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LE NUOVE PROSPETTIVE FINANZIARIE DELL'UNIONE EUROPEA: INTERVISTA A MICHAELE SCHREYER | |||||||||||
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Le nuove prospettive finanziarie 2007-2013, che la Commissione Europea presenterà ufficialmente il 10 febbraio, sono state al centro dell'intervista di Sergio Nava con Michaele Schreyer, Commissaria UE al Bilancio. Michaele Schreyer anticipa così alcuni dei contenuti della proposta dell'esecutivo comunitario. SCHREYER: La Commissione renderà nota una proposta per "plasmare" l'Europa unita che verrà, fino al 2013. all'interno dei questa proposta saranno molto importanti le nostre proposte sulle politiche per l'unione allargata. politiche che richiedono una politica di spesa pubblica allargata. per questo dobbiamo lottare per i mezzi necessari a sviluppare queste politiche, e la commissione farà un'offerta, che sarà sottoposta alla discussione degli stati membri. NAVA: Quando lei parla di mezzi necessari al sostegno delle politiche comunitarie, sottintende un incremento del budget che chiederete? Fino allo scorso anno avevamo un budget per 15 Paesi, e dal 2007 dovremo calcolarne 27 di nazioni. Il che equivale a 105 milioni di abitanti in più. Questo richiede un budget allargato. Il tetto attuale del budget corrisponde all'1,24% del prodotto interno europeo. certamente non chiederemo di abbassare questo tetto. non abbiamo ancora deciso quale percentuale richiedere dal 2007, come commissaria al budget ho sempre suggerito di essere realistici. Nelle ultimo vertice sulle prospettive finanziarie, Agenda 2000, eravamo riusciti a tenere il budget sotto il tetto massimo, ma -lo ricordo- dobbiamo ora ragionare in termini di Europa allargata. Commissario Schreyer, considerato che l'ammontare di spesa per l'agricoltura è già stato fissato, in quali aree proporrete un aumento di spesa? Innanzitutto posso confermare che proporremo un incremento dei fondi strutturali, una decisione che segue l'allargamento. I nuovi Stati membri saranno più poveri rispetto alla media comunitaria, quindi potranno godere del maggiore sostegno possibile. siamo un'unione basata sulla solidarietà. Noi li sosterremo nella crescita. In secondo luogo, nel 2000 i capi di stato e di governo hanno deciso che l'Europa diventasse l'economia più dinamica del mondo entro il 2010. Non abbiamo ancora raggiunto questo obiettivo, per cui dobbiamo aumentare i nostri sforzi in tal senso, per esempio raddoppiando i fondi per la ricerca. Ma ci sono altri settori che vanno rafforzati: per esempio il controllo delle frontiere esterne. L'attuale budget mette a disposizione per l'intera area giustizia e affari interni 500 milioni di euro, che non è certamente un grande ammontare di denaro. Penso che ci sia un sentire comune che l'Europa debba fare di più per il controllo delle frontiere. Per questo proporremo un aumento del budget. Un importante terreno di battaglia sarà quello dei fondi strutturali: l'intera Germania orientale, ma anche alcune regioni italiane e spagnole rischiano di veder ridotto il contributo europeo alla politica di coesione. Cosa pensate di fare: incrementare i fondi destinati alla fase di transizione, o phasing-out? Destinare minori fondi, in proporzione, alle regioni dell'est? Chiedere più denaro agli Stati membri? Proporrò di seguire entrambe le strade. Stiamo affrontando una situazione completamente nuova. Dobbiamo fronteggiare l'immensa sfida dell'integrazione dei nuovi Stati membri. Occorre quindi da un lato fare una sorta di ridistribuzione delle risorse tra i vecchi e nuovi stati membri, dall'altro occorre invece incrementare il budget rispetto a quello attuale, calibrato sulla situazione odierna. Può formulare qualche previsione su quanto denaro -in proporzione- chiederete in più per sostenere la politica dei fondi strutturali? Su questo avanzeremo la nostra proposta il 10 febbraio: vorrei anche ricordare come ci sono regioni che hanno recuperato il gap negli ultimi anni, proprio grazie ai fondi strutturali, e ce ne sono altre che stanno uscendo dall'obiettivo 1 dei fondi strutturali solo grazie a un puro effetto statistico. Per loro la commissione proporrà un periodo di transizione. Dovremo comunque seguire entrambe le strade per condividere e incrementare il budget. Il suo collega, il commissario Michel Barnier, ha suggerito di dividere i fondi esattamente a metà, fra vecchi e nuovi Stati membri. Lei è d'accordo? Per le regioni il cui Pil si trova sotto il 75% della media del Pil comunitario non ci sono problemi di fondi: il vero problema si pone per quelle regioni che superano il limite solo grazie a un effetto statistico. Su di loro dobbiamo discutere ancora, ma -tengo a precisare- su questo punto non sono d'accordo con gli Stati membri che chiedono di chiudere completamente i rubinetti da un giorno all'altro. |
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Il Commissario Europeo al Bilancio Michaele Schreyer | |||||||||||
CONTINUA... |