storia dell'inquisizione     Storia :Indice Generale
Queste pagine vogliono essere un omaggio ai luoghi in cui ha vissuto ed operato l'Inquisitore  Nicolas Eymerich, autore del testo su cui si fondarono tecniche e procedure inquisitoriale dei secoli a venire "Il manuale dell'Inquisitore".
Le foto sono state gentilmente concesse da Francesca Valentini e Valerio Evangelisti, nonche'  dal tempo :-) che ha conservato i luoghi.
Alcune note sono tratte dalla cronache di un viaggio nelle terre di Eymerich effettuato da Valerio Evangelisti e pubblicate su horror.it Luglio-Agosto 2000

Sulle tracce del Magister  a cura di  G. Secondulfo

Le case sul Riu Onyar Gerona vista dall'alto Questo viaggio ci condurra' alla scoperta di Gerona, città di nascita e di morte di Eymerich, e Saragozza, capitale dell'Aragona e sede centrale dell'Inquisizione aragonese nel XIV secolo.

Cominciamo con una curiosita' : la pronuncia corretta del nome è Nicolàs (con l'accento sull' ultima "a") Eymerìch, con l'accento sull'ultima "i" e "ch" pronunciato in maniera dura, come se fosse "k". Eimeric o Aymerich sono varianti dello stesso cognome, del tutto intercambiabili e pronunciate alla stessa maniera. Nicolau è, ovviamente, Nicolàs in catalano (Eymerich usava l'uno o l'altro a seconda dei casi).
Gerona o Girona (in catalano)città immortale e' sicuramente una delle piu' belle ed importanti della Spagna, situata sulla Costa Brava, adagiata su una collina sulla riva del fiume Oñar, l'insieme dei monumenti e' fra i piu' grandi della Spagna, e' stata fondata dai Romani.
Gerona sorge alla confluenza dei fiumi Oñar e Ter. La parte moderna e' posta sul piano mentre la parte antica sorge in posizione elevata e cinta da antiche mura. Importante centro romano della Catalogna, fu occupata dagli arabi nell' VIII secolo e conquistata poi da Carlo Magno. sotto il dominio dei conti di Barcellona divento' un importante centro.

(la cronaca del viaggio e' fatto dal Magister Evangelisti in persona). Bene. Sono partito da Gerona, città assolutamente splendida, con una parte antica meravigliosamente conservata. Qui ho subito cercato la chiesa e il convento dei domenicani. Entrambi sconsacrati e in corso di restauro, dopo avere subito i danni di innumerevoli guerre (ed essere stati trasformati in alloggiamenti per le truppe), ospitano attualmente l'università di Gerona.
 

Targa di Eymerich  Di fianco a quella che era stata la porta del convento, una piccola targa metallica ricorda però che lì Nicolas Eymerich trascorse parte della sua vita :
"En aquest antic convent de dominic hi visque Nicolau Eimeric (Girona, 1320-1399), teolog i canonista, inquisidor general de Catalunya i Aragò".









Chiostro della Chiesa di Sant Domenech
Il chiostro della Chiesa di Sant Domenech, dove viveva Nicolas Eymerich è molto bello e molto ben conservato, però non c'è traccia di tombe, salvo un paio. (nella foto a lato un particolare delle splendide arcate gotiche del chiostro).






Abside della Chiesa di Sant Domenech Il direttore della biblioteca universitaria, adiacente al chiostro, ha accettato di guidarci nella chiesa dei domenicani, sede dell'aula magna ma chiusa al pubblico per lavori in corso. Nemmeno lì, però, c'era alcuna tomba.
Sconfitti ma non disposti alla resa, abbiamo visitato una libreria antiquaria (Gerona rigurgita di librerie).

Facciata della Isglesia de Sant Domenech Da lì ci hanno rimandato a una libreria cattolica, che si è rivelata utilissima: possedeva infatti una recentissima biografia di Eymerich in lingua catalana, scritta da un professore del liceo di Gerona (J. Brugada i Gutiérrez-Ravé, "Nicolau Eimeric (1320-1399) i la polèmica inquisitorial", ed. Rafael Dalmau, 1998). La bibliografia del libro ha guidato i nostri passi successivi. Il giorno dopo siamo tornati nella biblioteca universitaria, a consultare la raccolta degli "Anales del Instituto de Estudios Gerundenses", con molti articoli su Eymerich, il suo maestro Dalmazio Moneri e i suoi più stretti collaboratori.
Un saggio riportava il testo delle iscrizioni funebri relative ai domenicani morti nel convento. C'era anche quella riguardante Eymerich ("Praedicator veridicus, inquisitor intrepidus, doctor egregius."), ma nessuna indicazione sul luogo di sepoltura. Mancavano però due numeri degli annali, forse contenenti indicazioni importanti...
Nuovo salto nella libreria cattolica, però senza risultati (salvo la scoperta sorprendente che il direttore della facoltà di teologia dell'università di Barcellona, nella sua prolusione all'anno accademico 1997, dedicata alla lotta di Eymerich contro il filosofo Raimondo Lullo, mi ha citato e ha riportato i titoli dei miei romanzi...).

Il Magister nel chiostro della  Chiesa di Sant Domenech Il giorno dopo cerchiamo dunque l'Instituto de Estudios Gerundienses, che ha sede presso l'Archivio storico minicipale di Gerona. Di lì ci rimandano alla biblioteca comunale. Troviamo gli annali mancanti, ma non ci sono di nessuna utilità. Troviamo però anche la biografia di Eymerich scritta alla fine dell'Ottocento dallo storico Emilio Grahit. Lì vediamo che parla sì della
lapide sulla tomba di Eymerich, ma come di qualcosa che era esistito in passato, ma ora (cioè già al tempo di Grahit) non si sa dove sia...
Disfatta totale? Niente affatto! Acquistiamo in una libreria turistica un libriccino sulle curiosità di Gerona. Da lì apprendiamo che le lapidi dei frati di S. Domenico esistono ancora! Furono asportate e usate per coprire le pareti di una profonda cisterna, ospitata in una torre cilindrica sovrastante il chiostro del convento.
 

Cisterna 




 
Avevo notato quella torre. La mattina seguente vi corriamo. Dall'alto, dove si affollano i turisti che vogliono ammirare il panorama della città, non è possibile scendervi. Una scala impervia che sale dal basso è resa inagibile dalla vegetazione che l'ha ricoperta. A quel punto, la ricerca è finita. Probabilmente, la lapide della tomba di Eymerich è in quel pozzo
inaccessibile. Non potrei immaginare sacello più degno.









Saragozza (Zaragoza in spagnolo), capoluogo dell'omonima provincia, si trova nella fertile regione posizionata ala confluenza dei fiumi Ebro, Gàllego e Huerva. Era l'antica Salduba celtiberica, poi colonia romana con il nome Caesaraugusta ; che divenne Saraqustah nel X e XI secolo, epoca dell'emirato moresco, in questo periodo divenne un importante centro di traffici commerciali. Mantenne ed accrebbe la sua importanza quando fu eletta capitale dell'Aragona (secolo XII-XV).
Oggi e' un citta' modernissima con banche e societa' di assicurazioni in ogni angolo.

Aljaferia, veduta della fortezza da oriente e Torreon del Trobador  Nell'Aljaferia (in gran parte ricostruita, dopo innumerevoli distruzioni belliche) ho potuto vedere (dall'alto) la cisterna che avevo descritto in "N.E., inquisitore", e il parapetto su cui venivano trovati i bambini a due facce. Direi che il tutto corrisponde abbastanza alla mia descrizione, inclusa la torre dell'Inquisizione e la chiesetta in cui Eymerich si impadronisce della carica.

particolare arabeschi del Patio de Isabel 









Aljaferia, Lato sud del Cortile de Isabel 









Aljaferia, Torre del Trobador 









Il Magister davanti alla porta del Justicia D'Aragon 










Impressionante la cattedrale, detta "La Seo". Non solo per la sua enormità e la sua eleganza, ma anche per la presenza ricorrente di altari ed effigi di San Dominguito, un bambino che nel XIII secolo sarebbe stato vittima degli "omicidi rituali" dei perfidi giudei... Intere cappelle, dipinti e sculture sono dedicati all'inquisitore Pedro Arbuès e ad altri stinchi di santo...

Torreon de la Zudra 
Numerosissimi, nelle librerie, i testi che difendono o esaltano l'Inquisizione, con capitoli intitolati "L'arroganza degli ebrei", "I delitti giudaici", "La perfida stirpe" e simili. Per fortuna, ho l'impressione che la Spagna di oggi se ne sbatta abbastanza di simiili porcate.



Informazioni, chiarimenti, discussioni at Contact point  giovanni.secondulfo@inwind.it 

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