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La Gazzetta dello Sport [Domenica 15 Aprile 2001]
Compiegne (Fra) - L'ambiente è quello solito,
da ultima follia del ciclismo. I diavoli conclamati dalle imprese compiute
sfilano mescolati a chi ambisce alla loro etichetta. Tutti si caleranno
nell'Inferno del Nord infervorati dalla passione per questa sfida atipica
oppure impregnati di paure per un esercizio che ancora non conoscono o
da cui già sono stati respinti. Siamo alla Parigi-Roubaix, la corsa
del pavè. O la si ama o la si odia. Il trattamento ricevuto in cambio
è di conseguenza: o si entra da giganti nel velodromo in cemento
del Nord, oppure ci si scopre pigmei.
Il rito si rinnova da quando la Gazzetta andava in edicola per la
prima volta e i Giochi rinascevano moderni con l'Olimpiade di Atene. Chi
ha cercato di incrinare il fascino di questo appuntamento si è dovuto
ravvedere per adeguarsi alle regole della Roubaix, che poi sono le leggi
del ciclismo: fatica abnorme, rischio calcolato, sofferenza al confine
col masochismo, ablità nel manovrare la bici, fortuna da guadagnarsi
su ogni mattonella e lungo ogni corridoio strappato alla campagna ed alla
gente che invade il teatro di gara. Siamo nel regno del coraggio. [...]
Ma è sopratutto Ballerini l'uomo di oggi. Qui ha sofferto
e ha gioito. Qui ha esaltato le doti di fondista capace di spingere una
pedivella con un piede e di tirare l'altra in modo che la catena sia sempre
in tensione per trasmettere ai copertoncini la forza brutale, che rimane
l'arma migliore per domare le pietre del sentiero per la gloria sportiva.
Qui, nel '93, ha pianto quando Duclos-Lassalle, ormai incartapecorito lo
infilzò in volata. Qui si è ripreso il tempo perduto, laureandosi
nel '95 erede italiano di Moser: diede un'accellerata su pavè di
Templeve e danzò regalmente per tutti i 35 chilometri che lo separavano
dalla meta. Qui si è ripetuto nel '98, rilanciando dalle parti di
Orchies l'azione del gruppo quando la fuga di Dierckxesns cominciava a
farsi preoccupante, annullò sette minuti e mezzo di handicap, piombò
sugli avversari e li buttò giù dal ring. [...] E qui, col
13° assalto, chiude la carriera sui 47,3 chilometri di pavè.
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