![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
![]() |
La Gazzetta dello Sport [Domenica 8 Aprile 2001]
Bruges (Bel) - Prima il sole. Poi il vento. Quindi
la pioggia. Oggi chissà. Siamo nelle Fiandre, ad un passo dall'Atlantico,
e il clima può variare da un momento all'altro, così come
la carica agonistica degli uomini più attesi, che ovviamente sono
i fiamminghi e coloro che per affinità elettiva, vocazione o esperienza
più si avvicinano ai profeti dei muri. [...]
All'85° edizione, il fascino è quello di sempre, come
i sapori di aringa e di cipolla che si intrecciano, si confondono, si alzano
sui sentieri di campagna, spesso d'asfalto e qualche volta di pietra levigata
dal tempo, dalle ruote dei carri dei contadini, dai copertoncini dei corridori:
anguste vie per la fatica quotidiana e per la gloria sportiva, che verranno
prese d'assalto dalla gente anche in caso di pioggia che quando fa freddo
scende in ghiaccioli.
Con le emozioni a Bruges e dintorni, si moltiplicano i poclami di
battaglia, le ambizioni dei più collaudati. Una sola costante univa
tutto ciò: la curiosità di sapere se l'inizio del nuovo millennio
coinciderà con il cambio generazionale. I pretendenti al Fiandre
2001, più che velocisti, passisti o fondisti, sono scindibili in
"vecchietti terribili" over 30 (sino ad arrivare alle 38 primavere del
grintoso, magrissimo Tchmil) e in "giovani rampanti". Da una parte salendo
di primavere, ci sono Bartoli, Zabel, Weseman, Planckaert, Van Petegem,
Zanette, Zanini, Tafi, Museeuw, Sørensen, Ballerini, Dierckxsens
e Tchmil. Sull'altro fronte ci sono, sempre in ordine crescente di età,
Klemencic, Balducci, Hauptman, Pieri, Hincapie, Bettini, Celestino, Colombo,
Serpellini, Vainsteins, Mattan, Zberg e Dekker. Il braccio di ferro si
annuncia estenuante.
Scopriremo il nuovo eroe a Meerbeke, in capo a 269 chilometri e
16 muri che quest'anno sono divisi in due tranche nette: le prime quattro
"pareti" sono condensate in 40 chilometri, le altre 12 (ben più
decisive) nei 67 chilometri che vanno dal Kluisberg al Bosberg. Da qui,
alla meta, mancano 13 chilometri. In tutto i chilometri di salita sono
14,2 con 4,875 di pavè. Considerando anche la pianura, i corridori
dovranno danzare sulle pietre complessivamente per 19 chilometri: meno
della metà che alla Roubaix. Il dislivello sarà di 889 metri,
un terzo del Lombardia che resta l'appuntamento in linea più montagnoso.
Per ulteriori informazioni visitate i seguenti siti: