Carissimi amici,
Spero che stiate tutti bene e penso che vi stiate preparando con impegno al Natale.
Qui facciamo del nostro meglio per far conoscere un po' di più Gesù a questi fratelli Nahuatl e soprattutto ai bambini della catechesi che mi sono affidati (oltre duecento).
Ho una bella notizia da comunicarvi: abbiamo iniziato, in una comunità vicino a Santa Cruz, un progetto che consiste nel dare la colazione ai bambini dell'asilo e a quelli di 1ª e 2ª elementare.
Il governo ha varato da poco un programma di aiuti per i bambini dalla 3ª alla 6ª elementare per cui sono rimasti fuori i più piccoli.
Qui c'è l'abitudine di mandare a casa i bambini durante l'intervallo perché possano fare colazione, perciò non ci è difficile raccogliere i "beneficiati" in un locale e dar loro il mangiare preparato da alcune signore. Da parte nostra finanziamo (col vostro aiuto e con quello di altri) e vediamo che tutto funzioni bene.
La colazione consiste più o meno nel dare una tazza di latte, uova, fagioli e tortillas, perchédi solito il pranzo è alle 16 o alle 17, per cui deve essere consistente e sostanzioso.
Cammin facendo vedremo se è stata una buona idea e se riusciamo a farla continuare per il bene di tanti bambini. In seguito ci potrebbe essere qualche cambio, ma sempre in meglio!
Per il resto continuiamo ad aiutare personalmente gli altri piccoli, però più sporadicamente e secondo le necessità.
Grazie per la vostra generosità!
Per gli auguri natalizi vi rimando alla lettera che ho scritto ad alcuni familiari ed amici (vedi sotto, n.d.r). Il Signore Gesù vi apra i tesori del suo cuore perché possiate amare come lui ama.
BUON NATALE!
Santa Cruz, 3 dicembre 1997
Maria Elisa Corti
«Un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato; il suo nome sarà Dio forte, principe della Pace.» (Is. 9,5)
Carissimi,
che bel regalo aver potuto rivedervi e festeggiare anche con molti di voi i miei venticinque anni di professione religiosa!
Devo confessarvi che in quest'ultima permanenza in Italia sono stata colpita più delle altre volte, forse perché venivo da una realtà tanto diversa com'è l'ambiente indigeno, dalla scontentezza e negatività di fondo degli italiani, abituatisi a brontolare e a criticare tutto per le lenti scure che non riescono mai a togliersi di dosso.
Mi sono chiesta come mai sono scontenti proprio coloro che apparentemente non mancano di nulla.
E' proprio vero che il cuore dell'uomo è insaziabile, alla ricerca continua dell'infinito e, fintanto che occhi e mente cercano cose che non saziano il cuore, questo rimane insoddisfatto.
Sto cercando di imparare dai messicani ed essere più ottimista perché loro, quasi per istinto, sanno trovare sempre il lato positivo della vita e godono di qualsiasi cosa, secondo il loro detto: "Hay que sacarle jugo a la vida!", e cioè "Bisogna tirar fuori il succo alla vita".
Continuo a sorprendermi per la maniera di affrontare la vita dei nostri fratelli Nahuatl senza drammi, angoscia, lamentele Sarà anche per questo che ringrazio il Signore di essere qui.
Un motivo del malessere italiano penso sia dovuto alla scarsità di bambini: io ne ho sentito molto la mancanza.
E' una tale gioia vedere i nostri bimbi di Santa Cruz divertirsi a lungo in gruppo tra risate e grida che si sente davvero la festa della vita! Ci sono anche i momenti di lavoro quando le bambine accudiscono i fratellini o vanno al mulino a macinare il mais, mentre i bambini aiutano il papà in qualche lavoretto o vanno al monte a cercare la legna che portano poi a spalle in fasci.
I bambini sono presenti ovunque, pertanto anche in casa nostra. A volte vengono solo per vedere che cosa stiamo facendo, oppure rimangono nell'entrata a giocare perché è più fresco che in strada; altre volte qualcuno ci aiuta a scopare le foglie del giardino e così riceve qualche caramella o biscotto e se ne va felice.
Ci siamo accorte che alcuni bambini non andavano a scuola per mancanza di mezzi economici e così abbiamo deciso, con la cooperazione di amici italiani, di aiutarne il più possibile.
I frequenti contatti con le loro famiglie e soprattutto con le mamme, mi ha fatto partecipare non solo alle loro difficoltà, sofferenze e preoccupazioni, ma anche delle loro gioie, soddisfazioni e speranze. L'aiuto ha beneficato tutta la famiglia di questi piccoli e qualche papà ha potuto finalmente rifare il tetto della capanna, che ormai lasciava passare la pioggia, o intonacare con il fango le pareti piene di buchi per il logorio delle intemperie.
Per quanto riguarda la catechesi in Santa Cruz, c'è stato un aumento delle catechiste (ragazzine dai 14 ai 16 anni!) ed è bello vederle ogni sabato entusiaste con i loro gruppetti dei piccoli, che vogliono imitare i fratelli maggiori che si preparano alla Prima Comunione o alla Cresima. Contando, poi, anche sui catechisti più preparati, abbiamo iniziato un gruppo di adolescenti, che si riunisce la domenica pomeriggio. Sono piccoli passi, ma sono segno di speranza e rendono più evidente che il Signore è in mezzo a noi.
Parlando di bambini mi sono venuti in mente alcuni pensieri di una meditazione di don Bruno Maggioni e che vorrei condividere con voi come regalo di Natale.
La sorpresa del Natale sta proprio qui: il Signore Glorioso ha il volto di un bambino povero, avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia. Povertà e Gloria si intrecciano, sono inseparabili. E' in una storia di povertà che si nasconde la gloria di Dio ed è ai poveri, ai pastori, che essa si rivela anzitutto. Per questo la nascita del Figlio di Dio è una meraviglia che richiede conversione.
Chiediamo, carissimi, gli uni per gli altri questi occhi che sanno vedere in ogni povero la presenza del Signore.
Buon Natale e Buon 1998!
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