PLATEIA

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Nel 479 a.C. nella piana di Plateia l'esercito riunito degli Spartani e degli Ateniesi comandati dal Re Spartano Pausania sconfissero il più nutrito esercito Persiano, Tebano, Beota e Tessalo,  comandato dal generale Persiano Mardonio.

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Il campo di battaglia a 240° circa:  a sx il Monte Citerone, all'estrema dx le rovine della città di Plateia.

La notte che precedette la battaglia avvenne un episodio che ci riporta dettagliatamente Erodoto:

"Quando la notte era ormai molto avanzata e pareva che negli accampamenti ci fosse quiete e sopratutto gli uomini fossero immersi nel sonno allora Alessandro, figlio di Aminta, comandante e Re dei Macedoni, spintosi innanzi a cavallo, fino ai corpi di guardia degli ateniesi, chiese di poter parlare con Aristide e con gli altri strateghi; Alessandro parlò loro così : 'Uomini di Atene io vi affido in segreto queste mie parole, facendovi divieto di riferirle ad alcunaltra persona che non sia Pausania, altrimenti voi mi trarrete a rovina: io infatti non parlerei se non mi stesse molto a cuore la Grecia tutta, poiché io pure sono di razza greca, fin dagli antichi tempi, e non vorrei vedere l'Ellade ridotta in schiavitù anziché libera. Vi avverto dunque che Mardonio ed il suo esercito non riescono ad avere propizio il presagio delle vittime, poiché altrimenti da tempo già voi avreste battaglia. Ora però ha deciso di non tenere più conto alcuno dei sacrifici, e di sferrare battaglia allo spuntar del giorno; infatti teme, io suppongo, che voi diventiate  troppo numerosi. Di fronte a ciò prendete le vostre contromisure ...se questa guerra andrà a finire secondo il vostro desiderio bisognerà pure che qualcuno si ricordi anche di me e pensi a liberarmi, perché io a favore dei Greci ho compiuto un'azione così audace, spinto per la mia simpatia per voi, volendo informarvi dell'intenzione di Mardonio affinché i Barbari non vi piombino addosso quando voi non ve lo aspettate. Sono Alessandro il Macedone."

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il campo di battaglia visto da ovest: a dx il Citerone.

 

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