INCHIESTA: LE POLITICHE DI IMMIGRAZIONE NELL'UE
L'immigrazione e le politiche di contrasto ai clandestini sono al centro del dibattito politico italiano. Ma come si regolano i nostri vicini europei? Sergio Nava affronta un'inchiesta interamente dedicata alle politiche migratorie in Europa.

PRIMA PUNTATA

Nella prima puntata ci occupiamo della Spagna, che tre anni fa garantì una sanatoria a circa 700mila immigrati. Ma l'aria a Madrid sta cominciando a cambiare. Sergio Nava ha intervistato Sergio Carrera, capo unità al Centro per gli Studi Politici Europei di Bruxelles...


CARRERA: "La politica di regolarizzazione spagnola è stata mal compresa a livello europeo. La cosiddetta "sanatoria Zapatero" non rendeva infatti legale ogni tipo di immigrato che entrava in Spagna, ma puntava piuttosto a portare nella legalità quegli immigrati che si trovavano già nel Paese, vi lavoravano, ma -agli occhi della legge- semplicemente non esistevano. Certamente le sanatorie e le amnistie non sono una soluzione a lungo termine per il problema, ma questa specifica sanatoria non fu ben compresa. Ribadisco: favoriva solo chi già si trovava nel mercato del lavoro".

NAVA: A Madrid si profila però un giro di vite sull'immigrazione...


"Penso che pure questo cambio debba essere compreso: è arrivato dopo le elezioni, dove il partito di opposizione, il Partido Popular, aveva preso una posizione molto dura e restrittiva verso il problema dell'immigrazione. Per questo il Governo socialista è stato in un certo senso obbligato a prendere misure per rassicurare l'opinione pubblica. Il tema del rimpatrio degi clandestini è in agenda, anche la cooperazione con i Paesi africani è una priorità. Non è però vero che l'attuale politica spagnola sull'immigrazione abbia completamente cambiato approccio: esiste infatti ancora un focus particolare sul'immirazione legale, sul lavoro e sul coinvolgimento dei partner sociali. L'accento sull'impiego è quindi ancora prevalente, anche se cominciamo a percepire un cambio di prospettiva, che misureremo nei prossimi quattro anni".

Quali misure sono in preparazione?

"Penso ci si concentrerà soprattutto sugli accordi con i Paesi terzi, sulle cooperazioni bilaterali per il rimpatrio degli immigrati, in cambio di quote per permessi di lavoro. Questi accordi saranno rafforzati, per esempio con il Senegal.

SECONDA PUNTATA

Prosegue l'inchiesta di Sergio Nava sulle politiche di contrasto all'imigrazione clandestina in Europa. Ci occupiamo della Francia.

E' uno dei temi cardine che faranno da sfondo all'intera presidenza europea di Parigi, che prenderà il via il prossimo primo luglio. Il Ministro degli Esteri Bernard Kouchner lo ha detto chiaramente. Presentando il semestre di presidenza, Kouchner ha anticipato che Parigi proporrà ai 26 partner un "patto europeo per l'immigrazione", che preveda -per i Paesi più esposti alle ondate- un obbligo di accoglienza, ma che eviti al tempo stesso sanatorie di massa, come quelle -recenti- della Spagna. Ma come gestisce Parigi le proprie politiche sull'immigrazione?

Sergio Carrera, del Ceps di Bruxelles: "In Francia è in vigore un permesso di lavoro per gli immigrati altamente qualificati, cui viene concesso uno status privilegiato. Ovviamente il giudizio su chi sia altamente qualificato rimane alla discrezione delle autorità francesi, in base alle esigenze del mercato del lavoro. Da Sarkozy in poi la tendenza è stata quella di dare una chiara preferenza all'immigrazione qualificata. Ma si è anche registrata una progressiva identificazione della questione immigrazione con quella della sicurezza: ciò lo vediamo nel modo in cui la Francia gestisce il ritorno dei clandestini. Le condizioni in cui avvengono questi rimpatri pongono numerosi interrogativi, sotto il punto di vista dei diritti umani. Sul tema dell'integrazione, con Sarkozy è stata introdotta l'obbligatorietà del "contratto di integrazione": qualsiasi immigrato deve firmarlo, accettando i valori repubblicani, imparando perfettamente il francese, apprendendo i diritti e i doveri dati dalla cittadinanza. Questo contratto riguarda anche chi fa domanda per emigrare in Francia".
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