Con l'espressione greca "thema" (pl. themata, ma è usato comunemente anche "themi") si indicava in origine un reggimento dell'esercito; dopo il VII secolo, con il medesimo termine si presero ad indicare le province dell'Impero.
Per quanto riguarda questa trasformazione, e la nascita dei themi-province, esistono due diverse teorie. Secondo la prima, essi furono la più importante riforma dell'Imperatore Eraclio, che assegnò ai corpi d'armata dell'esercito (themi) un particolare territorio, e consegnò ai soldati dei poderi ereditari. In tempo di pace essi sarebbero stati contadini, ed avrebbero pagato le tasse; in caso di incursione nemica si sarebbero istantaneamente mobilitati al comando del loro generale ("strategos" o "katapan", poi "dux"; tuttavia il capo dell'Opsikion si chiamava "komes", e quello degli Ottimati "domestikos") che invece in tempo di pace svolgeva le mansioni di governatore civile della provincia. Una seconda teoria (indubbiamente più suggestiva) fa risalire la nascita dei "themi" al periodo della grande espansione araba. Dopo che i Musulmani ebbero conquistato l'Armenia e la Siria, le truppe bizantine di queste due regioni si ritirarono in Anatolia, rispettivamente nella parte nord-orientale e sud-occidentale; ad esse, per tentare di tamponare l'avanzata nemica, si aggiunsero la guardia personale dell'Imperatore (Obsequium, "Opsikion"), e le truppe della Tracia. Questo concentramento di unità avvenne parte per caso, parte secondo un piano stabilito; negli anni successivi, con gli Arabi che incalzavano la stessa Costantinopoli, tutta l'Anatolia precipitò nel caos più completo. Allora i soldati dell'Armenia, della Tracia, della Siria e dell'Obsequium, lasciati completamente a se stessi, s'impossessarono di lotti di terra abbandonata, divenendo al contempo contadini e soldati (e formando i tre "proto-themi" Anatolikon, Opsikion, Armeniakon) e, in seguito allo sfacelo del sistema amministrativo, i loro comandanti militari divennero anche i loro amministratori civili. Quando lo Stato bizantino cominciò a riprendersi, gli Imperatori non fecero che sancire e regolare lo stato di fatto che si era creato in Anatolia. Ogni volta che si acquistavano nuovi territori, si creavano nuovi themata; come si può vedere dalla mappa generale, nel 1038, momento di grande espansione, vi erano molti più themi che nel X secolo.
In alcuni themi si fornivano navi da guerra e relativi marinai invece di soldati. In questa maniera si disponeva di corpi di cavalleria leggera veloci, pochissimo dispendiosi, avvantaggiati dalla conoscenza del terreno sul quale combattevano e spronati dalla vicinanza delle proprie terre e famiglie, che riuscivano a respingere ottimamente le rapide incursioni degli Arabi. I proto-themi vennero divisi in parti più piccole dopo la guerra civile del 742-3, nella quale divenne evidente come i poteri a disposizione di un singolo strategos fossero troppo grandi. Gli Imperatori successivi presero molte misure per proteggere i soldati-contadini (stratiotai) e le loro terre dalla voracità dei latifondisti, che cominciarono ad avere il sopravvento dalla metà dell'undicesimo secolo, quando, per ironia della sorte, in seguito alla sconfitta degli Arabi l'Asia Minore non era più soggetta alle loro incursioni e quindi possedervi terreni era diventato un investimento sicuro. Sempre da allora fu possibile convertire il servizio militare in una tassa (strateia) che avrebbe permesso di arruolare mercenari. I themi più importanti (e più antichi) erano quelli dell'Asia Minore, come provato dagli stipendi percepiti dagli strateghi. Al tempo di Leone VI, i governatori dei themi d'Anatolia, Armenia e Thrakesion riscuotevano quaranta libbre d'oro annue; quelli dell'Opsikion, Bucellarion e Macedonia trenta libbre l'uno; venti libbre gli strateghi di Cappadocia, Charsianon, Paflagonia Colonea e Tracia; i restanti cinque o dieci libbre. Gli strateghi di alcuni themi "occidentali" non ricevevano uno stipendio imperiale, ma si appropriavano delle rendite del loro thema. Gli "strategoi" non potevano esercitare la carica nella stessa provincia in cui erano nati, e durante l'esercizio della loro carica non potevano costruire o edificare nulla, per uso privato, nella provincia da loro governata, nè accettare doni, nè perfezionare contratti o promettere in matrimonio membri della propria famiglia.
Ultimo aggiornamento: 4/4/1997
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