L'Alluvione


4 Novembre 1966


(aria Guerra di Piero)



Giaci sepolto in un mare di cacca
non sai se d'uomo oppure di vacca.
Non sai capire quel ch'è successo
ti sembra troppa per essere un cesso.
E mentre cerchi di stare a galla
l'Arno trabocca laggiù dalla falla,
scorre veloce per via Tornabuoni,
al Davide lava fremente i coglioni,
e mentre passi per via Calzaioli
trovi i cadaveri dei bucaioli,
trovi i cadaveri delle battone
tutte smerdate dall'alluvione.
E bordeggiando pel Canto dei Nelli
passi davanti al Bruzzichelli,
la dove c'erano tanti finocchi
adesso ci sono soltanto ranocchi;
fermati palle, fermati adesso,
lascia che l'acqua ti passi un pò addosso
attaccati a un palo, non fare il pazzo
se non hai il palo, attaccati al cazzo;
ma la corrente ti apre le mani
e ti trascina in via degli Alfani
di fronte alla sede di architettura,
in mezzo a mucchi di spazzatura.
Ma la corrente ti porta via
in su la piazza della Signoria
là dove Cosimo monta a cavallo
aicché tu t'attacchi
ai' lillo del 'lallo.
Non ti è concesso passare al Bargello,
se non ti metti una vela all'uccello;
ma trascinato dall'acqua veloce
giungi stremato a Santa Croce.
Dante di marmo, poeta divino,
osserva sdegnato l'immane casino
'O fiorentini, per avermi esiliato
prendete la merda che Iddio v'ha mandato.
E continuasti il tuo calvario
avendo il fango come sudario.
Giungesti infine, porca puttana,
al rione sommerso di Gavinana:
tu dalla gente aspettavi una mano
e ti accorgesti di aspettare invano,
e mentre al cielo gridavi 'Vergogna?
fosti succhiato in fondo a una fogna.
Dormi sepolto in un mare di cacca
non sai se d'uomo oppure di vacca;
e per congiura di tutte le sorti
nessuno mise il tuo nome fra i morti.

 


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