A colloquio con Arrigo Boldrini, presidente dell'Anpi per ricordare Antifascismo e Resistenza: per comprenderne il significato attuale

Leggendario Bülow

Carlo Benedetti

Liberazione 25 aprile 1998

Si dice, da sempre, con tanto affetto e con tanto orgoglio: "Eccolo il comandante Bülow". E il personaggio è lui, il leggendario Arrigo Boldrini, uno degli eroi della nostra Resistenza. Ma sono in pochi a ricordare come e perché è nato il suo nome di battaglia, Bülow appunto. La storia parte da molto e molto lontano. Perché - narrano le cronache - c'era un generale prussiano, un Conte, di nome Friedrich Wilheim Bülow che si distinse grandemente nelle campagne contro Napoleone, sbarrando nel 1813 la via di Berlino al maresciallo Ney e contribuendo efficacemente alle vittorie di Lipsia e di Waterloo. Vicende da vecchi testi scolastici, lette in anni giovanili. Eppure... Eppure in un lontano giorno della nostra Resistenza l'Arrigo Boldrini partigiano si trova a discutere con altri compagni un piano d'attacco contro l'invasore tedesco. È il giovane Arrigo che, con la consueta lucidità, parla da stratega. Illustra i piani, indica soluzioni, appronta tutto un piano generale. E un partigiano che si trova accanto a lui, ricordando di aver letto da qualche parte la storia e le vicende di uno stratega del passato azzarda un paragone: "Ma che bravo il nostro Arrigo, sembra proprio Bülow". Appunto il leggendario personaggio passato alla storia tanti e tanti anni prima. E così nasce il mito di Bülow, uomo dai nervi d'acciaio. Ma nello stesso tempo pacato e riflessivo. Un uomo al quale dobbiamo tanto. Eccolo Bülow che parla a "Liberazione" sulla Liberazione
Qual è il significato di questa manifestazione di Milano? L'Anpi dice: la storia non si processa e ribadisce i concetti di democrazia, giustizia, unità nazionale. È una attualizzazione di una battaglia che dura da sempre, ma che oggi assume un valore particolare. Perché?

La data del 25 aprile ha un significato storico e politico che ricorda tutta la fase dell'insurrezione popolare con un contributo nazionale prima dell'arrivo degli alleati sottolineando anche le deliberazioni dei Comitati di Liberazione Nazionale per la nomina dei sindaci, presidenti delle provincie, questori e prefetti del nord Italia, per la valida ripresa della democrazia che gli stessi alleati dovettero accettare.

È vero anche che dopo il 25 aprile vi furono zone che dovettero continuare a combattere fino ai primi di maggio come nel Friuli ed altrove.

Il 25 aprile sottolinea quindi, il valore nazionale secondo una strategia che viene da lontano con il sacrificio degli esiliati, dei perseguitati politici, dei carcerati che rappresentano il contributo nazionale dell'antifascismo. Anche per questo respingiamo l'interpretazione di chi considera la Guerra di Liberazione come una guerra civile invece di sottolineare che con la stessa riscossa dell'esercito, con i partigiani, gli internati, si è combattuto per la libertà di tutti salvaguardando l'unità territoriale dello stato da alcune rivendicazioni di altri paesi.

A Milano con te, compagno Boldrini parlano personaggi come Napolitano, Cofferati, Granelli, Cossutta. Esponenti importanti di schieramenti diversi. La celebrazione del 25 aprile assume quindi, anche nella scelta degli oratori un particolare significato istituzionale. Puoi illustrare il significato di questa scelta?

Con questa manifestazione di Milano - che è a carattere nazionale - abbiamo inteso sottolineare il valore storico, politico ed unitario quale patrimonio di tutti gli italiani con una attenta riflessione sulla partecipazione di donne e uomini che hanno dato il loro eccezionale contributo alla conquista della libertà e della democrazia. Sappiamo infatti tutti di aver scritto una pagina indelebile di storia nazionale ed internazionale che rappresenta, appunto, il patrimonio generale del nostro paese. Si tratta di una conquista eccezionale che va rilanciata in ogni occasione, in ogni momento.

Antifascismo e Resistenza sono stati momenti alti della storia d'Italia, alla base della nascita della Repubblica e della sua Costituzione. Ne rivendicano, quindi, i valori e l'attualità contro tutti i tentativi di ridimensionarli o relegarli in soffitta...

Siamo assolutamente convinti della necessità di un'attenta e puntuale valutazione storica condotta con gli strumenti dell'indagine scientifica, che rifiuti ogni agiografia e auspichiamo, nel contempo, un confronto e un dibattito. Con la capacità, sempre, di trattare la Resistenza con la più ampia documentazione e disponibilità critica. Il giudizio sul passato e l'alto impegno civile e popolare sollecitano la nostra partecipazione a tutti i livelli della vita della società nazionale e della società di altri paesi dei quali conosciamo il corso del processo democratico. Ma non si può dimenticare che le conquiste per la libertà, la pace, i diritti civili sono state in passato l'obiettivo di un'élite, ma nel corso dei decenni con le lotte di diverse generazioni si sono affermate quali valori universali del nostro tempo. Più volte abbiamo riconsiderato che questo secolo comprende la storia del nazifascismo, del totalitarismo dei campi di concentramento, dei genocidi, della peste atomica. Non dimenticando che l’ultimo conflitto contro il nazi-fascismo ha segnato per la Resistenza europea una grande somma di sacrifici, con una partecipazione che non ha precedenti. Ebbene, non sempre sappiamo se le collettività si siano liberate da concezioni totalitarie ed avventuristiche. Sappiamo che sono in corso processi nazionali e popolari per nuove conquiste democratiche secondo loro specifici dettati costituzionali. E che per noi Resistenza e Antifascismo rappresentano l'indirizzo di fondo per, l’affermazione della democrazia nel nostro paese. Mi sembra giusta quindi l'estensione dell'analisi del fascismo e dell'antifascismo al contesto europeo. L'unità dell'Europa sta compiendo significativi passi in avanti. Ed è un progetto politico che interessa centinaia di milioni di persone, una grande idea-forza per rinnovare la politica e realizzare uno sviluppo solidale sulla base dei valori della libertà, della responsabilità, della giustizia e della solidarietà.

Noi dobbiamo oggi ricordarci sempre che negli anni oscuri della dittatura, quando molti antifascisti erano confinati nell'isola di Ponza e in altre diverse località, Altiero Spinelli con altri compagni indicavano già la via per un'Europa unita.

Abbiamo compiuto, sino a questo momento, un excursus a tutto campo. Ed è proprio per questo che ricordando Antifascismo e Resistenza parliamo anche di quello che viene definito il rilancio dell'Anpi a livello giovanile. Vuol dire, questo, che comincia una nuova fase dell'associazione dei partigiani?

Per quanto riguarda l'Anpi da tempo si accettano le adesioni di antifascisti di ogni età per una collaborazione politica e culturale, ma sempre con il carattere di un volontariato impegnato e coerente con le scelte statutarie approvate dai Congressi nazionali.

Le domande ad uno come Bülow sarebbero ancora infinite. Sappiamo che Boldrini cita sempre la sua terra d'origine e anche questa volta, forse, è il caso di fare un riferimento all'Emilia-Romagna...

Posso solo ripetere con un grande cesenate, allievo di Giosué Carducci, Renato Serra caduto nella prima guerra mondiale, che vi sono giorni uguali ed inquieti, ma per molti di noi sono motivati dalla somma di esperienze personali e collettive per un continuo apporto civile e morale alla Repubblica fondata sul lavoro e a una Europa di pace e di solidarietà, secondo i grandi insegnamenti della stessa Resistenza europea.

Divisione Garibaldi, Ravenna

Arrigo Boldrini, medaglia d'oro della Resistenza. Presidente nazionale dell'Anpi. È stato l'organizzatore e il comandante dei primi nuclei partigiani nel ravennate e della divisione "Garibaldi di Ravenna". Fu poi l'animatore e l'organizzatore della XXVIII Brigata Garibaldi che combatté dal gennaio alla fine del maggio 1945 e che fu una unità riconosciuta dal Comando alleato. Schierato sulla destra del fiume Reno, nella zona delle Valli di Comacchio, alle dipendenze del gruppo di combattimento "Cremona" si distinse portando i suoi uomini sino a Venezia