Dal Baltico fascismi sconosciuti Carlo Benedetti |
Liberazione 10 aprile 1998
Il Baltico e i suoi fascismi sconosciuti, tenuti nascosti nel periodo sovietico da un potere che aveva rimosso il problema sia col silenzio-stampa che con un controllo del "territorio" effettuato dai servizi di sicurezza e dalla polizia politica. Si credeva così di aver messo in archivio (riducendoli al silenzio) gli anticomunisti ed antisemiti della "Croce del Tuono" in Lettonia; gli avanguardisti nazionalisti della "Wabse" in Estonia: i fascisti della setta "Lupi d'acciaio" in Lituania e le formazioni paramilitari "Lapua" della Carelia.
Ma ora, con la nuova situazione che si è creata nell'area baltica sono in molti - pur se già anziani - a rialzare la testa senza condannare il passato, senza alcuna revisione, senza il cambio delle sigle. E così ci si trova a fare i conti con le filiali di una nuova "internazionale fascista". Che ritrova, ora, in Lettonia (lo vediamo con i legionari delle SS che sfilano a Riga) un forte punto di appoggio. Quasi un segnale per tutti i fascismi ancora "sconosciuti" che si aggirano nel cuore dell'Europa.
E, in particolare destano serie preoccupazioni questi fascismi nordici che abbiamo trascurato e che, invece, hanno lavorato attivamente in tutti questi anni. Perché questa è la tragica realtà. Perché si scopre che quelle forze che credevamo scomparse - almeno quelle del Baltico - sono presenti e trovano appoggi in ambienti economici nazionali ed esteri.
Per la Russia si aprono, quindi, grossi problemi. In primo luogo di concreta convivenza perché i russi del Baltico sono invitati ad andarsene. Le forme sono quelle del terrorismo politico e dell'emarginazione. E Mosca si vede costretta - quanto a rapporto col governo di Riga - a ricorrere alle sedi europee, a far valere i principi internazionali dei diritti dell'uomo, a protestare e minacciare (ma ora anche ad attuare) sanzioni economiche.
Ma tutti sanno che il virus non tocca solo il Baltico. C'è il rischio di un risveglio fascista anche in altri paesi. Perché potrebbero tornare a farsi vivi gli antisemiti della Polonia; gli uomini delle "Croci frecciate" dell'Ungheria con i seguaci di Horthy; le "Guardie di ferro" che seminarono paura e morte tra il 1927 e il 1939 in Romania. E per restare nell'ambito dell'ex Unione Sovietica si potrebbe tornare a parlare di quel movimento nazionalista ed antirusso, dell'Ucraina occidentale di Bandera. Per non parlare (ma già se ne parla, e come!) dei fascisti russi, quelli che seguivano Kaminsky e Chenko per combattere contro i partigiani e quelli che avevano formato gli squadroni agli ordini del generale Vlasov. Si può dire che soffia un brutto vento dall'Est.