INCHIESTA: L'EUROPA E' DISTANTE DAI CITTADINI?
La crisi aperta dal Trattato di Lisbona, bocciato dagli irlandesi, rappresenta l'ennesimo macigno sulla strada dell'integrazione europea. A tre anni dalla bocciatura franco-olandese della Costituzione Europea, l'UE torna a interrogarsi sul proprio futuro. Sergio Nava indaga sulle "zone grigie" della cosiddetta "bolla" di Bruxelles.

PRIMA PUNTATA

"Quanto è distante l'Europa dai propri cittadini?" La prima puntata dell'inchiesta di Sergio Nava sull'Unione Europea affronta il tema degli sprechi dell'Europarlamento, che distribuisce i suoi lavori su ben due sedi istituzionali, quella di Bruxelles e quella di Strasburgo. Sapete quanto costa -ai contribuenti europei- mantenerle entrambe?

Duecento milioni di euro, quasi 400 miliardi delle vecchie lire. Cioè, il 13% dell'intero bilancio comunitario: a tanto ammonta il conto -per i contribuenti europei- del cosiddetto "circo itinerante" che -per dodici sessioni l'anno- sposta tonnellate di documenti tra le sedi europarlamentari di Bruxelles e Strasburgo, in occasione delle sedute plenarie nel capoluogo alsaziano. Quello che forse pochi sanno è che un milione e duecentomila cittadini europei hanno già firmato una petizione su scala continentale, per chiedere il trasferimento di tutte le attività e delle sessioni a Bruxelles, abbandonando la costosa sede alsaziana. Al momento questa petizione si è persa nelle nebbie dei palazzi europei: i due grandi gruppi all'Europarlamento, socialisti e popolari, hanno impedito una discussione in plenaria, rinviando la questione ai Governi dell'Unione. L'eurodeputato liberaldemocratico svedese Olle Schmidt, membro della campagna per una sede unica, commenta sarcastico...

SCHMIDT: Siamo un parlamento sovrano, ma non possiamo neppure decidere dove incontrarci. Se volessimo cambiare la sede delle plenarie, dovremmo ottenere il via libera unanime di tutti i 27 Stati membri. E la nostra iniziativa è bloccata da numerosi Paesi.

Un'unica sede a Bruxelles porterebbe benefici anche all'ambiente: attualmente gli spostamenti aerei degli eurodeputati ammontano, in termini di emissioni di CO2, a 13mila voli andata/ritorno Londra-New York. Come dire: l'Europa, che tanto predica sulle politiche ambientali, potrebbe anche cominciare a dare l'esempio. Ma quali intoccabili interessi si celano dietro a questo immobilismo?

SCHMIDT: Principalmente si tratta di interessi francesi, combinati -in misura minore- a quelli della città di Strasburgo. Sono interessi economici, di prestigio, simbolici e storici. Non sono certamente interessi comuni europei.
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L'eurodeputato svedese
Olle Schmidt