![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
NEWS OF THE DAY | ||||||||||
![]() |
||||||||||
15/10/2007 "No a veti, ma se ci pestano i piedi...": lascia sospese e mezz'aria le parole il Ministro degli Esteri Massimo D'Alema, commentando a Lussemburgo una delle crisi più acute degli ultimi anni tra Italia e Unione Europea. La riduzione dei seggi all'Europarlamento dal 2009, che tocca in particolare il nostro Paese, è definita "inaccettabile" dal titolare della Farnesina, che chiede un compromesso. Resta quindi in alto mare -almeno per il momento- l'approvazione del Trattato di Riforma dell'Unione Europea: prova a tranquillizzare tutti la presidenza portoghese, che ha definito "non insormontabili" gli ostacoli presentati da Italia e Polonia (con Varsavia ancora alla caccia di garanzie sui meccanismi di voto), ma occorre capire come si svolgerà la mediazione. Roma propone di rinviare la questione dei seggi a data da destinarsi, ma Lisbona ribatte di voler chiudere il lavoro già questa settimana. L'unica certezza è che oggi i 27 hanno approvato come da copione, le sanzioni commerciali contro il regime birmano: legno pregiato, pietre preziose e semi-preziose, estrazione dei minerali e dei metalli finiranno quindi nel mirino dei però esigui scambi commerciali tra l'Europa e il Paese asiatico. 12/10/2007 "Inaccettabile" per il premier Romano Prodi il piano di riduzione dei seggi italiani all'Europarlamento dal 2009. L'Italia punta a evitare decisioni definitive al prossimo vertice europeo di Lisbona. L'Italia perde il primo round, ma non la guerra, sui seggi all'Europarlamento. Ieri a maggioranza gli eurodeputati hanno votato la relazione che abbassa a 72 -da 78- i seggi italiani dalle elezioni del 2009, nell'ambito di una riduzione complessiva di 35 onorevoli. La nuova ripartizione, fatta calcolando non i cittadini aventi diritto al voto, ma i soli residenti, penalizza l'Italia rispetto a Gran Bretagna e Francia, che mantengono uno e due deputati in più. Per la prima volta Roma, Londra e Parigi perderanno la parità a Strasburgo. Il co-relatore della proposta, l'eurodeputato Alain Lamassoure, risponde -in un'intervista con Sergio Nava- alle critiche italiane: "gli italiani devono scegliere", ci dice. "Se ne fanno un problema di principio, io dico che nessuno è in grado oggi di decidere chi è "cittadino europeo". Non esiste una definizione comune". Per quanto appaia incredibile l'Europa non sa quindi calcolare i suoi cittadini e sceglie dunque il metodo dei residenti. L'Italia intanto suggerisce diplomaticamente di posticipare ogni decisione. Il premier Prodi ha definito "non accettabile" il metodo usato per ripartire i seggi a Strasburgo. 11/10/2007 Prosegue il duello tra Italia e Unione Europea sulla prossima ripartizione dei seggi all'Europarlamento: oggi Italia sconfitta a Bruxelles, ma il premier Prodi contesta la decisione. Al momento il titolo migliore di questa vicenda potrebbe essere "tanto rumore per nulla". Ultima puntata il voto odierno, con una maggioranza intorno al 60% degli eurodeputati che vota la redistribuzione dei seggi a Strasburgo dal 2009. All'Italia vanno 72 seggi, sei meno degli attuali, ma soprattutto sotto la parità storica con Francia e Gran Bretagna. Il tutto per un metodo di calcolo che Roma contesta, sostenuta da tutti i parlamentari dell'arco politico: metodo basato sul numero dei residenti nel Paese, non dei cittadini con diritto di voto. Parla l'autore del rapporto, l'europarlamentare francese Alain Lamassoure: "gli italiani devono decidere", ci dice. "O decidono che il problema è la parità dei seggi con Parigi e Londra oppure che è un problema di principio. In quest'ultimo caso però nessuno sa dare con certezza legale e condivisa la definizione di cittadino europeo". Incredibile ma è così: l'Europa non sa calcolare i suoi cittadini. Ma -considerato che per l'approvazione definitiva- questa riforma ha bisogno dell'ok dei leader europei, è probabile che Roma sbarrerà la strada. Il premier Romano Prodi ha detto chiaramente in serata che il metodo di calcolo non è accettabile, e suggerisce di stabilire prima chiaramente la definizione e il numero dei cittadini europei. |
||||||||||
![]() |
||||||||||
MORE NEWS |
||||||||||