RACCONTI


Luca LUCENTE - IL PUZZLE
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Spesso niente è come sembra e spesso quindi la realtà non è come la si dipinge.
Da bambino avevo paura del buio. Credevo che nell' armadio ci fosse un mostro pronto ad uscire non appena spegnessi la luce. Non sarei mai sceso in cantina da solo... Forse questo in un certo senso mi ha aiutato ad accettare tutta questa strana storia che mi preparo a raccontare. Paure infantili? Non lo so... posso solo dire, anzi posso affermare con certezza, di non essere più così tanto scettico. A volte un' esperienza può anche uccidere.
Devo fare in fretta, anche perchè non ho molto tempo prima che il mio compagno di stanza finisca il suo lavoro. Devo sbrigarmi a battere, tutto è affidato al computer. Spero che la luce non se ne vada, tutto sarebbe inutile. Mi sono già dilungato troppo... inizio subito.

BOBBY

Bobby frequentava ormai l' ultimo anno dello Stansford's College, i suoi voti erano nella media, una media più che buona. Bobby tuttavia pur potendo dare di più, aveva le capacità per ottenere forse la migliore media della scuola, preferiva dedicarsi, nel tempo libero, ai suoi hobbies. Ne coltivava infatti molti e tra i più diversi.
Collezionare bigliettini da visita e ricevute fiscali potrebbero essere considerati hobbies frivoli ed apparentemente privi di ogni utile introito, tuttavia queste "passioni" erano solo due tra le tante di Bobby.
Per nulla eccentrico, Bobby, "viveva" soltanto in camera sua, abbandonata per altro al più completo caos primordiale. Era difficile entrare in quella camera senza urtare o inciampare in qualcosa.
Al centro della sua camera Bobby teneva un enorme tavolo da disegno. Si dilettava nel disegno con qualsiasi tecnica, ed era anche molto bravo. Una volta aveva anche venduto alcuni suoi lavori in una delle tante mostre estive della

scuola.
Avrebbe compiuto i suoi "18" l' indomani ma non avrebbe tenuto la solita festa con amici ed amiche, parenti vicini e lontani. A chiunque avesse chiesto di lui, la famiglia avrebbe risposto semplicemente:
-Bob? E' andato a rovistare!
Bon questa semplice frase i genitori (i miei) di Bobby intendevano il figlio intento a ricercare nuove aggiunte per le sue varie collezioni in qualche negozietto particolare. In effetti sarei un bugiardo se negassi che Bobby (mio fratello maggiore) non avrebbe neanche festeggiato con noi.
Fu un giorno maledetto quel 22 maggio del 1976, tutto cominciò allora.
A volte penso che sarebbe bastato un piccolo diversivo, una piccola alterazione delle probabilità per far sìche tutto questa storia sembri solo una storia e niente altro.
Purtroppo non andò così e io ho l' ingrato compito di raccontarla.

BOBBY VA A ROVISTARE

Quel pomeriggio dopo aver pranzato, mangiai anche io una delle più grandi fette di torta mai viste, Bobby decise di sfruttare il buono consegnatogli dai nostri genitori per effettuare una proficua ricerca.
Io lo accompagnai. Mia madre al solito gli ricordòdi stare attento a me e di non fare molto tardi, all' epoca io avevo 10 anni. Uscimmo di casa e ci dirigemmo lungo il viale fino ad una delle zone antiche della città.
A Bobby piacevano molto i negozi di anticaglie e cose strane, cosi giungemmo davanti ad una sudicia vetrina con esposti alcuni vecchi quadri con i soggetti più strani mai visti: un paesaggio astratto e non meglio identificato, un cappello, una carrozza senza cavalli al traino. Pregai che non gli fosse venuto in mente di darsi all' antiquariato.

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