MOLFETTA



Abitanti: 68838
Altitudine: 18 mt. s.l.m.
Superficie: 58,26 Kmq
Distanza da Bari: 28 Km a nord-ovest da Bari
Prefisso: 080
Cap: 70056


Lungo la costa tra gli scogli e il ricco paesaggio compare Molfetta, effervescente cittadina, tra i più importanti centri e porti pescherecci dell'Adriatico meridionale. Qui si svolge il caratteristico mercato del pesce fresco.

Origini storiche

I primi insediamenti umani risalgano al neolitico, infatti nel Pulo, stazione preistorica, sono stati trovati resti dell'uomo dell'età della pietra e dell'età del bronzo. Dal III secolo si hanno invece notizie di un insediamento urbano, nel Medioevo Molfetta si chiamò "Melphi". Alla fine del 1100 divenne un dominio svevo e sede vescovile. Sotto gli Svevi e gli Angioini fu molto fiorente. La sua fortuna continuò anche sotto gli Aragona diventando un importante centro commerciale. Dal 1129 al 1528 fu chiamata "Melphitica". Nei secoli successivi passò sotto vari domini.



L'Itinerario


E' consigliabile visitare il borgo antico di giorno.
Il borgo medievale è situato su un promontorio davanti al porto e conserva la pianta planimetrica a spina di pesce del periodo normanno, con un asse centrale su cui sboccano stradine parallele tra loro.
Sul porto, all'estremità della città vecchia si affaccia il Duomo Vecchio dedicato a San Corrado di Baviera, patrono della città. La tradizione vuole che S. Corrado sia morto in una grotta nei pressi di Modugno dove oggi sorge la Chiesa di Santa Maria della Grotta. Il duomo, costruito tra il XII e il XIII secolo, è la chiesa in stile romanico più imponente di tutta la regione. La facciata, in calcare bianco, disadorna e incompiuta con due alte torri mozze al fianco e sul fronte absidale due campanili a bifore (39 metri). La chiesa è costituita da tre cupole di forma piramidale che ricoprono la navata centrale. L'interno, suddiviso in tre navate, è caratterizzato da stili diversi fusi tra loro quali il romanico insieme al bizantino e al musulmano che regalano un fascino particolare. Sulla destra di chi entra si trova addossata alla parete "l'Acquasantiera del Saraceno" del XII sec., sulla sinistra, nella cappella di "San Michele", un pluteo in pietra del XII secolo rappresentante tredici personaggi ecclesiastici. L'altare centrale è sostenuto da un altorilievo del XIII sec. detto del "Redentore". Sul lato nord, nella cappelletta absidata, una vasca battesimale circolare in pietra.
Nel centro storico si ritrovano anche numerosi elementi barocchi visibili negli edifici seicenteschi e settecenteschi come la Cattedrale nuova, la Chiesa di San Bernardino, la Chiesa e il Convento di San Domenico e la Chiesa di San Pietro.
Da Piazza Vittorio Emanuele II si attraversa Via Vittorio Emanuele II poi Piazza Garibaldi per giungere in Via Tattoli dove sorge la Chiesa e il Convento di San Bernardino fondati nel 1451. La chiesa, ricostruita nel 1585, sorge alle spalle dell' "edicola del Calvario", monumento votivo, (in piazza Garibaldi). Al suo interno possiamo ammirare importanti tele del '500 e del '600, in particolare un trittico su legno di Tuccio da Andria del secolo XV.
Lungo la via principale del borgo, Via Piazza, troviamo la Chiesa di Sant'Andrea, di origine medievale.
Da Via Piazza, oltrepassato l'arco di San Nicola si svolta a destra in Via Sant'Orsola, una delle più antiche vie di Molfetta, qui sorgevano nobili palazzi del '500 e del '600 di cui oggi restano solo gli stemmi sugli archi dei portoni e dei cortili. Sulla sinistra troviamo Palazzo Lattanzio-Passari, poi Palazzo Galante-Gadaleta del 1550, siamo, ora, all'altezza del torrione Passari, imponente costruzione circolare a strapiombo sul mare. A destra resti della "dimora ciquecentesca delle monache benedettine".
Girando a destra in Via della Morte, il cui nome deriva da quello della Chiesa della Congregazione della Morte (che ha per simbolo un teschio sull'architrave del portale), vediamo la facciata, in stile rinascimentale, del Palazzo Nesta.
Si prosegue verso est giungendo in largo Municipio dove ha sede il Municipio: al cui angolo, sulla destra si trova la Sala dei Templari (visitabile con il permesso del sindaco) risalente al XII sec. Sulla sinistra della piazza Palazzo Giovene, in stile tardo-rinascimentale.
Si prosegue per Via San Pietro dove sorge la Chiesa di San Pietro del '600, con un elegante campanile e una facciata barocca. Sorta su un edificio sacro medievale, è annessa al Monastero delle Benedettine del tardo-cinquecento.
Da Via San Pietro si sbocca, nuovamente in Via Piazza sulla cui sinistra botteghe del '300 con porte a banco, da qui attraversiamo Porta della Terra per dirigerci verso Corso Dante , all'inizio del quale si trova la Chiesa del Purgatorio o S. Maria degli Afflitti del '600. La sua facciata, in stile rinascimentale, è ornata da statue in pietra di S. Stefano, S. Pietro, S. Lorenzo e S. Paolo. All'interno una statua marmorea di un angelo, molti dipinti e affreschi sul soffitto, rappresentanti scene bibliche, del molfettese Vito Calò. In questa chiesa sono conservate le sette statue in cartapesta della "Pietà", condotte in processione il Venerdì Santo.
A pochi passi, troviamo la Cattedrale nuova dedicata all'Assunta, edificata nel 1600, rimaneggiata e ampliata nel 1775 quando divenne sede vescovile. All'interno numerose sono le opere d'arte, come una tavola di scuola senese del XVI sec.: il "Transito della Madonna" e una pregevole tela di Tommaso Giaquinto: "l'Assunta" sull'altare del transetto destro. Esempi di barocco in pietra leccese sono la seconda cappella a destra e la prima a sinistra, quest'ultima ornata da tre tele di Carlo Rosa: "Cristo nell'orto, coronato e ornato da spine". Segue la cappella di Sant'Anna e la Cappella di San Luigi. In sacrestia sono conservati resti del coro ligneo intagliato del XV sec., appartenenti al Duomo Vecchio.
Sempre su Corso Dante troviamo la Chiesetta della Trinità e attigua a questa la Chiesa di Santo Stefano. In stile rinascimentale, ospita "I Misteri": cinque statue lignee colorate raffiguranti la Passione di Cristo e che durante la Settimana Santa vengono portate in processione dai fedeli.
Si prosegue per Via San Domenico, strada che costeggia il "Quartiere delle Catacombe", dove incontriamo la Chiesa e il Convento di San Domenico del XVIII sec. Sulla facciata un porticato delimitato da nicchie con le statue di Santa Caterina d'Alessandria e della Maddalena. All'interno, ai lati dell'altare maggiore due quadri di Nicola Porta, nella seconda cappella a sinistra la "Madonna del Rosario" T. Giaquinto. Da notare, infine, la cantoria e il pergamo del XVII sec.


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