Jussi Bjorling



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JUSSI'S VOICE


Gounod:Faust:Salut demeure
Gounod:Romeo e Giulietta:Ah leve-toi soleil
Giordano:Fedora:Amor ti vieta
Verdi:Il Trovatore: Di quella pira
Verdi:Requiem:Ingemisco
Wagner:Lohengrin:In fernem land
Meyerbeer:Africana:O paradiso
Offenbach:Bella Elena:Entrata di Paride
Bizet:Pescatori di perle: Del tempio - con R.Merrill
Verdi:Otello:Si' pel ciel - con R.Merrill
R.Strauss:Cecilia
R.Strauss: Zueignung
Brahms:Standchen
Sjoberg:Tonerna
Foster:Jeanie.....

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Nella notte tra l'otto e il nove settembre del 1960 JUSSI BJORLING si spegneva nel sonno per collasso cardiocircolatorio a soli 49 anni nella sua residenza estiva di Siaro, piccola isola al largo di Stoccolma. Era nato il 5 febbraio del 1911 a Stora Tuna nel distretto centrale del Dalarna, regione celebre per i suoi paesaggi montani, per i suoi boschi, per i suoi laghi e per essere la culla delle antiche tradizioni musicali svedesi. Il padre David fu un buon tenore che riuscì a cantare anche al Metropolitan (nella parte di Rodolfo) e la madre Ester una discreta pianista. È' chiaro che il piccolo Johann Jonathan, chiamato dalla nonna paterna Jussi, nome di origine finlandese, ebbe i primi rudimenti nel canto e nel pianoforte dai suoi genitori che ebbero, oltre a lui, altri tre figli, due dei quali (Olle e Gosta) anch'essi tenori. A cinque anni Jussi cantava già come un usignolo, superando in potenza i fratelli maggiori; il padre, avendo dovuto abbandonare anzitempo la carriera di cantante, di fronte all'entusiasmo e alla capacità dei figli, decise di fondare un trio vocale che chiamò "Trio Juvenile" il quale ebbe un tale successo in patria dal 1916 al 1919 da essere richiesto per un giro artistico negli U.S.A., per un pubblico da sempre molto sensibile al fascino dei fanciulli prodigio. Nel 1924 la prima data storica per Jussi: cantò infatti alla presenza di Re Gustavo V di Svezia il quale fu profondamente colpito dalla voce già incredibilmente sicura e timbrata di quel ragazzino dal volto simpatico e paffutello. Dopo la perdita della mamma, nel 1926 dovette subire anche quella del padre, così a soli 15 anni egli si trovò quasi completamente solo, avendo dovuto abbandonare, per ragioni economiche, la compagnia degli altri fratelli. Questo fatto naturalmente influì negativamente e in modo duraturo sul carattere dei ragazzo che da allegro e gioviale che era, divenne sempre più taciturno e chiuso in se stesso. Solo nel canto ritrovava una grande fiducia e una qualche ragione di vivere e di realizzarsi. Nel 1928 iniziò ad esibirsi come cantante solista (per necessità economiche anche come cantante di musica leggera sotto lo pseudonimo di Erik Odde) in un repertorio che comprendeva anche canzoni in voga, tanghi. valzer e canti popolari. Intanto con i primi guadagni si era potuto iscrivere al Reale Conservatorio di Stoccolma e sempre nel 1928 fu notato dal celebre tenore svedese Carl Martin Oehmann che ne intuì le capacità e lo presentò al baritono e allora direttore dell'Opera Reale di Stoccolma, )ohn Forseli, il quale si commosse a tal punto, durante l'audìzione, da dover abbandonare pre-cipitosamente la sala con una scusa qualunque. Per l'interessamento dello stesso Forsell eccolo nel 1929 alla Reale Accademia di Musica di Stoccolma, dove nel giro di un solo anno riuscì a terminare i suoi studi sotto la guida dello stesso Forsell (per l'opera tedesca), del tenore Joseph Hislop (per l'opera francese) e del maestro Tullio Voghera (per l'opera italiana). Per la preparazione degli spartiti ruolo determinante ebbe il maestro Nils Grevillius che rimarrà per sempre il Suo Maestro prediletto. Nel luglio del 1930 (a 19 anni, caso forse unico nella storia del canto) avvenne l'esordio nella parte del Lampionaio della Manon Lescaut di Puccini e nell'agosto dello stesso anno il debutto vero e proprio nella parte di Don Ottavio nel Don Giovanni di Mozart con John Forsell protagonista. Dal 1930 al 1935 cantò esclusivamente nella Scandinavia, mentre nel 1936 lo troviamo già in un grande teatro europeo, la Staatsoper di Vienna (Aida sotto la direzione di Victor De Sabata). Grande fu l'impressione che la sua voce destò nel nostro illustre Direttore il quale tentò con ogni mezzo di portare la giovane promessa in Italia e precisamente alla Scala ma per una questione di contratti non se ne fece più nulla. I giorni seguenti i giornali di tutta Europa parlarono di lui a caratteri cubitali: "la dolcezza di Gigli e la potenza di Caruso" essi dissero. Dal 1936 al 1938 affrontò con i più celebri direttori del tempo i più importanti teatri d'Europa, finchè, proprio nel 1938, approdò al Metropolitan di New York, esordendovi nella Bohème. Da allora fino al 1960, salvo poche eccezioni, tutta la sua attività fu accentrata negli U.S.A.. Comunque, ogni anno, puntualmente, passando per Copenaghen (concerti al Tivoli), ritornava nell'amato Teatro Reale dell'Opera di Stoccolma dove gli erano riservate due o tre opere per stagione. In Italia cantò solo tre volte: due alla Scala (1946 nel Rigoletto e 1951 nel Ballo in Maschera), una al Maggio Musicale Eiorentino nel Trovatore (1943). Nel 1958 in Svezia, durante l'aria del I' atto della Tosca per un improvviso malessere la voce gli venne meno e dovette essere sostituito. Fu questa la prima grave defaillance della sua trentennale carriera e forse fu il primo segno del male che doveva manifestarsi appieno due anni dopo. Si riprese tuttavia molto presto tanto è vero che il 1959 fu una delle sue stagioni piu' fortunate. Ma, purtroppo, nell'aprile del 1960, alla fine del 1° atto di Boheme in una recita al Covent Garden di Londra, alla presenza della Regina Elisabetta, ebbe un attacco di cuore; ripresosi,dopo un lungo intervallo, volle ugualmente portare a termine la recita e questo fu il suo primo grave errore. Il secondo fu la decisione di continuare a cantare nonostante il parere sfavorevole dei medici. Così, come già ricordato, nel settembre del 1960, a soli 49 anni, si spegneva un artista senza dubbio degno di figurare tra i più grandi tenori del nostro secolo.

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1997


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