Eroi della Marina Italiana

Ogni uomo che muore in pace e in guerra per la sua Patria è un eroe. La Marina Italiana ebbe migliaia di caduti, che io considero tutti eroi; qui ve ne sono solo alcuni.




Nazario SAURO

 Nazario Sauro fotografato dai suoi carnefici dopo la cattura

Sauro, martire e patriota diCapodistria, città italianissima ed irredenta ma allora sotto il dominio austro-ungarico, si arruolò nella Regia Marina all'inizio del primo conflitto mondiale allo scopo di mettere a disposizione della causa italiana la sua preziosa conoscenza dei porti e delle insenature istriane dove si rifugiava la flotta nemica. Prestò servizio come ufficiale di sommergibile partecipando a diverse brillanti azioni. Durante un'azione nel porto di Fiume con il sommergibile Giacinto Pullino rimase catturato dall'austriaco.
Fu presto scoperto come lui fosse suddito austriaco e per questo fu incriminato per tradimento. Durante il processo anche la madre cercò di salvarlo non riconoscendolo come suo figlio ma fu condannato a morte per impiccagione. Egli stesso disse: "Prima Italiano, poi padre, poi uomo!!"
Il 10 agosto 1916 morì sul patibolo gridando "Viva l'Italia!".
Oggi una classe di sommergibili della Marina Militare porta il suo nome immortale.




Luigi RIZZO

 Rizzo e gli equipaggi che affondarono la Szent Istvan

"L'Affondatore" e il "Corsaro di Milazzo": così Gabriele d'Annunzio definì Luigi Rizzo, il comandante di Mas autore di alcune tra le più gloriose azioni della Regia Marina durante il primo conflitto mondiale.
Il 9 dicembre 1917, Rizzo violò il porto di Trieste, base principale della flotta austro-ungarica ed affondò la corazzata Wien. Ancora il 10 febbraio 1918 entrò, con Costanzo Ciano e Gabriele d'Annunzio, nella munitissima Baia di Buccari nonostante le imponenti difese. Venne affondato solo un mercantile ma l'effetto morale fu enorme: sembrava che i mezzi d'assalto italiani potessero violare come e quando volessero le difese nemiche e rientrare sempre sani e salvi a casa.
Il 10 giugno 1918, l'intera flotta austro-ungarica salpò per attaccare le istallazioni italiane dello stretto di Otranto. La squadra, comandata dalle corazzate Viribus Unitis and Tegethoff (le loro ancore giacciono all'entrata del Ministero Difesa Marina a Roma) e con molte altre unità di superficie e sommergibili. Rizzo ed un altro Mas, comandato dal guardiamarina, riuscirono a penetrare in mezzo a questa enorme formazione affondando la Szent Istvan.
Il Mas di Rizzo è ora conservato nella sala delle bandiere dentro il monumento al Milite Ignoto a Roma.




Luigi DURAND DE LA PENNE


"Uno straordinario esempio di coraggio e genialità" con queste parole Winston Churchill descrisse l'azione di un nemico. Quest'uomo e i suoi compagni d'arme, Bianchi, Martellotta, Marino, Marceglia e Schergat, compirono una delle azioni dall'effetto più devastante della seconda guerra mondiale senza fare praticamente vittime.
Nel novembre 1941 la Mediterranean Fleet britannica fu in una situazione critica avendo a disposizione solo le corazzate Valiant e Queen Elizabeth con base ad Alessandria.
La Regia Marina studiò attentamente come trarne vantaggio: se fossero state distrutte quetse due grosse unità da battaglia tutti i convogli per la Libia avrebbero potuto salpare in sicurezza e la guerra d'Africa avrebbe avuto un successo sicuro.
La missione di distruggere le due corazzate britanniche fu affidata alla X Flottiglia Mas, specializzata negli assalti.
Il 18 dicembre il mitico sommergibile Scirè, comandato da Junio Valerio Borghese, si avvicinò silenziosamente ad Alessandria dopo aver superato mille difficoltà ed ostacoli.
A questo punto vennero rilasciati 3 "Maiali"o SlC (Siluro a Lenta Corsa) guidati da Durand de La Penne e dai suoi uomini. Il bersaglio di Durand and Bianchi era la Valiant, quello di Marceglia and Schergat era la Queen Elizabeth e quello di Martellotta e Marino era una petroliera da 16.000 tonnellate. Una volta completata la missione, il commando si sarebbe ritrovato con lo Scirè in un determinato punto della costa egiziana per tornare a casa sano e salvo.
Ma i britannici, che stupidi non sono mai stati, avevano difeso il loro porto estremamente bene: vi erano reti metalliche protettive con cariche esplosive ovunque e sentinelle dappertutto.
Così il penetrare con i Maiali nel porto fu più arduo del previsto per gli italiani.
Finalmente Durand de La Penne and Bianchi superarono le barriere e raggiunsero la Valiant, ma a quel momento il loroMaiale si fermò affondando proprio sotto la corazzata e Bianchi scomparve. Durand de La Penne, con uno sforzo fisico sovraumano riuscì a recuperare il Maiale e ad agganciarlo finalmente sotto la chiglia della corazzata.
Sfinito, Durand de La Penne emerse dal fondo e trovò Bianchi (svenuto per un'avaria del suo respiratore ad ossigeno) tentò quindi, rasportando il suo compagno, di raggiungere il molo ma fu avvistato e catturato dalle sentinelle britanniche.
I due valorosi vennero subito interrogati dagli ufficiali della Valiant ma naturalmente risposero solo con il loro grado e numero di matricola. L'Ammiraglio Cunningham, comandante in capo della Mediterranean Fleet venne svegliato nel cuore della notte e subito informato dei fatti: egli immediatamente realizzò quale pericolo stavano per correre le sue navi.
Cunningham ordinò quindi che i due italiani vennero subito rinchiusi nella Valiant ben al di sotto della linea di gallaggiamento, nella speranza di spaventarli e farli confessare dove fosse la carica esplosiva. Una volta rinchiusi, Durand de La Penne disse a Bianchi (naturalmente in italiano) che se per loro non c'era più speranza potevano morire felici perchè la loro missione aveva avuto successo (la carica sarebbe esplosa in tre ore).
Qualche tempo dopo si sentì una esplosione enorme: era il Maiale di Marceglia e Schergat che distruggeva la petroliera Sagona e danneggiò il caccia Jervis.
Dopo 3 lunghe e snervanti ore Durand de La Penne guardò il suo orologio: 10 minuti all'esplosione! Egli chiese allora di parlare con il comandante della Valiant Capitano Charles Morgan.
"Comandante, le suggerisco di evacuare la sua nave e salvare il suo equipaggio: la Valiant espoderà in pochi minuti" disse Durand de La Penne.
Morgan gli chiese dove fosse la carica, ma Durand de La Penne non rispose e fu nuovamente portato nella sua cella sottobordo mentre i britannici evacuarono la nave. Una terrificante esplosione scosse la Valiant ma Durand de La Penne potè uscire e salvarsi dall'annegamento (i britannici furono leali e non lo chiusero a chiave).
Al suo passaggio tutto l'equipaggio britannico si alzò in piedi e qualche minuto dopo si sentì una terza grande esplosione: era la Queen Elizabeth che saltava in aria anch'essa!
Tutti gli italiani, per una sciocca preparazione dei loro documenti falsi, vennero successivamente catturati.
Un giorno del 1945 Bianchi e Durand de La Penne ricevettero la Medaglia d'Oro al Valor Militare che gli fu appuntata sul petto dall'Ammiraglio Charles Morgan nuovo capo della Mediterranean Fleet e vecchio comandante della Valiant .
Durand de La Penne morì nel 1992 e il suo nome è oggi portato dalla nuova classe di "supercaccia" della Marina Militare.


Carlo FECIA DI COSSATO

 Carlo Fecia di Cossato a sinistra e Gianfranco Gazzana Priaroggia a destra. (Mondadori)


Fu il comandante del glorioso sommergibile Tazzoli. Fecia di Cossato si rese subito conto dell'inferiorità tecnica dei mezzi italiani rispetto a quelli tedeschi. Tentò quindi di sviluppare procedure e di mantenere un livello di addestramento nel suo equipaggio tale da bilanciare questa inferiorità. E ci riuscì: il Tazzoli e il suo comandante divennero presto una spina nel fianco del traffico mercantile alleato e sempre sfuggirono alla spietata caccia che gli diedero. Vennero affondati da lui 18 mercantili per 100.000 tonnellate. Fu il primo degli assi dei sommmergibilisti italiani, da ricordare anche Gianfranco Gazzana Priaroggia con un bottino di 11 navi per 90.200 tonnellate.
Durante la resa italiana, Fecia di Cossato comandò una torpediniera, l'Aliseo, ed ebbe un improvviso scontro con delle unità navali tedesche. L'Aliseo affondò 10 unità minori germaniche e riuscì a raggiungere le forze navali alleate a Malta.
Ma la mente di Fecia di Cossato era oppressa dal pensiero dei suoi uomini così valorosamente caduti nei lunghi mesi di guerra.
Il 27 agosto 1944, Fecia di Cossato si sparò alla tempia lasciando una lettera alla madre : "Per mesi ho pensato ai miei marinai che dormono nel fondo dell'Oceano e credo che il mio posto sia con loro."


Pietro De CRISTOFARO


Il 14 aprile 1941, mentre stavano scortando un convoglio per l'Africa i caccia italiani Tarigo, Lampo e Baleno vennero sorpesi da 4 caccia britannici. Il comandante del Tarigo, Pietro de Cristofaro decise un disperato ed immediato attacco a quella formazione mille volte superiore: ebbe subito una gamba dilaniata da un'esplosione ma continuò imperturbabile a comandare i suoi uomini sotto il fuoco britannico. Il Tarigo fu quasi distrutto e stava per affondare... ma la battaglia non era finita per il Tenente di Vascello Ettore Besagno e il sottocapo Marchetti: riuscirono a lanciare 3 siluri all'ultimo momento prima di affondare. Vendettero cara la pelle: uno dei tre siluri colò a picco il cacciatorpediniere Mohawk


Teseo TESEI


"Desidero, qualora venga ritrovato il mio corpo, che sia portato senza funerali o cerimonie di alcun genere, al cimitero di Marina di Campo e ivi tumulato in una fossa comune." Questo fu il testamento lasciato da Teseo Tesei ai suoi parenti prima di partire per l'ultima missione contro il porto di Malta, quella in cui avrebbe valorosamente perso la vita.
Faceva parte del Genio Navale della X Flottiglia Mas e fu uno degli autori, assieme ad Elios Toschi, del migliramento e della messa a punto dei "Maiali" e delle tecniche degli Uomini Gamma - commando/sommozzatori con cariche esplosive.
Dedicò la sua intera vita nello sviluppo di queste tecniche ma fu ogni volta che le mise personalmente in atto terribilmente sfortunato. Però il successo di altre missioni dello stesso genere fu anche dovuto al suo prezioso ed oscuro lavoro di preparazione.
Se i britannici non poterono mai sentirsi sicuri nei loro porti fu proprio a causa della costante minaccia della X Flottiglia Mas e dei suoi uomini.
Oggi il ComSubIn, gli Arditi Incursori della Marina Militare, è chiamato Teseo Tesei in suo onore.


Francesco MIMBELLI


Mimbelli fu il comandante della torpediniera Lupo e con il suo equipaggio andarò due volte ben oltre il loro dovere.
Il 22 maggio 1941 il Lupo stava scortando un convoglio dall'Italia alla Libia quando i mercantili vennero avvistati da un gruppo britannico composto da 3 incrociatori e 2 caccia. Sarebbe stata follia ingaggiare un duello per il Lupo , vista la disparità di forze. Ma Mimbelli colse di sorpresa i britannici attaccandoli imporvvisamente con un'audacia incredibile: i britannici ne furono disorientati e così i mercantili poterono sottrarsi all'attacco. Il Lupo, sparando con tutti i suoi piccoli pezzi, penetrò nel mezzo della formazione nemica; i britannici lo inseguirono. Ma Mimbelli con il Lupo ridotto ad un colabrodo riuscì a tornare a casa.
Di nuovo il 24 novembre 1941 Mimbelli e il Lupo si ritrovarono nella stessa situazione: stavano scortando dei cargo con il gemello Cassiopea, quando furono sorpesi da 2 incrociatori e 2 caccia (Aurora, Penelope, Lance and Lively).
Mimbelli ordinò al Cassiopea di coprire con cortine fumogene la fuga dei cargo e attaccò nuovamente la formazione avversaria. Il Lupo sfortunatamente venne colpito subito e i britannici riuscirono a fare strage dei mercantili italiani. Il Lupo tentò nuovamente l'attacco ma fu troppo tardi, mentre il Cassiopea potè solo sottrarsi al sicuro affondamento.
Il Lupo comandato da Giuseppe Folli affondò il 30 Novembre 1942, da parte della K Force comandata dal Vice Ammiraglio Power e composta da incrociatori e caccia, durante un'impari battaglia ancora mentre stava scortando dei cargo.
Mimbelli e il Lupo non sono dimenticati: Mimbelli è il nome di uno dei nuovi supercaccia e Lupo è il nome di una classe di fregate.


Salvatore PELOSI

Comandante del sommergibile Evangelista Torricelli , fu protagonista di uo dei più valorosi episodi della guerra navale nel Mar Rosso. Ingaggiò un impari combattimento contro tre cacciatorpediniere e due cannoniere britanniche. Per il battello, che precedentemente era stato danneggiato da aerei della Raf, non fu possibile l'immersione prolungata, così Pelosi emerse e si scontrò con il nemico a cannonate e con i siluri rimasti. Dopo una difesa strenua e senza speranza il Torricelli venne ripetutamente colpito ma vendette cara la pelle, riuscendo ad affondare il caccia Karthoum e a danneggiare la cannoniera Shoreham . Pelosi ordinò l'autoaffondamento del battello e venne catturato con l'equipaggio. Pelosi fu poi insignito della Medaglia d'Oro al Valor Militare.



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