La Regia Marina nella Prima Guerra Mondiale
(e anni precedenti)
Prima della Prima Guerra Mondiale
La Marina Italiana fu fondata nel 1861 in coincidenza con la nascita del nuovo stato italiano finalmente unito. La nuova Marina Italiana ereditò la storia e le tradizioni delle singole marine degli stati dell'Italia pre-unficazione: Regno di Sardegna, Regno di Napoli (soprattutto da questi due stati) e Granducato di Toscana, con la partecipazione di elementi della Marina Garibaldina, uomini e navi.
La flotta fu composta da navi a vela e "moderne" a vapore.
Il battesimo del fuoco avvenne nel 1866 durante la battaglia di Lissa, e fu una sconfitta:la flotta Austriaca battè duramente quella italiana. Ciò significò che la tradizione delle marine sarda e napoletana non bastava a rendere la marina italiana confrontabile con quelle all'epoca più moderne.
A Lissa vennero affondate le corazzate Re d'Italia e Palestro.
Lissa fu un duro colpo (il fazzoletto nero con il doppio nodo che i marinai italiani indossano ancor oggi sta proprio ad indicare il lutto per la battaglia di Lissa) ma gettò le basi per il futuro sviluppo.
Negli anni a seguire la Marina Italiana (o meglio, la Regia Marina) si potenziò enormemente: cambiarono le filosofie e vennero realizzate nuove unità corazzate, venne istituita nel 1881 la nuova Accademia Navale a Livorno fondata da Benedetto Brin.
Nel 1868 vi fu la prima circumnavigazione del globo da parte di una unità italiana, la corvetta Magenta.
Alcune delle corazzate come le classi Italia e Duilio furono realmente tra le più moderne dell'epoca a solcare i mari.
Da ricordare, nel 1900, anche l'intervento della Regia Marina a sostegno delle truppe occidentali in Cina durante la rivolta dei Boxer e l'aiuto dato alla popolazione di Messina durante il terremoto del 1908.
La guerra Italo-Turca
Le prime vittorie per la Regia Marina vennero con la guerra Italo-Turca di inizio secolo, quando gli italiani usarono, primi al mondo, l'aeroplano come arma da guerra.
La marina ebbe un ruolo importante: lo sbarco della fanteria di marina a Tripoli e la sua conquista; l'incursione nella base dei Dardanelli, ricovero della flotta ottomana, da parte di cinque torpediniere al comando del C.V. Enrico Millo, un'azione che diverrà la "specialità" della marineria militare italiana.
Durante questo conflitto vennero affondate diverse unità nemiche: Antalya, Hamidiye, Alpagot, Avnillah e Ankara.
La Prima Guerra Mondiale
Tra le prime operazioni della Regia Marina, comandata dall'Ammiraglio Duca del Mare Paolo Thaon di Revel, durante il primo conflitto mondiale, vi fu il soccorso e recupero delle truppe serbe dal Montenegro: 260.000 soldati e migliaia di tonnellate di materiale.
La Regia Marina diede anche un importante contributo alla guerra su terra: una brigata di marinai combattè con la 3a Armata del Duca d'Aosta. Celebre fu la difesa di Venezia dopo la rotta di Caporetto, la città lagunare fu difesa dai fanti di marina che la salvarono dall'invasione austro-ungarica.
Da quest'impresa viene il nome "San Marco" che da sempre identifica la fanteria di marina italiana.
Le cose non andarono bene all'inizio del conflitto: gli incrociatori corazzati Amalfi e Garibaldi vennerono affondati da sommergibili degli imperi centrali; le corazzate Benedetto Brin e Leonardo da Vinci vennero distrutte in porto dal sabotaggio di traditori al soldo del nemico.
Le due marine erano numericamente allo stesso livello, ma gli austriaci ebbero il grande vantaggio di poter sfruttare per le loro basi le frastagliate coste dalmate e croate che offrivano una protezione naturale inesisente sulla costa adriatica italiana. Per ovviare a ciò la cantieristica navale italiana trovò una soluzione realizzando il Mas-Motoscafo Anti Sommergibile.
Si trattava di una unità leggera, ma molto veloce, equipaggiata con una mitragliera pesante ed una coppia di siluri, in grado di prendere di sorpresa e affondare con colpi ravvicinati e ben assestati le grandi unità nemiche, per poi scappare illesa.
L'unica cosa che si rendeva necessaria era una incredibile abilità e soprattutto un coraggio straordinario da parte degli equipaggi; per arrivare così vicino ai giganti del mare a bordo di una piccola "barchetta".
Esempi di uomini del genere li troviamo nell'equipaggio comandato da Luigi Rizzo che il 9 dicembre 1917 penetrò nella munitissima base di Trieste ed affondò la corazzata
Wien. Ancora Rizzo e il suo equipaggio con a bordo il poeta Gabriele d'Annunzio, assaltò la rada di Buccari affondando una grossa nave da carico (un'azione dall'enorme effetto sul morale a causa del messaggio di scherno di d'Annunzio che fu gettato nelle acque della base nemica durante l'azione).
Infine, il 10 giugno 1918 Rizzo con il suo Mas ed un altro comandato dal GM Aonzo al largo dell'isola di Premuda attaccò una formazione austriaca forte di 7 navi da guerra, 12 sommergibili, 40 aeroplani e diverse torpediniere. Penetrando tra tutte queste unità Rizzo silurò la corazzata Szent Istvan dando il colpo di grazia alla marina asburgica e un grande contributo alla vittoria finale.
La fine della Szent Istvan (Mondadori)
Da ricordare anche il raid del maggiore GN Raffaele Rossetti e del tenente medico Raffaele Paolucci nel porto di Pola: nuotando sott'acqua raggiunsero la corazzata Viribus Unitis e la minarono. Vennero più tardi catturati, ma alcune ore dopo, all'alba, la corazzata espose ed affondò.
Nonostante questi successi, l'esperienza operativa durante il primo conflitto mondiale fu limitata a queste azioni d'assalto. Non ci furono reali scontri in mare aperto tra unità di grandi dimensioni.
Questa mancanza d'esperienza costerà cara alla Regia Marina diversi anni dopo contro i britannici, che dalla loro parte avevano una tradizione di secoli di battaglie navali.