Ecco alcuni testi di bellissime canzoni...

Amore degli occhi

(I. Fossati)

E ti vengo a cercare

(F. Battiato)

La cura

(M. Sgalambro - F. Battiato)

La linea d'ombra

(Jovanotti- Centonze)

Veni l'autunnu

(F. Battiato)

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Amore degli occhi

Amore degli occhi, che  occhi hai...
Col tuo seno ferito, dal tuo senso del pianto...
Dopo aver riso e vissuto tanto,
Adesso...che ci fai...!
E lo so...tu vuoi me...
Hai paura di me...
E mi vorresti un altro uomo...
E lo so, tu vuoi me, hai paura di me,
E la parola giusta non è Perdono...
Perché non c'è mai Perdono,
Perché il rancore è più forte del perdono...
Perché il rancore è più forte di un uomo.
Più forte è la malinconia.
Più lungo l'inverno.
e la notte di più...
Amore degli occhi,
Che occhi avrai...
Quando d'affanno e d'incanto,
Fatto il giro del tempo
Dopo aver corso e cercato tanto...
Ti risveglierai...
Altre cose e persone danzeranno con te, i nuovi ritmi della vita...
Sai già bene fin d'ora e saprai meglio allora...
Che non è mai finita..
Perché non è mai finita...
Perché se il rancore era un'altra vita...
se era un altro uomo...
Più dolce è la malinconia...
Più lungo l'inverno...
E la notte...di più.

I. Fossati

E ti vengo a cercare

E ti vengo a cercare
Anche solo per vederti o parlare
Perché ho bisogno della tua presenza
Per capire meglio la mia essenza.
Questo sentimento popolare
Nasce da meccaniche divine
Un rapimento mistico e sensuale
Mi imprigiona a te...
Dovrei cambiare l'oggetto dei miei desideri
Non accontentarmi di piccole gioie quotidiane
Fare come un eremita
Che rinuncia a sé
E ti vengo a cercare
Con la scusa di doverti parlare
Perché mi piace ciò che pensi e che dici
Perché in te vedo le mie radici
Questo secolo oramai alla fine
Saturo di parassiti senza dignità
Mi spinge solo ad essere migliore
Con più volontà
Emanciparmi dall'incubo delle passioni
Cercare l'Uno al di sopra del Bene e del Male
Essere un 'immagine divina
Di questa realtà
E ti vengo a cercare
Perché sto bene con te
Perché ho bisogno della tua presenza...


F. Battiato 

La cura

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie,
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.
Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo,
Dai fallimenti che per tua natura normalmente
Attirerai.
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore,
Dalle ossessioni delle tue manie.
Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce,
Per non farti invecchiare.
E guarirai da tutte le malattie,
Perché sei un essere speciale,
Ed io, avrò cura di te.
Vagavo per i campi del Tennessee
(come vi ero arrivato chissà).
Non hai fiori bianchi per me?
Più veloci di aquile i miei sogni
Attraversano il mare.
Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza.
Percorreremo assieme le vie che portano
all'essenza.
I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi,
La bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi.
Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto.
Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono.
Supererò le correnti gravitazionali,
Lo spazio e la luce per non farti invecchiare.
Ti salverò da ogni malinconia,
Perché sei un essere speciale ed io avrò cura di
Te...
Io sì, che avrò cura di te.


Manlio Sgalambro-Franco Battiato

La linea d'ombra

La linea d'ombra,
la nebbia che io vedo
a me davanti per la prima volta.
Nella vita mia mi trovo a saper quello che lascio,
A non saper immaginar quello che trovo.
Mi offrono un incarico di responsabilità:
Portare questa nave verso una rotta che nessuno sa.
È la mia età a mezzaria
In questa condizione di stabilità precaria,
Ipnotizzato dalle pale di un ventilatore sul soffitto
Mi muovo col passo pesante,
In questa stanza umida di un porto
Di cui non riporto il nome.
Il fondo del caffè confonde il dove e il come
E per la prima volta
So cos'è la nostalgia, la commozione.
Nel mio bagaglio panni sporchi di navigazione,
Per ogni strappo un porto,
Per ogni porto in testa una canzone.
È dolce stare in mare
quando son gli altri a far la direzione,
senza preoccupazione, soltanto fare ciò che c'è da fare
e cullati dall'onda notturna sognare
Il mare.
Mi hanno detto che una nave c'ha bisogno di un comandante
Mi hanno detto che la paga è interessante
E che il carico è segreto ed importante.
Il pensiero della responsabilità si è fatto grosso,
È come dover saltare aldilà di un fosso,
Che mi divide dai tempi spensierati di un passato
Che è passato.
Saltare verso il tempo indefinito dell'essere adulto.
Di fronte a m la nebbia mi nasconde
La risdposta alla mia paura;
Cosa sarò? Dove mi condurrà la mia natura?
La faccia di mio padre prende forma sullo specchio
Lui giovane io vecchio
Le sue parole che rimbombano dentro il mio orecchio:
La vita non è facile,
ci vuole sacrificio
un giorno te ne accorgerai
e mi dirai se ho ragione.
Arriva un giorno in cui bisogna prendere una decisione
e adesso è questo giorno
di monsone, col vento che non ha una direzione.
Guardando il cielo un senso di oppressione:
Ma è la mia età, dove si guarda come si era
E non si sa dove si va,
Cosa si sarà;
Che responsabilità si hanno nei confronti degli esseri umani
Che ti vivono accanto
e attraverso questo vetro vedo il mondo
come un scacchiera,
dove ogni mossa che io faccio può cambiare la partita intera
ed ho paura di essere mangiato...
ed ho paura pure di mangiare.
Mi perdo nelle letture, i libri dello zen
Ed il Vangelo e l'astrologia,
Che mi racconti il cielo.
Galleggio alla ricerca di un me stesso con il quale poter dialogare.
Ma questa linea d'ombra non me lo fa incontrare.
Non so cos'è il coraggio
Se prendere e mollare tutto,
Se scegliere la fuga
O affrontare questa realtà,
Difficile da interpretare
Ma bella da esplorare;
Provare a immaginare
Cosa sarò quando avrò attraversato il mare,
Portato questo carico importante a destinazione,
Dove sarò al riparo dal prossimo monsone.
Mi offrono un incarico di responsabilità.
Domani andrò giù al porto e gli dirò
Che sono pronto a partire.
Getterò i bagagli in mare
Studierò le carte
E aspetterò di sapere per dove si parte,
Quando si parte e quando passerà il monsone.
Dirò : "Levate l'ancora,
Diritta avanti tutta,
Questa è la rotta,
Questa è la direzione,
Questa è la decisione."

Jovanotti-Centonze

Veni l'autunnu

Veni l'autunnu
Scura cchiù prestu
L'albiri peddunu i fogghi
E accumincia 'a scola
Da' mari già si sentunu i riuturi
E a' mari già si sentunu i riuturi
Mo patri m' insignau lu muraturi
Pi nan sapiri leggiri e scriviri
È inutili ca 'ntrizzi
E fai cannola
Lu santu è di mammuru
E nan sura
Sparunu i bummi
Supra a Nunziata
'n cielu fochi di culuri
'n terraq aria bruciata
e tutti appressu o santu
'nda vanedda
Sicilia bedda mia
Sicilia bedda
Chi stranu e cumplicatu sintimentu
Gnonnu ti l'aia diri
Li mo peni
Cu sapi si in gradu di capiri
No sacciu comu mai
Ti vogghiu beni...

F. Battiato

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