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Anno Zero
Sulle pagine della rinnovata Urania, questo mese, trova posto la prima edizione economica italiana dell' ultimo capitolo della saga fantascientifica più appassionante: La FONDAZIONE Asimoviana.
"Fondazione Anno Zero", è stato l' ultimo sforzo letterario del 'buon dottore', soprannome con cui Isaac ASIMOV era conosciuto fra il publico dei suoi fedeli lettori.
Nato in russia nel 1920 ed emigrato negli U.S.A. ancora fanciullo, ASIMOV è stato uno dei grandi padri fondatori della fantascienza moderna.
I suoi esordi risalgono agli anni '40, quando cominciò la pubblicazione di racconti sulle pagine di Astounding Stories, periodico culto per la S.F. americana di quegli anni. Sotto la guida iniziale, a volte dura e irremovibile, dell' editore John W. CAMPBELL.
Proprio in una delle lunghe e stressanti discussioni letterarie che il nostro ASIMOV intraprendeva con l' editore, vennero poste le basi per i racconti sulla Fondazione. Lo spunto iniziale fu la rilettura del testo di GIBBONS: "Il declino e la caduta dell' Impero Romano". Da qui l' idea di narrare le vicende della caduta di un impero galattico e dell' intertempo che ne sarebbe derivato, fino alla rinascita.
Da questa idea nacquero otto racconti lunghi che, a partire dal maggio del 1942 e fino al gennaio del '50, vennero pubblicati a puntate proprio sulle pagine di Astounding.
In seguito, ormai stanco di questo ciclo, il nostro autore abbandonò per lungo tempo le vicende della Fondazione, senza sapere di aver ormai innescato una bomba a tempo. Legioni di sempre nuovi lettori finirono con l' appassionarsi a questo splendido affresco galattico, che unisce la grandiosità del colossal fantascientifico con una sottilissima analisi di tutti i caratteri umani, sociologici e politici.
L' azione fisica non manca, ma molto più intensa e dinamica è l' azione della diplomazia e la suspence del tessersi delle relazioni umane.
Il tutto unito ad una tecnologia sempre presente, di cui si conosce la necessarietà ma della quale se ne scorgono anche i limiti.
Non và dimenticato, infatti, che ASIMOV era un professore e ricercatore universitario. E proprio con l' obbiettività di un uomo abituato alla logica del metodo scientifico, egli tratta l' uso della tecnologia nel suo mondo fantastico. Quindi sebbene siano possibili viaggi lungo distanze cosmiche, la loro attuazione non avviene con il semplice abbassarsi di una leva, e nemmeno per miracolo. Asimov ci spiega la difficoltà di lunghi e complessi calcoli, e rende così veritiero il rigore dei meccanismi che non si può fare a meno di credere possibile quanto narrato.
Inoltre, da bravo giallista, era estremamente abile nell' intrecciare e nello svolgere le maglie della narrazione, fino a catturare il lettore in una spirale dalla quale è possibile sfuggire solo con la rivelazione finale.
Detto cosi, a prima vista, le opere del Buon Dottore possono apparire noiose. Eppure basta soffermarsi nelle descrizioni dei caratteri o seguire il dipanarsi di una deduzione, per rimanere affascinati dal realismo dello scenario in cui si muovono i suoi personaggi. Le originarie otto storie della fondazione, vennero pubblicate in edizione rilegata dalla casa editrice gnome press. Nel 1951 esce "Foundation" (Prima fondazione) che comprende un introduzione e i primi 4 racconti. Seguono, nel '53 e nel '54 rispettivamente, "Foundation and Empire" (Fondazione e Impero), con i racconti cinque e sei, e "Second Foundation" (Seconda Fondazione), che racchiude gli ultimi due racconti originari. Tutti e tre i volumi insieme costituiscono la famosa "Trilogia della Fondazione", che vinse, nel 1966, il premio 'Hugo' come "Miglior ciclo di tutti i tempi" battendo "Il Signore degli Anelli" di TOLKIEN.
Sedici anni dopo, scoppia la bomba innescata nel '50. Le pressioni degli ammiratori e degli editori costringono ASIMOV a proseguire con la storia della fondazione.
Il 25 marzo 1982, ASIMOV consegna agli editori il quarto capitolo della sua saga: "Foundation's Edge" (L'Orlo della Fondazione), che viene pubblicato nello stesso anno. Il successo è immediato. Il buon dottore si stupisce nel constatare quanti giovani si siano appassionati alle vicende di una saga iniziata quando ancora non erano nati.
Nonostante le forti insistenze per un nuovo capitolo della fondazione, ASIMOV preferisce continuare con le storie sui robot. Nascono "The Robots of Dawn" (I Robot dell'Alba) e "Robots and Empire" (I robot e l'Impero), che chiudono il ciclo dei robot unendolo a quello dell' Impero. Inoltre in "I robot e l' Impero" vengono poste le basi per la grande unificazione con il ciclo della fondazione.
Questa unificazione si compie con l' ultimo capitolo della fondazione che vede la luce nel 1986 con il titolo di "Foundation and Earth", (Fondazione e Terra).
Naturlamente la vicenda non finisce qui. Nuove insistenze convincono, anzi costringono, ASIMOV ad inventare un nuovo capitolo che viene ambientato in un epoca precedentre gli altri. È "Prelude to Foundation" (Preludio alla Fondazione), il cui protagonista è proprio Hari Seldon, il padre della 'psicostoria', l' immaginaria, seppur rigorosa, scienza sulla quale si basa tutto l' affresco della fondazione.
Ormai siamo giunti alla fine della storia. Una fine, forse, decisa solo dalla morte del nostro Buon Dottore.
Isaac ASIMOV si spegne nel 1992, con la soddisfazione di aver concluso il lavoro letterario di tutta una vita. Riesce a terminare l' ultimo capitolo della fondazione. "Forward the Foundation" (Fondazione Anno Zero) è l' addio al suo pubblico da parte di un autore che con la sua ironia, fra sprazzi di simpatica superbia, ha sempre saputo coinvolgere i lettori sia che narrasse avventure immaginarie, sia divulgando le teorie della scienza.
Inizio Pagina Dove non diversamente indicato i testi sono di Massimo FERRI Inizio Pagina