Quarta puntata.


Tre musicisti "non allineati": Scelsi, Rota e Bettinelli.

In questa puntata si parla della produzione pianistica di tre compositori della stessa generazione di Petrassi e Dallapiccola, che hanno sempre mantenuto una certa
distanza dalle tendenze musicali prevalenti, ed hanno percorso un cammino artistico solitario e coerente. Di Giacinto Scelsi si descrive l'eccletismo della produzione, che spazia da momenti futuristici (Rotativa del 1929) ad esperienze seriali (Variazioni e fuga del 1941) fino ad approdare ad una concezione mistica della composizione, mutuata dalla cultura Indu, in un epoca (anni '50) in cui ancora le culture orientali non erano viste con grande interesse.
Di Nino Rota tutti hanno ascoltato le celebri colonne sonore, ma la sua produzione più "impegnata" è stata ingiustamente offuscata dalla fama cinematografica.
Si ascoltano perciò alcuni preludi, eseguiti al pianoforte dallo stesso Rota, che dimostrano la statura artistica di questo musicista. E poichè la sua produzione per il
cinema non è comunque slegata dal resto delle sue opere, si ascolta anche una sua storica improvvisazione pianistica su temi di Amarcord.
Bruno Bettinelli è conosciuto come insegnante di grandi musicisti (Abbado, Muti, Pollini, Ughi, Corghi) più che come compositore, pur essendo egli uno dei più coerenti e seri artisti del Novecento musicale italiano. Si presentano dunque i suoi pregevoli Tre Pezzi per pianoforte, preceduti da una simpatica intervista che lo stesso compositore, oggi ottantasettenne, ha gentilmente rilasciato a Roberto Prosseda.
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