Mario Prina


L'immenso Tsavo è probabilmente il più esteso parco di tutto il mondo coprendo una superficie di quasi 21.000 km quadrati. E' diviso in due dalla strada nazionale che da Mombasa conduce a Nairobi e le due parti vengono chiamate East Tsavo, più piccolo, e West Tsavo, immenso territorio che arriva al confine con la Tanzania e da cui nei giorni limpidi (rari) si può godere della vista del Kilimanjaro.

Per percorrere Tsavo con calma ci vogliono diversi giorni e normalmente il visitatore non è soddisfatto del safari perchè pensa di aver visto pochi animali. Quindi vengono preferiti altri parchi più rinomati come Masai Mara, Amboseli o la grande prateria del Serengeti. Il motivo è presto detto: a Tsavo è severamente proibito il fuoripista per conservare al massimo l'ambiente quindi se gli animali non sono nei pressi della pista non si vedono. Però a Tsavo di fauna ce n'è e tanta, basta aver pazienza.

Farid sarà la nostra guida, ci carica su un toyota verde militare e nell'oscurità che precede l'aurora partiamo. Può sembrare strano dire che il paesaggio diventa più selvaggio visto che già siamo partiti da un posto semi rurale ma è proprio così. Non capendo nulla di botanica non posso dirne il nome, ma grandi e maestosi alberi verdi lasciano il posto ai giganti dell'Africa, i baobab dal tronco spropositato e i rami scheletrici e alle acacie da cartolina-con-tramonto che in realtà sono brutte bestie per via di aguzzi pungiglioni lunghi vari centimetri.

Una cosa che noto appena ci avviciniamo a Tsavo è veramente curiosa: fa sempre più freddo e fino a mezzogiorno il clima è da maglione. Non siamo nel deserto dove la notte è gelida ma stiamo lasciando la costa più mite per l'interno più alto.

L'Africa ha alcune tipologie principali di territorio: si va dal deserto a dune (Sahara) alle praterie (Masai Mara) alla foresta (Zaire) ai ghiacciai (Mt. Kenya ecc.) al bush. Il bush (boscaglia) è forse il posto meno suggestivo e spettacolare, è disordinato, un'alternanza di cespugli, alberi, radure e collinette rocciose. Il bush offre protezione a moltissimi piccoli erbivori (e di conseguenza ai loro predatori), ai grossi e pericolosi bufali ai maestosi elefanti ai miopi rinoceronti alle giraffe che pare si muovano al rallentatore.

La fauna africana non è sempre così spettacolare, i primi incontri sono con piccolissime antilopi non più alte di 20 cm., attorno ai cespugli gruppi di faraone zampettano come le galline cercando del cibo e ogni tanto si incontra qualche capanna al cui esterno alcune donne sono intente a raccogliere legna. Non siamo ancora arrivati all'ingresso del parco e già la strada, o meglio, la pista impegna sempre di più le sospensioni del toyota, Farid però guida bene (cosa rara in un africano) infatti ogni tanto rallenta improvvisamente, io non vedo nulla ma lui mi fa notare il sasso, il ramo e altri ostacoli di varia natura.

La vicinanza con il parco ad un certo punto si annuncia con la presenza di un primo gruppo di babbuini i quali, chissà perchè, quando passi ti guardano scocciati e si grattano il sedere!! Ricambio la cortesia con una prima fotografia.

Dopo circa tre ore di macchina ecco l'ingresso di Tsavo, il ranger africano ci da il benvenuto, ci fa sgranchire le gambe perchè per un bel pò non sarà più possibile, sbriga le formalità dell'ingresso e ci da il via libera.