NEWS OF THE DAY
11/10/2007

"Lasciateci governare". E' con questa frase perentoria che il Presidente del Consiglio Romano Prodi ieri ha messo a tacere le polemiche nate sull'asse Roma-Bruxelles in materia di conti pubblici.

Prodi lo ha fatto giocando una partita tutta personale, in quella Commissione Europea di cui lui stesso, fino a tre anni fa, è stato presidente. Prodi nega duelli in corso col titolare dell'Economia europea Almunia, ma poi non le manda a dire in conferenza stampa, presente il suo successore Barroso, affermando che "la politica economica del mio Paese la decide il mio Governo". Una rivendicazione del necessario margine di manovra nazionale pur all'interno delle strette maglie europee: ma è proprio all'Europa che Prodi pensa quando rassicura: "il rapporto deficit-Pil si assesterà fermamente sotto il 3%". E per chi non avesse capito puntualizza come il dovere del suo Governo sia -in primis- quello di "far crescere i tassi di sviluppo". Il premier non risparmia una stoccata neppure sulla questione della riduzione dei seggi italiani all'Europarlamento ("no su tutta la linea", dice) e manifesta ottimismo sull'accordo -la prossima settimana a Lisbona- sul testo del nuovo Trattato di Riforma dell'Unione Europea.

9/10/2007

Volatilità dei cambi e Finanziaria italiana tra i temi dell'Eurgruppo di ieri sera.

E' un fronte sostanzialmente diviso quello presentato dai Ministri dell'Economia ieri sera all'Eurogruppo a Lussemburgo. Il titolare delle Finanze tedesco Peer Steinbrueck ha smorzato al suo arrivo i timori per l'euro forte: "amo una moneta unica forte", ha detto, sottolineando come questo non dovrebbe avere ripercussioni sulla crescita economica. "E' probabile che le stime di crescita saranno riviste al ribasso", ha concluso, "ma solo leggermente". Sulla stessa lunghezza d'onda i colleghi olandese e austriaco. La linea di inquietudine per l'euro forte sembra quindi dividere in due l'Europa, se teniamo conto che Italia, Francia e Spagna non sprizzano certo gioia per la volatilità dei cambi. Nel comunicato finale i 13 hanno ribadito che "i cambi devono riflettere i fondamentali economici. La volatilità non è desiderabile per la crescita". Sul dollaro l'Europa prende atto con grande attenzione di come le autorità americane vedano nel loro interesse un biglietto verde forte. Critiche non sono mancate all'Italia: "il progetto di bilancio per il 2008 presentato da Roma non e' ambizioso come concordato'', ha dichiarato il Commissario Europeo all'Economia Joaquin Almunia, che si aspetta misure aggiuntive per arrivare a un aggiustamento strutturale dello 0,5%.

7/10/2007

Italia in attesa della risposta europea per i finanziamenti alla Torino-Lione.

Metà-fine novembre: è questo l'orizzonte temporale stabilito dalla Commissione Europea per decidere sul finanziamento della Tav Torino-Lione. La palla insomma resta a Bruxelles, dopo che il rapporto d'avanzamento presentato a fine luglio aveva messo nero su bianco la discrepanza tra i lavori eseguiti sul lato francese e la situazione di sostanziale stallo in Italia. Sulla parte finanziaria, il rapporto privilegiava il partenariato pubblico-privato, soprattutto a causa dei costi elevati, pari a 40 miliardi di euro. E consigliava, nei limiti del budget, di concentrare i finanziamenti europei sul Moncenisio, nella sezione franco-italiana della tratta. Per il portavoce della Commissione Europea Michele Cercone, "la fase di analisi del progetto è ancora in corso. La valutazione avverrà attraverso una serie di criteri, e in seguito attraverso un giudizio complessivo". Venerdì il premier Prodi aveva in un primo tempo affermato di aver ottenuto l'ok ai finanziamenti per il tunnel italo-francese -la richiesta italiana era pari a 724 milioni di euro- poi si era corretto, affermando di essere ottimista sulla vicenda.

6/10/2007

Un'indagine Eurostat fa luce sul mondo dell'impiego in Europa: con una sorpresa amara per l'Italia.

Un napoletano o un palermitano hanno una percezione più pessimistica sulla possibilità di trovare un lavoro rispetto a un turco della città di Diyarbakir, nell'antica Mesopotamia, o a un polacco di Bialystok, località al confine tra la Polonia e la Lituania. E' la sorprendente fotografia scattata da Eurostat, l'istituto statistico europeo, nel rapporto su 268 regioni. La città dove le speranze di impiego sono più elevate è -a sorpresa- Praga, seguita da Copenhagen e Dublino. Tra le italiane, vista l'assenza -un po' sorprendente- di Milano, la prima è Verona, col 54% degli intervistati che afferma di avere facilità a trovare lavoro. Tutte le altre sotto il 50%: non se la passa male Bologna, ma i dati sono preoccupanti per Torino, Roma e -come detto- Napoli e Palermo. Nei capoluoghi campano e siciliano solo il 3% degli intervistati afferma di ritenere facile avere un'assunzione. Solo la tedesca Frankfurt an der Oder è paragonabile per pessimismo. Dall'indagine Eurostat emerge anche che Lipsia è la città europea dove è più semplice trovare alloggio a prezzi ragionevoli, seguita dalla danese Aalborg e dalla portoghese Braga. Palermo se la cava, Bologna e Roma occupano le ultime posizioni in classifica. La più impossibile? Parigi.
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