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12/12/2007 Una regione -o meglio, una provincia autonoma- italiana comanda una classifica molto speciale in Europa, come rivela il servizio statistico comunitario Eurostat. E' Bolzano la regione con meno disoccupazione in Europa, un primato che condivide con il nordest della Scozia. La Provincia Autonoma di Bolzano vanta infatti una percentuale di senza lavoro pari solo al 2,6%. Ma non è l'unica notizia positiva per l'Italia: la Val d'Aosta, con il 3%, è sesta in classifica. Nessuna italiana tra le peggiori, capitanate dal Territorio d'Oltremare francese della Guyana: ben il 28,5% di disoccupati. Sicilia, Calabria e Campania sono invece nella top ten delle regioni con la più alta disoccupazione giovanile, che nelle tre regioni sfiora il 40%. Il tutto mentre un rapporto della Commissione sull'andamento della Strategia di Lisbona per la crescita e l'occupazione in Europa rileva che le riforme strutturali stanno incrementando il potenziale di crescita dell'Unione, mentre si stanno riducendo anche i disavanzi di bilancio. Restano però bassi gli investimenti in ricerca e sviluppo, e manca un'azione decisa verso i disavanzi strutturali. Per quanto riguarda l'Italia, Bruxelles loda le misure di sviluppo della concorrenza nei servizi professionali e finanziari, ma chiede di affrontare con maggiore decisione le sfide nei settori della sostenibilità fiscale, della concorrenza nei mercati produttivi e dei servizi, oltre alla piena realizzazione delle riforme annunciate. 12/12/2007 "L'Italia continuerà a svolgere la propria parte sul piano internazionale": il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha rassicurato ieri l'omologo americano George Bush sulla strategia diplomatica del nostro Paese. Si chiude con un bilancio positivo la prima visita in veste presidenziale del capo dello Stato Giorgio Napolitano alla Casa Bianca: Napolitano ha incontrato il presidente americano Bush per due ore, accompagnato dal Ministro degli Esteri D'Alema. Nel menù, oltre a piatti rigorosamente made in Italy, anche le principali questioni di politica estera: su tutte Afghanistan, Libano, Kosovo e Medio Oriente. Napolitano ha offerto la disponibilità dell'Italia a fare la propria parte nella risoluzione delle principali crisi. Anche perché, nota il presidente, "l'Europa non può chiedere agli Stati Uniti di garantirla. L'Europa deve essere all'altezza del proprio compito". E come auspicio benaugurante cita la firma del Trattato di Riforma Europeo, in programma domani a Lisbona. Un Trattato, dice Napolitano, "che permetterà all'Unione di essere una protagonista più decisa sulla scena internazionale". Sul ruolo dell'italia, Napolitano ha ricordato come i nostri militari siano presenti in tutte le aree di crisi, anche in Iraq, dove -rileva- "c'è stato un miglioramento della sicurezza". Bush dal canto suo torna ad attaccare l'Iran ("è pericoloso, perché aveva un programma nucleare militare segreto?"), mentre sul Kosovo avrebbe espresso rispetto per le discussioni in sede europea, oltre ad un apprezzamento per il ruolo svolto dall'Italia nella vicenda. 11/12/2007 Europa sempre più vicina a una posizione comune per l'indipendenza Kosovo, mentre proprio dalla provincia serba salgono sempre più alte le richieste di uno Stato autonomo. Il 19 previsto il dibattito in sede Onu. L'ennesima giornata di trattative diplomatiche a Bruxelles si è incrociata ieri con un'accelerazione da parte kosovara: un portavoce del Governo a maggioranza albanese ha infatti annunciato la nascita del nuovo Stato entro quattro mesi. Nella capitale belga intanto il presidente di turno dei Ministri degli Esteri, il portoghese Luis Amado, certificava i passi avanti europei verso una posizione unitaria: l'Unione si appresta a dare l'ok a un'indipendenza "coordinata e controllata" del Kosovo, superando alcune resistenze interne. Tutte tranne quella di Cipro, che resta contraria, temendo di creare un precedente utile al riconoscimento della parte turca dell'isola. Se ne riparlerà nuovamente al Consiglio Europeo di venerdì. Il tutto mentre la Russia, attraverso il Ministro degli Esteri Lavrov, invitava gli europei a riflettere attentamente sulle conseguenze dell'indipendenza kosovara. Un punto fermo in Europa però c'è, e riguarda l'invio di una missione civile e di polizia nella regione con 1800 uomini, per rimpiazzare quella Onu. Le maggiori diversità di vedute in Europa riguardano la prospettiva europea per la Serbia: l'italiano D'Alema e il francese Kouchner spingono per la firma dell'accordo di associazione con l'Unione. Ma il Commissario all'Allargamento Olli Rehn gela tutti: condizione essenziale resta la piena collaborazione di Belgrado con il Tribunale Penale Internazionale. 10/12/2007 "Una partnership tra eguali", destinata a relegare nelle pagine di storia il passato di sfruttamento coloniale: con questa dichiarazione di intenti si è chiuso ieri a Lisbona il summit tra Europa e Africa. Il vertice che volta una pagina nella storia delle relazioni tra Europa e Africa è ormai alle spalle, con le sue 82 pagine di accordo per una strategia di partenariato. "Un risultato che segna una nuova era nelle relazioni eurofricane", secondo il presidente dell'Unione Africana John Kufour. Otto le aree prioritarie di cooperazione: su tutte spicca il patto per una nuova immigrazione, legale e qualificata. Ma ci sono anche sicurezza, diritti umani, sviluppo ed energia. Settori in cui bisognerà cominciare a lavorare entro il prossimo vertice Europa-Africa del 2010. Ma al di là delle strette di mano restano importanti diversità di vedute tra i due Continenti, soprattutto sul commercio. Qui l'Europa si gioca il futuro degli investimenti in Africa, minacciati dall'espansionismo cinese: Bruxelles propone un accordo di partenariato già firmato da alcuni Paesi dell'est africano, ma respinto da altri, quali il Senegal. Nella teoria dovrebbe sostituire i vecchi privilegi doganali, ma molti Stati africani temono un'invasione di prodotti europei. Ha tenuto banco fino alla fine anche la polemica sul presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe: ieri è toccato proprio a Mugabe contrattaccare, definendo "arroganti" i Paesi europei. Diplomatica ma efficace la controreplica del presidente della Commissione Europea Barroso: "non capiamo come chi abbia lottato per la libertà della sua gente ora gliela neghi". |
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