Antonella Abbatiello e Bruno Tognolini
MAREMÈ
Poesia e visioni di bambino e mare, dai 2 anni a tutte le età
Firenze, Fatatrac, maggio 2008






Il libro può essere acquistato online presso


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Dalla quarta di copertina

I bambini al mare sembrerebbero bestiole più che altrove, pesci e vermetti desiderosi solo di tuffarsi in acqua e rotolarsi nella sabbia. E questo è bene che facciano. Ma i bambini sono anche filosofi: devono esserlo, se possono imparare tante nozioni al giorno. Di certo guardando il mare fra un tuffo e l'altro, anche solo per un istante e a modo loro, si chiedono cosa sia mai quel mondo diverso da ogni altro, piatto e azzurro fino all'infinito, senza case, strade, monti, segni d'uomo, e che cosa siano loro in faccia a lui. Questo è un libro di immagini e poesie sul mare, nate per i bambini e per i grandi che in piedi su una spiaggia si siano sentiti almeno una volta umani: cioè pesci fuor d'acqua.


Cielo con mare, e parole con figure, si scambiano il posto

Nell'aprile del 2007 l'illustratrice Antonella Abbatiello, con cui da un po' di tempo avevo stretto amicizia, mi ha mostrato le bozze di un libro che aveva in cantiere. Faceva parte di una ricerca su poesia e colori che andava giocando con la poetessa Chiara Carminati, mia cara amica da ancor più tempo: "Rosso di cielo" era il titolo, ed era un teatro gioioso in cui i versi di Chiara e le tavole di Antonella gareggiavano nell'incanto. Con quel libro davanti agli occhi abbiamo parlato, immaginato, progettato. Volevo forse scrivere anch'io i versi per un colore? E quale mi sarebbe piaciuto? Ci siamo lasciati con la promessa di pensarci su e scambiarci idee.
Poco tempo dopo Antonella mi ha spedito tre librini confezionati a mano da lei stessa: "Rosso di cielo" (coi versi di Chiara), "La farfalla" e "Storia di mare" (con testi di Antonella). Quest'ultimo allineava una sequenza incantata di visioni di mare dai colori liquidi e intensi, commentati da brevi e semplici versi. Col pudore di chi conosce molto bene la sua arte e da lì parte per avventurarsi nell'altrui, Antonella definiva quelle sue righe appena una tenue traccia, mere didascalie sostituibili con altre e migliori parole. Suonava come un invito, e a me non serviva altro: sfogliando quelle immagini e leggendo quelle parole avevo subito cominciato a chiedermi quali mai altre potessero meglio occupare il posto fortunato in calce a quelle visioni, quale altra storia potesse essere celata sottopelle in quelle forme colorate, ansiosa di affiorare.Ci siamo accordati e mi son messo al lavoro.
E che vacanza, che meraviglia e che riposo fare il "Poeta Illustratore"... Non dover essere io, per una volta, l'avanguardia del drappello, il rompighiaccio, lo stalker che fronteggia l'inarticolato, che ci va dentro per tornare col bottino di un testo, una sequenza di senso ordinato strappata all'insensato putiferio o al vuoto silenzio. Dovevo fare ciò che fanno di solito gli illustratori: scrutare l'opera dell'autore e trovare fra le proprie forme le più belle e adatte per accompagnarla, affiancarla, completarla. Trovare, in questo caso, non immagini per quelle parole ma parole per quelle immagini. E poiché le parole si allineano in collan'e di storie, trovare e far affiorare, tirandola pian piano come un filo, una delle mille storie che attendevano in sonno sommerse in quel flusso di immagini.
È nato un libro che narra una storia diversa, ma in fondo non tanto, rispetto a quella che le parole di Antonella avevano tracciato nel librino originale: una storia di sguardo, di specchio fra immensità e piccolezza, fra immenso mare e piccolo io, di identità e identificazione piccola e grande, umana e bambina e cosmica; e poiché il piccolo che fronteggia il grande tende ad esso, una storia di crescita.
Il titolo è venuto in mente a me a opera finita come nome e carezza, ma anche buffa smorfia ("Maramè!"), di questo gioco a specchio fra il mare e lumano bambino.
Ultima allegra epifania di piccolo e grande: il libro più piccolo che io abbia mai scritto (13 distici, 26 versi) usciva quasi in simultanea con uno dei più grandi ("Lunamoonda", 270 pagine).
L'esperimento era comunque così riuscito, questo gioco dello scambio delle parti fra scrittore e illustratore, del "vai avanti tu che ti seguo", è tanto piaciuto a entrambi, e i suoi frutti son parsi – non solo a entrambi – così felici, che si è deciso di ripeterlo. Un altro libro nascerà così.



Commenti e recensioni

Anselmo Roveda su "ANDERSEN" n. 251 agosto-settembre 2008 (PDF 231 KB)
Angela del Gobbo su "LIBER" dicemembre 2008 (JPG 144 KB)



Quattro pagine dal libro...




1.
Il cielo è così grande, il mare è tanto mare
E io son così piccolo, posso solo guardare








3.
Io so solo guardare, mentre il mare è grandissimo
Però io sto imparando a guardare lontanissimo








5.
Se si guarda s'impara, ma se si va si cresce
Nel cielo sono rondine, nel mare sono pesce








10.
Notte scura lunghissima, nanna nera incantata
Luna però tu guardami, in questa traversata



... il resto nel libro di carta.

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Questa pagina è stata creata il 27 maggio 2008, e aggiornata l'ultima volta il 10 dicembre 2008


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