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NEWS OF THE DAY | ||||||||||
14/3/2003 Si riuniscono oggi e domani ad Atene i Ministri della Difesa europei. Al centro dell'agenda, l'Iraq e la firma dell'accordo di sicurezza con la Nato. L'Unione Europea raccoglie in Grecia i cocci di una politica estera e di difesa che -nonostante i progressi degli ultimi quattro anni- sembra essere sprofondata in una crisi senza precedenti. I 15 Ministri della Difesa discuteranno oggi di Iraq: un tema sul quale le divisioni europee, nonostante le posizioni ufficiali di facciata, sono sotto gli occhi di tutti. Basti ricordare come allo stesso tavolo siederanno il Ministro britannico Geoff Hoon, il cui Paese ha dispiegato nel Golfo migliaia di militari, e i colleghi tedesco e francese, che osteggiano la guerra. Anche i Balcani, fiore all'occhiello delle ultime iniziative di difesa europee, sono ripiombati nell'incubo, con l'uccisione del premier serbo Zoran Djindjic. Così i 15 cercheranno di spuntare successi nei preparativi per la prima missione europea di peacekeeping, al via nella seconda metà di marzo in Macedonia. Importante anche la discussione sulla Forza comune di Reazione Rapida, sulla quale si attendono progressi. Un solo evento ufficiale è in programma: la firma dell'accordo di cooperazione e sicurezza fra Unione Europea e Nato. 12/3/2003 Il fallimento dell'accordo sulla riunificazione di Cipro lascia una coda polemica. Il premier turco uscente Abdullah Gul ha dichiarato che l'Unione Europea ha commesso ''alcuni errori'' nella gestione della questione cipriota, rispondendo così indirettamente alle affermazioni del portavoce del Commissario Europeo Guenther Veheugen, secondo il quale il mancato accordo sulla riunificazione dell'isola potrebbe porre problemi alla stessa adesione turca all'Unione. Il film delle 24 ore successive all'infinita maratona diplomatica notturna dell'Aja, nella quale sono naufragate le ultime speranze di elaborare un piano per la riunificazione di Cipro sotto l'egida dell'Onu, ha registrato un lungo elenco di reazioni, tutte improntate alla delusione. L'ultimo muro d'Europa rimane in piedi, e per la Grecia tutta la colpa è da attribuire all'intransigenza del leader turco-cipriota Rauf Denktash. Ma la vera polemica monta fra la Turchia e l'Europa: Ankara invita a proseguire i negoziati diplomatici, accusando Bruxelles di avere commesso errori nella gestione della questione cipriota. Da parte sua, la Commissione Europea replica che dopo l'ingresso della parte greca nell'Unione, il nord dell'isola sarà considerato zona di occupazione, e avverte che la stessa marcia di avvicinamento della Turchia all'Europa potrebbe risultarne compromessa. Intanto il segretario generale dell'Onu Kofi Annan invita le due parti a ripensarci. Il piano è ancora sul tavolo, dice Annan. Ma restano da superare i nodi insormontabili legati alla ridistribuzione delle terre e al ritorno a casa dei profughi. 11/3/2003 Il presidente della Commissione Europea Romano Prodi ha toccato la questione irachena nel suo discorso odierno sullo stato dell'Unione. Per Prodi occorre evitare la tentazione di costruire un'Europa "contrapposta" agli Stati Uniti e bisogna cercare di non cristallizzarsi unicamente sul dissenso interno, quando si toccano i temi di politica estera. Ma il presidente della Commissione ha toccato anche altre questioni. Quale Europa vogliamo costruire? E' la domanda, amletica, che il presidente della Commissione Romano Prodi ha posto oggi al centro del suo discorso sullo Stato dell'Unione, di fronte all'Europarlamento riunito a Strasburgo. Oltre a toccare i più recenti sviluppi di politica estera, Prodi si è focalizzato sulle priorità che occuperanno in questi due anni l'agenda comunitaria. In primo luogo l'allargamento a est: il grosso del lavoro è stato fatto, ma secondo Prodi occorre ora concentrarsi sulla reale integrazione fra vecchi e nuovi Stati membri, un'integrazione attenta a ridurre le disuguaglianze e in grado di rilaciare la crescita. L'altra priorità dell'Europa sarà la fine dei lavori della Convenzione, chiamata a dare ai 25 Stati membri un Trattato Costituzionale "unico e coerente". Per Prodi dovrà essere un testo chiuso, senza opzioni, e dovrà contenere un aspetto fondamentale: la generalizzazione del voto a maggioranza, per evitare future paralisi decisionali. La crescita economica e la sicurezza interna ed esterna dell'Unione completano l'elenco delle priorità, per un'Europa che diventi in futuro -e qui Prodi scioglie l'amletico quesito- uno spazio autenticamente politico. 7/3/2003 Riformare il mercato del lavoro nei 15 Paesi dell'Unione Europea ed aggiornare le politiche pensionistiche. Sono gli orientamenti emersi dal Consiglio dei Ministri dell'occupazione europei, riuniti ieri a Bruxelles. Con un occhio al Consiglio Europeo del prossimo 21 marzo, i 15 Ministri comunitari al Welfare hanno disegnato ieri le linee guida del mercato europeo del lavoro, nel tentativo -sempre più affannoso- di stare al passo con la strategia lanciata tre anni fa a Lisbona. Le ricette sono più o meno le solite: riformare il mercato del lavoro, adottando misure attive e preventive nei confronti dei disoccupati, e creando posti di qualità. Sul fronte pensionistico, invece, si è parlato di come incentivare l'invecchiamento attivo, modificando il sistema previdenziale e quello di assistenza sociale. Il Ministro al Welfare Roberto Maroni ha annunciato che l'Italia farà della lotta al lavoro nero e all'economia clandestina una priorità nel suo semestre di presidenza. Lo sarà al pari della direttiva europea sul lavoro interinale, tesa a parificare diritti e stipendi dei lavoratori a tempo con quelli contrattualizzati. Ieri non sono stati registrati progressi al riguardo, soprattutto per l'opposizione di Danimarca e Gran Bretagna. Ma l'Italia intende vararla entro dicembre. |
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