Final revision 31
Dec. 1999
Latest update 14 Sept. 2001 after Lorenz's monograph of Zoila |
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![]() Gli esemplari tipici della Popolazione C conservano alcuni caratteri propri delle due popolazioni precedenti: - il dorso torna ad essere bianco latte anche se è sovente densamente maculato di bruno, - il callo marginale e quello basale sono ancora fortemente pronunciati anche sul lato labiale, conferendo alla base una marcata convessità; - manca o è scarsamente visibile la fascia marginale; - i denti labiali si presentano ancora piuttosto estesi, talvolta arrivando a congiungersi con le macchie brune in prossimità del margine, almeno nella parte posteriore. Altri caratteri preannunciano invece quelle modificazioni che sono tipiche della Popolazione D: - la sagoma si fa piuttosto allungata e sovente più globosa che nelle forme precedenti; - solo traccie della pigmentazione diffusa giallo/arancio/bruno della base sono ancora presenti. |
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![]() ![]() ![]() ![]() D1 - Both dived 40m., Cervantes ![]() ![]() ![]() ![]() D2 - All dived 15-25m., Perth Area |
![]() Per le rilevanti implicazioni tassonomiche, anticipo che, a mio parere, l'olotipo appartiene inconfondibilmente a questa popolazione ed in particolare alla sub popolazione di acque profonde D1 o D3 e non a quella di acque basse D2, come si è a lungo ipotizzato (anche e soprattutto per la mancanza di un buon numero di esemplari di profondità). In apparenza la varietà di acque profonde, soprattutto
nella sub popolazione D1, sembra conservare, nel suo aspetto generale,
alcune delle caratteristiche delle popolazioni più nordiche e ciò
ha indotto anche autorevoli cipreologi a ritenerla una prosecuzione, limitata
alle acque profonde, della Popolazione C. Tuttavia, alcune semplici
osservazioni sembrano indurre la conclusione qui adottata che si tratti
di una unica ampia popolazione che si distribuisce in modo graduale e continuo
dalle basse profondità (anche dell'ordine dei 10 m) fino a profondità
notevoli ed inaccessibili ai diver (oltre i 70 m.). Anche gli esemplari
di acque profonde acquisiscono infatti quei caratteri, comuni agli esemplari
di acque basse, che proprio qualificano e rendono immediatamente riconoscibile
questa popolazione:
Quale sia il limite meridionale di questa popolazione è, ancora una volta, una questione incerta. D3 potrebbe infatti nuovamente caratterizzarsi come sub popolazione di confine, con sovrapposizioni con la Popolazione E e la conseguente presenza di esemplari ibridi, dall'attribuzione incerta. NdA: Certamente lo studio delle sub popolazioni di confine costituisce una componente di grande interesse collezionistico, oltre che scientifico. Rinnovo quindi ancora una volta l'invito a fornire materiale (conchiglie sia di interesse collezionistico, sia di studio), notizie ed immagini che possano contribuire a portare un po' di ulteriore luce su questa meravigliosa specie. |
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![]() E1 - Albany area ![]() E2 - Giant specimen (72mm) from Esperance |
![]() Dapprima più piccola e sempre molto rara (F1), assume la sua veste più tipica tra Ceduna e Port Lincoln (F2), spingendosi fino A Kangaroo I. e forse anche più ad est, in una forma dalla maculazione dorsale più scura e marcata (F3). Al di là delle piccole differenze segnalate, i caratteri distintivi della popolazione sono: - la sagoma piuttosto tozza e molto globosa; - il colore rosato del dorso con maculazioni tonde e nette, più o meno scure ma sempre molto caratteristiche; - la spira molto esposta fino a conferirle un aspetto giovanile; - l'assenza della fascia marginale; - la pressochè totale assenza di marginazioni, soprattutto al centro del lato colummellare. |
![]() F1- Est G.A.B. ![]() F3 - Kangaroo I. |
![]() English version coming soon |
![]() I più pazienti e i più interessati ad addentrarsi nei meandri delle problematiche tassonomiche, sono invitati a proseguire e a dare sfogo alle proprie attese nella succesiva pagina 3, dove potranno trovare una proposta definitiva di classificazione del complesso di marginata, coerente con le regole dettate dal Codice Internazionale per la Nomenclatura Zoologica (I.C.Z.N.), con le peculiari proposte di Schilder in tema di classificazione e di simbologia tassonomica, nonchè ... con le mie personali convinzioni. Tuttavia, per i più ansiosi di conoscere quali delle popolazioni incontrate siano meritevoli di una classificazione come sottospecie e quali invece debbano più prudentemente essere relegate al rango di varietà o forma, una proposta di classificazione più semplice e "tradizionale" è riportata nella successiva tabella. Si noti tuttavia come il ricorso al più usato ma generico concetto di forma non consenta di apprezzare il (possibile) legame filogenetico tra i vari taxa. Non consente, ad esempio, di cogliere che la "forma lutea" non è che una, benchè notevole, delle varianti di acque basse di "ketyana". Come tale, potrebbe non interessare in una collezione non ultra specializzata in cui sia, ad esempio, già presente un esemplare della "forma hypermarginata". Analogamente però, si rischierebbe di considerare intermedians alla stessa stregua di lutea mentre l'importanza filogenetica, e quindi l'interesse per quest'ultima, dovrebbe essere decisamente superiore. |
![]() According to the data provided, an hypothesis of taxonomical classification of this complex group becomes possible. A synthetical semplified version is represented in the following table. The most patient people and the most interested in to examine closely the taxonomical problems must go further on to the next Page 3. |
"Traditional" classification of marginata
complex
with minor adjustments after Lorenz's monograph of Zoila, sept. 2001 |
Populations |
1. Zoila marginata ketyana
Raybaudi
1978
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A
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