SPECIALE SUD
Le Fondazioni contro lusura
a cura di
Annarita Parente
e Luigi Russo
QUEI PRESTITI DA IMPAZZIRE
I racconti di coloro che "sono stati rovinati"da strozzini privi di scrupoli hanno fatto conoscere in tutta la sua gravità il problema dell'usura, ingigantitosi a dismisura in una realtà sociale regolata dalla logica del guadagno e della ricchezza immediata.
Il principio su cui un tempo si fondava l'economia era quello del "giusto prezzo": il denaro era la misura per indicare il valore delle cose. Già anticamente erano stati espressi giudizi etici negativi, di esplicita condanna, tanto del debito quanto dell'usura; quest'ultima in particolare era considerata causa di asocialità.
A distanza di secoli, ancora oggi si parla di usura, anzi il fenomeno è tornato prepotentemente alla ribalta dell'opinione pubblica, dopo il gran parlare degli ultimi quattro-cinque anni.
L'acuirsi del problema, ingigantitosi a dismisura tanto da dover ammettere l'esistenza di un mercato illegale del denaro, ha trovato una risposta ufficiale nella legge n. 108 del 7 marzo 1996, la prima vera legge antiusura in Italia. Il provvedimento introduce alcune importanti novità: in primo luogo è stata ampliata notevolmente la portata del reato penale per usura; tra le pene è prevista anche la confisca dei proventi legati all'attività stessa. Inoltre è compito del Ministero del Tesoro fissare trimestralmente un parametro, il c.d. "tasso effettivo globale medio", oltre il quale i tassi di interesse vengono considerati usurari. Si intende così porre fine agli abusi, a quei prestiti per i quali era stato richiesto fino al 1000% di interessi. Negli ultimi anni l'attività creditizia iilegale ha raggiunto proporzioni considerevoli, con un giro di affari difficilmente stimabile.
L'impressione che hanno provocato suii'opinione pubblica i drammatici racconti di chi è rimasto vittima dell'usura è stata sconvolgente.
Soprattutto nel Sud
Il fenomeno, è bene precisarlo, interessa tutto il territorio nazionale e varie categorie sociali. Tuttavia le cifre parlano chiaro: il ricorso all'usura è più largamente praticato nel Sud Italia; le prime venti province a forte rischio sono tutte di regioni meridionali, con le sole eccezioni di Lucca (13esima) e Teramo (20esima) per il Centro Italia, lmperia per il Nord (18° posto), in quest'ultimo caso ha avuto probabilmente incidenza la presenza del Casinò di Sanremo.
Secondo i dati diffusi per il 1997 dall'Adiconsum (Associazione Italiana in Difesa dei Consumatori e dell'Ambiente), il primato negativo spetta a Foggia, seguita da Potenza, Latina, Bari, Agrigento, Napoli e via via le altre; Roma è 25esima, Milano 33esima.
Prevalgono quelle aree in cui è diffusa la piccola e media impresa. Gli imprenditori sono tra i più colpiti dal circuito illegale dell'usura, ma ci sono anche famiglie in difficoltà economica, poveri e vittime dello sfruttamento, come gli immigrati, giocatori d'azzardo ecc..
L'usuraio è nell'86% dei casi di sesso maschile, ha un'età compresa mediamente tra i 35 e i 64 anni, può agire individualmente o all'interno di organizzazioni malavitose di stampo mafioso.
Le colpe delle Banche
Ancora un primato negativo per il già provato Meridione, ma quali sono le cause? Sul banco degli imputati è l'intero sistema bancario, che non favorisce condizioni di prestiti legali, se non dietro severe garanzie. Le banche si trincerano dietro i loro rigidi regolamenti, ostacolando il reperimento dei crediti, e concedendo solo a pochi i fidi richiesti.
Al termine di una inchiesta effettuata nel 1996 è risultato che la sola Banca d'Italia ha negato il mutuo a 665.000 famiglie, lasciando scoperta una area importante, potenziale preda del mercato nero dell'usura.
Il ruolo vessatorio delle banche è stato più volte denunciato da quelle categorie più esposte a questo genere di problemi e più direttamente colpite: i piccoli imprenditori, ma anche gli agricoltori si fanno spesso portavoce della protesta, addebitando a questa e ad altre cause il grave stato di empasse economico della realtà meridionale. Le rappresentanze degli uni e degli altri intendono far conoscere le difficoltà che devono incontrare per ogni nuova iniziativa, e quanto questo incida negativamente sul numero di assunzioni, sulle ore di lavoro e sul conseguente sfruttamento della forza lavoro impiegata.
Un rapporto di diffidenza e sospetto lega, o per meglio dire allontana, le banche dalle realtà imprenditoriali, causando una situazione di ristagno e di immobilismo generale. La reperibilità degli investimenti è spesso sottoposta a criteri discriminanti tra caso e caso, lentezze e lungaggini burocratiche fanno il resto, e al minimo sentore di crisi, le banche sono le prime a fare dietro-front e a rivendicare la restituzione del prestito.
Penalizzata l'imprenditoria
Il ricorso agli usurai diventa in certi casi l'unico modo per entrare in possesso della somma di cui si ha bisogno, rifugio sicuro per quanti non riescono per vie legali ad accedere al credito bancario. Il costo del denaro cresce inesorabilmente rispetto ad altre aree d'Italia, le spese sostenute agli inizi lievitano a dismisura a causa degli alti tassi d'interesse, ripercuotendosi inevitabilmente sulle offerte di lavoro e sulla possibilità di nuova occupazione. Il generale immobilismo a cui è condannata l'imprenditorialità del Mezzogiorno è dovuta non ultima anche ai non facili rapporti con le banche e alla difficoltà di entrare in possesso dei crediti necessari per iniziare e promuovere una nuova attività
I tempi dello sviluppo ricevono una inevitabile battuta di arresto: fin tanto che esisteranno impedimenti di questo tipo, che scoraggiano le iniziative e frenano la crescita. L'economia del Sud continuerà a vivere una situazione di stallo.
L'invito è quello di una scommessa:investire sull'impren ditorialità meridionale.
La società del profitto
Negli ultimi anni il denaro ha acquisito una valenza diversa; da strumento economico è diventato il fine stesso di ogni attività umana.
La realtà in cui viviamo è fortemente influenzata dal mondo economico e finanziario; il "dio" denaro sta assumendo sempre più il ruolo di protagonista nelle vicende umane: impone i suoi ritmi, determina i mutamenti sociali.
L'usura esprime molto bene il senso di disorientamento di molti di fronte a una società profondamente cambiata, sempre più regolata dalle ferree leggi imposte dal mondo economico-finanziario, non privo di insidie e incognite.
Il miraggio del guadagno facile e immediato è condiviso da molti, e genera allo stesso tempo un diffuso senso di disagio che nasce dall'incapacità di districarsi e di gestire le situazioni più complesse.
L'uomo di oggi è l'uomo del presente, dell'istante, non c'è avvedutezza, riflessione, non ci sono limiti, c'è invece l'idea del bisogno impellente, dell'urgenza, del tutto e subito. Il rapporto con il denaro è spesso falsato, si fa perverso quando l'unico fine diventa la logica del profitto, l'idea del guadagno a tutti i costi.
Negli ultimi anni è in atto un sovvertimento delle regole, si parla di "crisi di valori", e la sostituzione di questi con altri, più ingannevoli ed effimeri.
In una società in cui la logica del profitto è imperante, diventa di estrema attualità la sfida del denaro, la corsa alla ricchezza e all'opulenza, senza troppi scrupoli o remore di sorta.
Mai come ora diventa indispensabile il richiamo alla moderazione,alla ponderatezza delle scelte,specialmente in campo economico; questo invito alla responsabilizzazione potrebbe essere sintetizzato con un famoso detto popolare:"non fare il passo più lungo della gamba".
Il fenomeno dell'usura è largamente generalizzato in tutta Italia, coinvolge gli ambienti più diversi della nostra società, il mercato illegale del denaro assume le proporzioni di una vera e propria economia sommersa.
Il sistema del debito e del credito fuori dell'ordinario si sottrae a ogni regola, nasce dalle carenze del sistema bancario, e può degenerare in forme di insicurezza pubblica, se nel sistema subentrano organizzazioni criminali che investono grosse quote di "denaro sporco" in attività illegali.
La critica al mercato nero dell'usura parte dai principi dell'etica cristiana (l'usura come struttura di peccato), per ailargarsi a una formale condanna sociale.
La cultura del debito e dell'usura è ancora lontana dall'essere superata; attraverso vari strumenti preventivi e divulgativi è importante che si diffonda "la cultura dell'antidebito" (la felice definizione è di padre Massimo Rastrelli), che si arrivi cioè a una maggiore responsabilizzazione in materia di denaro e di gestione di questo, evitando di incorrere in inopportune situazioni debitorie, non sempre facili da sostenere.
Nell'ambito di queste finalità formativo-preventive si muovono le Fondazioni antiusura, espressioni di un volontariato efficace, affidato a poche persone, ma capace di grandi risultati. Attraverso la creazione di queste associazioni di volontari si tenta di realizzare un processo di liberazione dall'indebitamento illegale.
Le iniziative per combatterla
Le Fondazioni si fanno carico di provvedere al reperimento delle somme richieste,intercedendo presso gli istituti bancari,nei confronti dei quali si impegnano a esercitare la funzione di garanti.
Nel tentativo di contrastare moralmente le speculazioni intorno alla crescente richiesta di danaro,sono sorte in Italia molte Fondazioni antiusura,nella maggior parte dei casi legate a Istituti religiosi operanti nel territorio.Le cinque Fondazioni storiche sono,in ordine di tempo,quella di Napoli del 1992,di Torino del gennaio 1995,di Matera,posteriore di un mese,di Bari e di Roma,di poco successive.
Il gesuita padre Massimo Rastrelli a Napoli,Don Sergio Baravalle a Torino,Don Virgilio Gavezzeni a Matera,Don Alberto
DUrso a Bari,Monsignore Luigi Di Liegro a Roma,questi i promotori e gli artefici di coraggiose iniziative,che per primi si sono ribellati a un sistema consolidato.
Altre associazioni sono sorte un po' in tutta Italia, sulla
scia di queste felici esperienze. Come si arriva alla creazione di una organizzazione di questo tipo?
L'iniziativa dei singoli trova nella Chiesa e nelle istituzioni pubbliche il necessario sostegno e supporto materiale: la Curia arcivescovile, il Prefetto, la Camera di Commercio e altre associazioni varie vengono direttamente coinvolti in questi progetti,ma è soprattutto attraverso il volontariato che si realizzano.Il connubio vincente della solidarietà con le istituzioni getta le basi per una stretta collaborazione da cui dipende la loro stessa creazione; tra queste, le più autorevoli ricevono il riconoscimento dello Stato, che ricorre a queste istituzioni sussidiarie per cercare di fronteggiare il grave problema dell'usura.
L'intervento dello Stato è previsto infatti su due livelli: l'uno, della solidarietà, gestito direttamente dal Ministero del Tesoro, con il quale si cerca dì aiutare le vittime dell'usura che denunciano i loro strozzini; l'altro, della prevenzione, affidato alle associazioni di volontari e non, che se ne fanno carico, supplendo in questo modo al vuoto assistenziale.
L'attività delle Fondazioni non è infatti finalizzata alla denuncia dei casi di usura, cosa di cui si occupano le autorìtà competenti, ma piuttosto a un'opera di prevenzione e di educazione, per evitare casi simili e per indurre a una maggiore responsabilizzazione individuale e sociale.
All'opera di dissuasione e di informazione, si affianca anche quella di assistenza; la Fondazione si fa carico di provvedere al reperimento delle somme richieste, intercedendo presso gli istituti bancari, nei confronti dei quali si impegnano a esercitare la funzione di garanti.
La legge 108/96 prevede inoltre che, in un procedimento penale, le associazioni antiusura possano costituirsi parte civile.
L'esperienza di Matera
L'esperienza materana di Don Basilio Gavazzeni è emblematica, tanto della realtà sociale di una città del Sud, quanto delle buone possibilità di riuscita di una simile iniziativa.
La Fondazione antiusura di cui il sacerdote è stato promotore ha sede in un ambiente adiacente alla chiesa di Sant'Agnese, quartiere della periferia sud di Matera. La storia della sua associazione non è diversa, nel suo iter costitutivo, da quella delle altre: la coscienza di un problema, grave, difficile da definire con certezza, spesso incontrollabile, ma sicuramente destabilizzante per le sue vittime, quindi la ferma volontà di fare qualcosa.
Nel 1992 fu fondato il Comitato Lucano Antiusura, tramutatosi due anni dopo nella Fondazione, legalmente riconosciuta agli inizi del 1995.
In tutte queste iniziative Don Basilio ha trovato un valido sostenitore e collaboratore nel presidente dell'Adiconsum di Matera, nonché attuale direttore della Fondazione, signor Angelo Festa, che tuttora presta servizio da volontario, offrendo consulenze finanziarie a chi lo richieda.
Attentato alla parrocchia
Agli inizi, prima ancora di ottenere il riconoscimento ufficiale e i fondi necessari per la sua stessa sopravvivenza -(si sa, i tempi della burocrazia possono essere anche molto lunghi), Don Basilio riesce a racimolare una bella sommetta, circa mezzo miliardo, attraverso le offerte, le raccolte di vendite pubbliche, la vendita di beni personali (anche un calice, dono di suo madre per il 25° anno di sacerdozio), poi arriva finalmente il capitale stanziato dallo Stato di quattro miliardi, che ufficializza il meritorio riconoscimento della Fondazione.
Questo sacerdote, venuto dal Nord, ha cercato di cambiare le regole del credito e dell'usura in una realtà, come quella materana, particolarmente colpita da questo problema.
A qualcuno questo non è piaciuto, troppe interferenze in una realtà precostituita che improvvisamente qualcuno cercava di cambiare: l'attentato occorso alla sua parrocchia, avvenuto con l'esplosione di una bomba, nella notte tra il 6 e il 7 maggio 1994, ha fortunatamente provocato solo danni materiali alle strutture, ma ha riportato alla ribalta, in tutta la sua gravità, il problema dell'usura.
In alcuni casi a praticare il credito ad alto tasso d'interesse sono proprio coloro che sono vicini, se non direttamente coinvolti, agli ambienti malavitosi; l'usura è spesso solo una delle attività all'interno di un vasto giro di interessi economìci, operanti fuori della legalità, rappresentando uno dei canali preferenziali per il riciclaggio di denaro sporco.
Dopo il grave fatto criminoso la Fondazione ha continuato il suo operato, anzi, se mai ne avesse avuto bisogno, ha trovato una ulteriore conferma della giustezza e dell'utilità di tale iniziativa. Il successo si esprime anche in cifre: dalla sua nascita fino ad oggi sono stati effettuati prestiti garantiti per circa 900 milioni, i casi esaminati sono passati dai 200 del 1996, ai 600 del 1997.
La Fondazione è attiva in ogni momento della giornata, gli orari di ricevimento ufficiali non vengono sempre rispettati, l'urgenza del problema richiede spesso un ascolto tempestivo, si telefona, o ci si presenta direttamente, è importante trovare qualcuno, generalmente due colloqui possono essere sufficienti per venire a capo della questione.
Soluzioni possibili
La vergogna non impedisce di parlare: l'usurato quasi mai accennerà al suo "carnefice", allo strozzino, eviterà di chiamarlo in causa, userà delle perifrasi per determinare la sua situazione, ma dai suoi racconti si percepisce che l'usura c'è. I casi si rassomigliano un po' tutti, le situazioni cambiano, ma la patologia è la stessa. Per tutti c'è l'accoglienza e l'ascolto, per molti anche l'aiuto economico(è importante discernere e vagliare bene i singoli casi),ma è soprattutto alla conversione culturale che si tende, alla correzione e alla responsabilizzazione, "perché non succeda più".
La Fondazione è legata da alcune convenzioni a tre banche operanti nel territorio: il Banco di Napoli (confondatore dell'associazione stessa) il Monte dei Paschi di Siena e la Banca Mediterranea, tutte e tre con sede a Matera; questi istituti accettano di fornire i prestiti attraverso la mediazione della Fondazione stessa.
Esiste una Consulta Nazionale delle Fondazioni antiusura, la cui segreteria si trova a Bari, presso la sede della Fondazione stessa, che si riunisce annualmente; ad essa aderiscono le principali organizzazioni antiusura operanti in Italia.
Proprio in occasione di questi incontri si è insistito sulla necessità di una ferma risposta legislativa al problema dell'usura; sulla pressione esercitata da questi "addetti ai lavori" le autorità statali hanno riconosciuto l'urgenza di una legge, che è venuta, come si è detto con la 108/1996.
TRE ANNI A MATERA
Anno |
Totale prestiti bancari erogati |
Totale prestiti garantiti dalla Fondazione |
1995 |
183.000.000 |
130.000.000 |
1996 |
295.000.000 |
126.500.000 |
1997 |
277.500.000 |
157.650.000 |
Questi sono i dati relativi all'attività della Fondazione Lucana antiusura nel corso dei tre anni di vita (le cifre non tengono conto di prestiti di minore portata effettuati direttamente). I prestiti sono avvenuti a un tasso d'interesse oscillante tra l'8 e l'11,50%, la durata delle erogazioni varia da un minimo di 24 mesi a un massimo di 60 mesi.
La Condanna della Chiesa
I Padri della Chiesa (San Basilio,Sant'Ambrogio) avevano pronunciato parole dure, di condanna e di rimprovero per chi l'avesse praticata: l'usura come principio di menzogna e atto criminale.
Nel tempo la figura dell'usuraio ha suscitato poche simpatie: inviso tanto al popolo quanto ai poveri, estraneo alla comunità civica, nemico della legge divina, sintetizzava quanto di più negativo ci potesse essere nell'animo umano.
Le molteplici condanne alle operazioni usuraie, considerate dei tutto immorali, non impedirono che si diffondesse l'idea del guadagno facile e rapido, attraverso il prestito di denaro
a un alto tasso d'interesse; la ricchezza accumulata consentiva talvolta una rapida ascesa sociale.
Tuttavia la Chiesa adottò sempre un atteggiamento di aperta condanna (l'atto ufficiale che proibiva l'usura ai cristiani è del 1179): nulla avrebbe potuto salvare l'usuraio, se non la restituzione fino all'ultimo soldo del danno inferto, in caso contrario la sua anima sarebbe stata dannata in eterno, sottoposta a orribili pene e tormenti (monete roventi in bocca ecc.).
Per sfuggire alla pubblica ignominia, allo sdegno e all'odio di tutta la società, l'attività usuraia si svolgeva nell'ombra, lontana dai clamori.
Intervista a Don Basilio Gavazzeni
All'inizio la gente non collaborava
E difficile spingere la gente alla solidarietà antidebito e antiusura, in un mondo dove i soldi sono tutto, sono il vero dio. Chi li perde o non ne ha, è considerato un cretino e un incapace.
Incontriamo Don Basilìo Gavazzeni, religioso Monfortano e responsabile della Fondazione Lucana antiusura, nella sede della sua Fondazione dove siamo accolti con grande ospitalità. E' piacevole parlare con quest'uomo energico e determinato, impegnato in prima linea nella lotta e nella prevenzione dell'usura.
Come spiega la maggiore diffusione dell'usura nell'Italia Meridionale?
Intanto c'è una difficoltà di sviluppo strutturale: la crescita economica è bloccata. In secondo luogo esistono condizioni diverse nella politica creditizia delle banche, che vendono il denaro a costi più elevati che al Nord, almeno di quattro, cinque punti. Terzo: la crisi economica ha colpito particolarmente il Meridione, che è diventato un capitolo della politica di cui è vietato parlare. Quarto: è in atto un movimento economico di globalizzazione, tutto è possibile, la gente sogna a occhi aperti improbabili accrescimenti e fortune economiche. Provvidenze e previdenze di altri tempi sono cessate, persone e imprese vivono pertanto un presente difficile e un futuro ancora meno roseo e molto più preoccupante.
A due anni dalla sua attuazione. come giudica la legge 108?.Le sembra che qualcosa stia cambiando?
Da un punto di vista giuridico ci sono alcuni elementi certi: sono stati creati due fondi, uno di solidarietà e uno per la prevenzione; il tetto di usura può essere stabilito facilmente; nel corso delle indagini si può far ricorso alle intercettazioni telefoniche; sono previste punizioni per gli usurai; la pena non è prescrivibile. Questi i dati più rilevanti rispetto al passato; prima di allora il reato di usura era considerato intoccabile, era impossibile intercettarlo e perseguirlo.
Quando e perché ha cominciato a occuparsi di usura?
Ci sono arrivato casualmente, in un percorso di carità, specifico di un parroco. Esercitando la carità qualche volta la richiesta è stata più alta dell'elemosina; in certi casi si trattava di un vero e proprio prestito. Inizialmente ho applicato una risposta errata, del credito diretto. L'episodio risale al 1992, in quell'occasione ho salvato un imprenditore con una somma notevole; al momento di passare la somma in banca è venuto fuori che l'imprenditore aveva concesso assegni in bianco ad alcune persone: le ombre dell'usura si sono concretate in situazioni ed episodi precisi. Nel 1993 con il presidente dell'Adiconsum di Matera, il signor Angelo Festa, si è pensato di istituire un Comitato antiusura. Già allora si progettava una Fondazione analoga a quella di padre Rastrelli a Napoli.
Lei è stato oggetto di un grave atto intimidatorio, come sono andati i fatti?
Il 3 maggio 1994, a seguito di una consulenza da me prestata a una famiglia usurata, al tasso dell'800%, viene sporta denuncia, l'usuraio viene pescato in flagrante. Tre giorni dopo, in parrocchia viene messa una forca di legno come avviso. Il 6 maggio, verso mezzanotte, una bomba, fatta di polvere da cava corrispondente a 1 kg di tritolo, esplode contro il portale della mia chiesa parrocchiale di Sant'Agnese, arrecando gravi danni. La sollevazione morale causata da questo episodio spinge l'arcivescovo, il prefetto, il presidente della Camera dì Commercio, i rappresentanti di categoria e di associazioni laiche ed ecclesiali a sostituire il comitato antiusura con una vera e propria Fondazione.
Ritiene che l'usura sia controllata da organizzazioni criminali di stampo mafioso?
E'dominante il "bricolage", in qualche caso fa capolino qualche gruppo malavitoso. Generalmente classifico le diverse figure di usuraio attraverso delle immagini zoomorfe: ci sono gli elefanti, i caimani, le pulci o le mosche. Gli elefanti sono i vecchi usurai di provata esperienza, abituati a far da sé. Questi dispongono di buone liquidità e possono contare sul sostegno di avvocati e notai con pochi scrupoli che speculano sulle vittime, costrette a piegarsi a queste condizioni per vergogna o per un malinteso senso dell'onore. I caimani sono i nuovi usurai, violenti fino all'estorsione, pronti a ricorrere anche a maniere spicce. Le pulci o mosche lavorano negli uffici, in quelle realtà caratterizzate da aspetti burocratici. Attraverso un sistema di rateizzazioni mensili riescono a raggranellare un bel po'di soldini.
In questi anni ha ottenuto dei riconoscimenti dalla realtà cittadina? Come è stata accolta la sua iniziativa?
All'inizio la gente è rimasta stupita, come se ignorasse del tutto l'esistenza di questa piaga. Ho avuto l'impressione che potevo sembrare un pomatto, uno che racconta frottole.Poi nel giro di pochi anni una serie di fatti nazionali e locali hanno confermato che avevo visto giusto, ed è accresciuta la stima e addirittura l'ammirazione.
Quali conseguenze determina l'usura all'interno del nucleo familiare? Esiste soli darietà all'interno di questa?
La famiglia spesso non ne sa nulla,in altri casi ne è a conoscenza e complice al tempo stesso (si parla di "complicità per debito").Per salvare un usurato occorre lintera cordata familiare, da soli non si sfugge nè allusura,nè al debito.
Lei è stato tra i promotori di un concorso scolastico in cui si richiedeva agli studen ti di elaborare alcune riflessioni sul problema dell'usura, come giudica questa esperienza tra i piugiovani?
Per i ragazzi si tratta di discorsi astratti,non hanno la percezione di cosa sia veramente.In quei casi in cui ci sono stati insegnanti che hanno proposto delle riflessioni sulla piaga dellusura,attraverso la realizzazione di elaborati,di testi teatrali ecc., il problema è stato meglio percepito.Le conferenze occasionali non lasciano segno, scorrono come lacqua sulla pietra liscia.
Ritiene che con gli anni le cose possano cambiare e che si possa arrivare a eliminare del tutto lusura?
I mutamenti culturali sono sempre piu lenti, anche questi delle abitudini debitorie e della caduta dellusura non sono facilmente superabili.Statisticamente le persone che ricadono sono generalmente al culmine della maturità(40\60 anni); una conversione appare difficile proprio a quelletà.
Una giovane iniziativa a Teggiano (SA)
Impegnata la diocesi
L Associazione anti-usura, animata da don Andrea La Regina e don Vincenzo Federico, è nata a Teggiano (SA) alla fine del 1991. Dopo sette anni di intensa attività nel Vallo di Diano e nella vicina Valle del Noce, in provincia di Potenza, i risultati possono considerarsi soddisfacenti.
Don Andrea, quarantaseienne sacerdote di Teggiano, ci parla con entusiasmo del lavoro svolto, grazie alla preziosa collaborazione dei tecnici, del suo giovane confratello don Vincenzo Federico e, naturalmente, della Provincia di Salerno (100 milioni di finanziamento) e della Diocesi (200 milioni dai fondi dell'otto per mille).
«Su 50 interventi con tre banche 46 sono andati a buon fine; noi facciamo da garanti e da consulenti».
Don Andrea, chi sono i vostri interlocutori?
Titolari di Aziende, piccoli commercianti e semplici cittadini.
Come si svolge l'attività della Associazione?
In primo luogo c'è il momento di ascolto; dopo, ci confrontiamo con tecnici (commercialisti, avvocati, e bancari) per analizzare tutta la situazione bancaria (debiti con amici o con usurai) della famiglia, delle persone o delle Aziende usurate, soprattutto in termini di prevenzione. Superata questa fase, presentiamo la relazione alla Banca chiedendo un mutuo al fine di normalizzare la posizione debitoria. Va evidenziato che un mutuo di 20 milioni la Banca lo concede sempre: ci auguriamo di ottenere in seguito cifre più cospicue.
Quali sono gli interessi pretesi dagli usurai?
Centomila lire, per ogni milione, al mese! Si capisce bene che con queste cifre gli usurati brancolano nel buio.
Per concludere, vogliamo parlare dei progetti dell'Associazione?
Vorremmo innanzi tutto intervenire anche nelle zone costiere del Golfo di Policastro, ove c'è gente indebitata con cifre maggiori. Sono venute già a trovarci persone, in gran parte albergatori e ristoratori, che versano in grosse difficoltà. Purtroppo, lì nel Golfo, la stagione estiva dura soltanto quaranta giorni; quindi, la situazione è abbastanza nera! Speriamo, comunque di aiutare gli amici del Golfo di Policastro. A tal proposito, comunico con gioia che entro il prossimo mese di novembre nascerà a Teggiano la Fondazione contro l'usura, che agirà a livello provinciale. Fiduciosi, attendiamo il riconoscimento della Regione e del Ministero del Tesoro. Tonino Luppino
A chi rivolgersi in caso di necessità
Pubblichiamo in questa pagina alcuni indirizzi e persone di riferimento di alcune importanti Fondazioni antiusura cui potersi rivolgere.
Lindirizzo della Fondazione antiusura promossa da Don Basilio Gavazzeni è il seguente:Fondazione Lucana antiusura"Mons.Vincenzo Cavalla",Piazza SantAgnese,13 -75100 Matera-Tel.0835\314812-Fax 0835\314616-Sito internet:http:\\www.hsh.it\antiusura-E-mail:antiusura@hsh.it-Presidente:Angelo Festa-Responsabile:don Basilio Gavezzeni-Lorario di ricevimento è dalle 15,30 alle 17,00.
Epossibile contattare la Fondazione anche presso la sede CISL di Potenza.
Per chi voglia essere a conoscenza dellattività svolta dalla Fondazione,questa provvede annualmente alla pubblicazione di una relazione,sia di carattere sociale che finanziaria,da poter richiedere
presso la sede stessa.Finora sono state pubblicate quelle degli anni 1995-1997.
Per chiunque voglia offrire un contributo,puofarlo ai seguenti conti correnti:
c\c postale n.11470754-Banco di Napoli,sede di Matera,c\c n.27\7777-
Banca Mediterranea,sede di Matera,c\c n.02\401426-Monte dei Paschi di Siena,sede di Matera,c\c n.3168.86.
Ecco altre Fondazioni antiusura operanti in Italia:
Fondazione S.Giuseppe Moscati-Via S.Sebastiano,48-80134 Napoli-Tel.081\440511-Fax 081\5518613-Presidente:padre Massimo Rastrelli.
Fondazione S.Nicola e SS.Medici-Via dei Gesuiti,20-70125 Bari-Tel.080\5241909-Fax080\5241900-Sito internet:http:\impnet.com\nousura-
E-mail:nousura@impnet.com-c\c postale n.16884702-Presidente:sac.Alberto DUrso.
Fondazione Antiusura presso Caritas diocesana Curia Vescovile-
71042 Cerignola(Fg)-Tel.0885\421572-Presidente:don Giacomo Cirulli.
Fondazione Buon Samaritano-Via Campanile,8-71100 Foggia-Tel.0881\723382-Fax 0881\723271-Presidente:don Filippo Carella.
Fondazione Salus Populi Romani-Piazza S.Giovanni in Laterano,6-00184 Roma-Tel.06\69886201-69886346-Fax 06\69886489-Presidente:dott.Francesco Marsico.
Fondazione San Matteo-Via Monte di Pietà,5-10121 Torino-Tel.011\537187-
530626-Fax 011\537132-Presidente:Franco Alunno-Responsabile:don Sergio Baravalle.
Fondazione Antiusura Exodus94-presso Caritas Diocesana-Piazza San Giovanni XXIII,29-80053 Castellamare di Stabia(Na)-Tel.081\8701702- Presidente:sac.Carmine Giudici.
Fondazione Umbra contro lUsura-Centro Direzionale Fontivegge-Via M.Angeloni,63-06100 Perugia-Tel.075\5001625-Fax 075\5031241-Presidente: sac.Luigi Filippucci.
Fondazione San Matteo Apostolo-Vico I Terme,5-87011 Cassano Ionio(Cs)-
Presidente:don Attilio Foscaldi-Tel.0981\781059-Fax 0981\71442.
Fondazione Avventisti del VII giorno-Lungotevere Michelangelo,7-00192
Roma-Tel.06\3211207-Fax 06\36095952.
Fondazione Santa Maria del Soccorso-Piazza Matteotti,4-16123 Genova-
Tel.010\2700232-Fax 010\2700220.
Progetto Fenus Leve-Via Salita Corpo di Cristo-Teggiano(Sa)-Presidente:
don Vincenzo Federico-Tel. e Fax 0975\79578-Numero Verde 167-467722.
PER PICCOLI IMPRENDITORI
Per i piccoli imprenditori,oltre alle tradizionali richieste di finanziamento alle banche o alle finanziarie(queste ultime a un tasso di interesse piuelevato),esistono alcune opportunità alternative.
Per le imprese artigiane è possibile chiedere un finanziamento allArtigiancassa,a patto di essere iscritti allalbo da almeno tre mesi.
Unaltra possibilità puoessere offerta dalla Cooperativa Artigiana di Garanzia(CAG)della propria provincia,previa iscrizione.Lammontare dei finanziamenti è compreso dai 5 ai 50.000.000 di lire,con un tasso di interesse agevolato e con rimborso rateale da 18 a 36 mesi.
Anche per le imprese commerciali esiste una Cooperativa di Garanzia per i Commercianti a cui si puorichiedere un prestito fino a 500.000.000 di lire,da restituire entro 60 mesi.
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