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INCHIESTA: L'EUROPA E' DISTANTE DAI CITTADINI? | ||||||||||
SECONDA PUNTATA "Quanto è distante l'Europa dai propri cittadini?" La terza puntata dell'inchiesta di Sergio Nava sull'Unione Europea mette a fuoco i benefici e i privilegi di cui gode quella che appare come una vera e propria "casta". La "casta" degli eurodeputati, cui vengono concessi forfait economici difficilmente giustificabili. E sulle spese di alcuni di loro gravano persino forti sospetti di irregolarità. Ciascun parlamentare europeo riceve mensilmente un massimo di 15.500 euro forfettari per ingaggiare e pagare i suoi assistenti. Questa cifra, moltiplicata per il totale dei parlamentari, ammonta ogni anno a 140 milioni di euro. Su come vengano spesi, però, nessuno sa nulla. Lo scorso dicembre, l'ombudsman europeo Nikiforos Diamandouros ha chiesto la pubblicazione degli stipendi e dei rimborsi spese degli assistenti. La risposta è stata chiara: "no, grazie". Pochi mesi fa un rapporto segreto dei revisori contabili dell'Europarlamento, reso noto da un pugno di deputati, è giunto a conclusioni imbarazzanti. Tra chi ha sollevato il velo sulla vicenda c'è il liberaldemocratico Chris Davies, uno dei pochi privilegiati a poter visionare il rapporto. Ha detto testualmente: "qualcuno potrebbe finire in galera"... DAVIES: "Ciò che trovo disgustoso è che alcuni europarlamentari abbiano chiesto e ottenuto la piena indennità per ingaggiare i propri assistenti, pari a quasi 190mila euro annui: ma in alcuni casi non c'erano proprio prove che questi assistenti esistessero. In altri risultava un solo assistente: il rapporto ipotizza che il resto delle indennità sia finito o nelle tasche dei deputati stessi, o sia stata dirottata al partito". Il rapporto non spiega quanti casi siano stati riscontrati, né fornisce dettagli sugli eurodeputati coinvolti. Tra i casi più eclatanti segnaliamo: l'appalto per l'ingaggio di assistenti a società esterne assolutamente estranee al recruitment; l'appalto a società di proprietà dello stesso deputato; l'appalto a società inesistenti. A ciò aggiungiamo che -nella perfetta legalità- gli eurodeputati percepiscono un rimborso forfettario di 900 euro per ciascun volo aereo di servizio, e ottengono 50mila euro l'anno per le spese di ufficio. La domanda è: ma se viaggiano in low-cost o non hanno ufficio, chi intasca questi soldi? Chris Davies... DAVIES: Temo che gli standard finanziari dell'Europarlamento non facciano assolutamente nulla per scoraggiare comportamenti antietici. TERZA PUNTATA "Quanto è distante l'Europa dai propri cittadini?" Nella quarta puntata dell'inchiesta di Sergio Nava sull'Unione Europea vi portiamo a Bruxelles, nei palazzi della Commissione Europea. Qui, 32mila funzionari rispondono a un gruppo di 27 Commissari, il cui meccanismo di nomina su indicazione dei Governi nazionali porta a qualche rischio eccessivo di autoreferenzialità. L'edificio Berlaymont, con la sua struttura d'acciaio e le sue ampie vetrate, rappresenta, nel cuore del quartiere europeo, il simbolo dell'Eurogoverno comunitario. Ciascuno dei 27 Commissari Europei lavora col suo staff all'interno di questa struttura di 13 piani. Ma si tratta solo di una piccola parte dei circa 32mila funzionari alle dirette dipendenze della Commissione. Funzionari assunti per concorso, con contratti permanenti o temporanei: divisi all'interno delle numerose Direzioni Generali, i loro stipendi mensili variano -a seconda del grado e dell'anzianità- da 2400 fino a 16.500 euro mensili. A chi li fotografa come una euroburocrazia, viene risposto che il numero di funzionari comunitari è inferiore a quello della municipalità olandese di Rotterdam. Diverso il discorso per i Commissari Europei: nel loro caso, la nomina è politica: li designa il Governo del proprio Paese. Non vengono eletti dai cittadini. In passato, il fatto che gli Stati più grandi potessero designare due Commissari, portava spesso a nomine tecniche e bipartisan: un'usanza presto caduta in disuso, con l'imposizione del Commissario unico. Da allora le nomine sono diventate sempre più politiche, un fattore che influenza negativamente il già non esattamente democratico sistema di nomina dell'eurogoverno. Anche la Commissione Europea ha avuto i suoi scandali: nel 1999 l'allora funzionario olandese Paul van Buitenen innescò le dimissioni dell'intera Commissione Santer, con le sue accuse di frode, nepotismo e corruzione, che investirono in particolare l'allora Commissaria Edith Cresson. Tre anni fa, l'ex capo contabile della Commissione Marta Andreasen fu licenziata al termine di un lungo periodo di sospsensione, dopo aver rivelato -nel 2002- che il sistema contabile della Commissione era vulnerabile alle frodi. |
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L'eurodeputato Chris Davies | ||||||||||