NEWS OF THE DAY
18/4 /2005

La Commissione Europea registra segnali di ripresa del pil nell'Eurozona nel rapporto trimestrale diffuso in mattinata. Intanto resta stabile l'inflazione di Eurolandia, al 2,1%. Lo rende noto Eurostat.

Ottimismo con cautela. Da Bruxelles giungono segnali positivi sulla ripresa economica dei 12 Paesi dell'area euro: "la decelerazione del commercio mondiale si è fermata e la domanda domestica continua a migliorare", si legge nel rapporto trimestrale diffuso dalla Commissione, che non vuole però sottovalutare le preoccupazioni emerse tra gli imprenditori. Secondo l'esecutivo comunitario, la crescita nella zona euro ha toccato i suoi massimi rispetto agli ultimi quattro anni nel primo semestre 2004, salvo poi subire un rallentamento nei mesi successivi a causa della crescita dei prezzi petroliferi e del
rafforzamento dell'euro. Tornando al presente, segnali incoraggianti giungono sul fronte della domanda interna, che si starebbe rafforzando. Buono anche il dato delle esportazioni, che -nonostante la recente rivalutazione dell'euro- sono rimaste stabili negli ultimi dieci anni. Il quadro non è purtroppo uniforme: l'Italia, per esempio, ha registrato una performance più debole rispetto alla media, anche a causa della
forte specializzazione dei settori destinati all'export.

16/4/2005

L'economia mondiale proseguirà la propria crescita nel 2005 su basi solide, ma
crescono i rischi legati al caro-petrolio. E' quanto emerge dalla bozza di
conclusioni del vertice dei Ministri finanziari del G7, che si sta chiudendo a
Washington.


L'ottimismo sulla solidità della crescita economica a livello mondiale resta, ma si fanno sempre più largo i timori legati all'incremento del prezzo del petrolio, già evocati dai titolari dell'economia europei nell'ultimo vertice Ecofin. Queste le conclusioni dei Ministri delle Finanze del G7, che prevedono una crescita solida nel 2005, con l'incognita di un aumento dei prezzi del greggio, un ostacolo che potrebbe portare a maggiori squilibri nell'economia mondiale. Tirate d'orecchi vengono riservate a Stati Uniti ed Europa: l'amministrazione Bush deve alleggerire il pesante deficit nei conti federali e negli scambi commerciali, mentre il Vecchio Continente deve proseguire sulla strada delle riforme strutturali, con lo scopo di accrescere domanda interna e flessiblità del mercato del lavoro. Più pacato il richiamo alla Cina, affinché riporti ordine sul mercato valutario, allentando la parità di cambio con il dollaro. Per l'Argentina, infine, l'invito a rinegoziare la ristrutturazione del debito anche con i creditori che non hanno accettato l'offerta.

16/4/2005

Poco convincente. Così i media francesi hanno giudicato la performance televisiva del presidente Jacques Chirac, intervenuto giovedì sera in un dibattito sul primo canale a favore della costituzione europea.

Il primo risultato, poco confortante, l'ha offerto l'audience: il dibattito in prima serata e sul primo canale, ospite il presidente Chirac, ha vinto la guerra degli ascolti, ma solo per un soffio e per di più su un film western di Clint Eastwood. Ma a riservare le critiche più pesanti all'appello del presidente francese per un sì alla costituzione
europea sono stati i media, che non hanno lesinato commenti duri: per "Le Monde" Chirac ha deluso i sostenitori del sì, convincendo solo una minoranza degli elettori. Anche Le Figaro, giornale vicino alle posizioni della destra, ha espresso dubbi sul successo del dibattito televisivo. E Liberation, giornale di sinistra, paragona la sortita di
Chirac a una giocata di poker, e parla di profonda ansia della società francese, difficile da vincere anche con un'appassionata difesa della costituzione. Le prossime settimane diranno se l'esortazione del presidente a "non avere paura" abbia sortito effetti positivi: gli ultimi sondaggi danno il "no" alla costituzione al 55%, un dato che preoccupa profondamente le istituzioni europee.
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