europea con l'intervista di Sergio Nava a un esponente di primo piano dell'istituzione. Abbiamo incontrato Koos Richelle, Direttore Generale di "Europe Aid", il braccio operativo di Bruxelles nella distribuzione degli aiuti. Che sostiene come Bruxelles abbia radicalmente cambiato modus operandi e atteggiamento. RICHELLE: Eravamo famosi per essere lenti e complicati nell'organizzare la distribuzione degli aiuti. Abbiamo tratto da questo delle conclusioni, riorganizzato i nostri servizi, e abbiamo messo numerosi funzionari nelle nostre delegazioni nei Paesi in via di sviluppo, perché possano meglio seguire le procedure. Abbiamo semplificato le nostre procedure, anche perché c'è molto più denaro a disposizione e deve essere speso. NAVA: Su quali aree geografiche EuropeAid concentra la maggiore attenzione? Metà di quello che facciamo è destinato ai Paesi dell'Africa, ai Caraibi e al Pacifico. Un'altra regione molto importante è rappresentata dai Paesi a noi vicini, quali Algeria, Marocco, Tunisia, Medio Oriente e Ucraina. Qusti ultimi beneficiano degli aiuti per la Politica di vicinato. Ma investiamo anche in Asia e America Latina. Su quali progetti investite di più? Spendiamo circa il 25% di quello che eroghiamo nel sostegno diretto al bilancio dei Paesi in via di sviluppo. Normalmente questo denaro viene speso in aree sociali, quali educazione e sanità. Un altro settore in cui investiamo molto sono le infrastrutture, di ogni tipo. Strade, porti, aeroporti, energia e acqua. |
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L'Europa e gli aiuti allo sviluppo: l'Africa tra i maggiori beneficiari | ||||||||||
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