HUEBNER: Quando definisco la proposta britannica sul bilancio “pericolosa”, intendo dire che la proposta di bilancio sul tavolo non è buona per l’Europa. Non solo è difficile da spiegare ai cittadini: va anche contro il principio di solidarietà, secondo il quale le regioni più povere vanno aiutate. Qui invece sono proprio loro a pagare la riduzione complessiva del bilancio. Come spiegarlo alla gente? La seconda proposta britannica, resa nota ieri, fa uno sforzo per innalzare di pochissimo il budget per le politiche di coesione e i fondi strutturali, ma non cambia la filosofia complessiva. Questo è ancora un mini-budget, non è un bilancio che possiamo usare per far crescere di più l’Europa, sul piano interno e a livello internazionale. Parliamo di un bilancio che supera di poco l’1% del Pil europeo: non penso che abbassare la cifra –come si è fatto negli ultimi mesi- sia il modo migliore per affrontare i problemi. E’ un mini-budget, non è buono per l’Europa allargata e per le sfide che deve affrontare. E’ anche importante ricordare che siamo già in ritardo. Abbiamo bisogno di un accordo a dicembre sul bilancio per lanciare i nuovi programmi sulla politica di coesione e sui fondi strutturali per il 2007. Ma se ci sarà un nuovo fallimento, i ritardi saranno enormi, con perdite in termini di investimenti per il lavoro, la crescita e l’occupazione. La sfida ora è avere un bilancio migliore, più sostanzioso nelle cifre, e trovare questa intesa entro venerdì. Spero che la volontà politica che mi sembra di intravedere negli Stati membri sarà confermata.
Bruxelles, 15/12/2005
L'INTERVISTA
DI
GIUGNO A
DANUTA
HUEBNER