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+++ CONSIGLIO EUROPEO INF. LISBONA 18-19/10 +++ 18/10/2007 Notte di trattative al Consiglio Europeo informale di Lisbona per raggiungere un accordo e approvare il Trattato di Riforma dell'Unione Europea. Prima però occorre trovare una soluzione alla vicenda dei seggi italiani all'Europarlamento. Una possibile soluzione c'è, e l'Italia è pronta a discuterne: la querelle sui seggi italiani al prossimo Europarlamento potrebbe alla fine sbloccarsi per quel seggio in più offerto dalla presidenza portoghese dell'Unione al nostro Paese. Seggio che farebbe passare da 72 a 73 i nostri deputati dal 2009 -cinque in meno rispetto agli attuali- e ristabilirebbe quantomeno la parità con la Gran Bretagna, portando a uno solo il dislivello con la Francia. L'offerta portoghese è frutto dell'ennesimo bizantinismo: di fatto non si innalza il numero complessivo di eurodeputati -che resta a 750- ma si esclude dal computo il presidente dell'assemblea, recuperando un seggio per l'Italia. "Un accettabile punto di partenza", secondo fonti della nostra delegazione, che lasciano intravedere però ancora una lunga trattativa. Che la richiesta italiana sia uno dei nodi più rilevanti sul tavolo lo ha ammesso anche il Ministro degli Esteri portoghese Luis Amado: "quelle sollevate da Italia e Polonia", dice Amado, "sono tra le due questioni più importanti. Prima intendiamo discuterle a livello bilaterale". Lisbona punta quindi a risolvere il problema con i diretti interessati, per poi raggiungere un accordo complessivo da parte dei 27. 18/10/2007 "La presidenza portoghese ha presentato ai Ventisette Paesi europei una proposta per risolvere il nodo della nuova ripartizione di seggi all'Europarlamento, che prevede l'attribuzione di un seggio in più all'Italia e l'esclusione del presidente dell'Europarlamento dalla soglia massima degli eurodeputati". Arriva dal viceministro spagnolo agli Affari europei Alberto Navaro, l'anticipazione della soluzione messa a punto dalla presidenza dell'Unione per sbloccare l'empasse con Roma. Una vera e propria via di mezzo tra la richiesta dell'Italia -che vuole la parità di seggi con Francia e Gran Bretagna- e il voto di una settimana fa all'Europarlamento, che metteva Roma in una posizione minoritaria rispetto a entrambi i Paesi. Sempre più morbida intanto la posizione polacca, che è pronta a un accordo sul nuovo Trattato europeo se la clausola di Ioannina, che favorisce le minoranze di blocco, sara' inserita nel Protocollo del Trattato stesso. Situazione quindi in movimento a Lisbona, dove comunque si prevedono ancora ore di trattative: basti ricordare il vecchio detto, nulla è deciso, finché tutto è stato deciso. 18/10/2007 Al via a Lisbona il Consiglio Europeo, chiamato a ratificare il Trattato di Riforma dell'Unione, l'ormai ex-Costituzione. Accordo vicino, ma è ancora la questione della ripartizione dei seggi al nuovo Parlamento Europeo a tenere banco. Ripartizione che vede l'Italia svantaggiata sulla base di un calcolo ritenuto errato. Per il premier Romano Prodi, che ha partecipato nel pomeriggio al vertice dei leader socialisti e che è arrivato al summit un quarto d'ora fa, la discussione su come risolvere il problema della redistribuzione dei seggi e' ''ancora aperta'' e l'obiettivo dell'Italia è trovare una soluzione ''nelle prossime ore". Prodi spinge per mantenere la parità con Francia e Gran Bretagna. Al momento, secondo il premier, dalla presidenza di turno portoghese non sarebbe però ancora arrivata ''alcuna proposta'' di soluzione. Ribatte Lisbona: "siamo molto, molto vicini a un accordo". Così il premier portoghese José Socrates. Prima di chiudere una curiosità proprio sul nuoivo Trattato: secondo un sondaggio Harris Poll pubblicato dal "Financial Times", una netta maggioranza di italiani, il 72%, e' a favore di un referendum. |
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