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EDITORIALI | ||||||||||
22/2/2004 Sarà "Direttorio a Tre" in Europa? E' presto per dirlo. Dopotutto gli annunci ufficiali hanno lanciato proclami altisonanti ma di scarso valore pratico. Due considerazioni sono tuttavia d'obbligo: 1) il metodo comunitario è in crisi, l'Europa a 25 sembra paralizzata prima ancora di cominciare. Con ripercussioni che si faranno sentire anche nei negoziati costituzionali. 2) L'Italia, grazie a una politica estera deludente, è fuori da giochi. Siamo nella Serie B dell'Unione. SN 8/2/2004 Markos Kiprianu (Cipro), Milos Kuzvart (Rep. Ceca), Siim Kallas (Estonia), Peter Balázs (Ungheria), Sandra Kalniete (Lettonia), Dalniete Grybauskaite (Lituania), Joe Borg (Malta), Danuta Hübner (Polonia), Jan Figel (Slovacchia), Janez Potocnik (Slovenia). Li conoscete? Sono i 10 Commissari Europei designati dai nuovi Paesi dell'Unione: il Consiglio UE di marzo sarà chiamato a ratificarne la nomina, in vista dell'allargamento. A loro i migliori auguri di buon lavoro: un lavoro da condurre col massimo spirito europeista. SN 25/1/2004 ''L'Euro e' momento decisivo per la stabilita' monetaria, che e' condizione essenziale per la crescita duratura di cui abbiamo bisogno". Carlo Azeglio Ciampi, 23 gennaio 2004 Il presidente Ciampi è dovuto intervenire per ribadire la più nota delle ovvietà: senza l'euro saremmo a piedi. Altrettanto ovvio è che toccava agli Stati membri garantire un controllo sui prezzi: perché in Italia non c'è stato? E perchè l'euro viene ora così volgarmente trascinato in campagna elettorale, soffiando sui mai sopiti venti di una provincialissima "Eurofobia"? SN 4/1/2004 La presidenza irlandese dell'Unione avvia a passi felpati un semestre cruciale per il futuro dell'Europa. Numerosi i temi sul tavolo: riavvio dei negoziati costituzionali, allargamento dell'Unione a 25, elezioni parlamentari, rilancio della crescita, inizio delle trattative per il bilancio UE (solo per citare i più salienti). Sullo sfondo, resta però un interrogativo fondamentale: quale Europa vogliamo? A due velocità o procedente a passo uniforme? E' nella scelta di metodo che l'UE deciderà il proprio futuro: molto dipenderà anche dal varo -o meno- del Trattato costituzionale. SN 21/12/2003 Il fallimento dell Conferenza Intergovernativa è imperdonabile. L'Europa ha mancato un'occasione storica. L'Italia ha perso LA sfida. Il semestre di presidenza è stato sotto molti aspetti positivo: Roma ha svolto un lavoro notevole, ma le grandi scommesse non portano il marchio "made in Italy". Il piano d'azione per la crescita risale a Delors, la difesa comune è opera anglo-franco-tedesca, e la costituzione ci lascia con un pugno di mosche: soffre anche la credibilità internazionale dell'esecutivo. Il 2004 si apre con un'altra sfida: rilanciare il modello di integrazione europeo. SN 30/11/2003 Quale futuro per l'Europa? L'ora delle scelte attende il Vecchio Continente. Il modello ibrido di confederazione sovranazionale deve lasciare il posto a un'entità meglio definita. L'ambizione suggerisce la strada della trasformazione in entità politica, ma gli euroscettici frenano. Se l'Ecofin affossa le poche regole certe, a Napoli i Ministri degli Esteri faticano a lungo ma alla fine lasciano intravedere spiragli positivi (accordo sulla difesa). E' l'Italia? Ha il delicato compito di traghettare l'Europa in una delle fasi più delicate della sua storia. Ora serve coraggio. SN 21/11/2003 Nel clima cupo di una pace mondiale messa ormai quotidianamente a repentaglio da devastanti attacchi terroristici, la presidenza italiana dell'UE è chiamata a concludere un semestre che può e deve rivelarsi un successo: il piano d'azione per la crescita è ormai a un passo dall'approvazione, mentre l'accordo politico sul trattato costituzionale può ancora essere raggiunto (molto dipenderà anche dai risultati del conclave di Napoli). In "segno negativo" chiudono l'immagine di Berlusconi (sconfessato dall'Europarlamento) e la credibilità del patto di stabilità. SN |
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