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ML
Come Apollo e Diana nell'ampolla, per mezzo di Nettuno, così il Sole spirituale invita alla necessaria congiunzione
gli opposti: Materia e Spirito, Forza e Grazia, Dedizione ed Intuizione, Ragione e Natura, Sole e Luna (principio maschile e femminile).
Gli angeli che nella prima tavola svegliavano il dormiente, ora reggono un vaso
chiuso, il vaso dei filosofi, nel quale vediamo Poseidone, il dio del mare
con il tridente in mano, che protegge i suoi figlioli, Apollo (il sole), e
Artemide (la luna), raffigurati bambini.
Il vaso in cui sono racchiusi rappresenta il grembo materno, da cui nascerà una
nuova vita. Le polarità contrapposte del sole e della luna si uniscono per creare
un figlio, il mercurio dei filosofi. Poseidone rappresenta le acque primordiali,
da cui la vita si genera ancora in modo indifferenziato; incarna le forze di una
natura vaga e incerta, alla ricerca di una configurazione stabile e duratura.
E' seduto su uno spuntone di roccia che rappresenta l'isola di Delo. Secondo la
mitologia fu Poseidone a fare emergere quest'isola dai flutti, perché Leto vi si
rifugiasse, sfuggisse così alla vendetta di Era, e potesse partorire i gemelli
Apollo e Artemide.
L'isola che emerge dalle acque primigenie è essa stessa immagine della prima
materia, sulla quale i principi opposti possono dare inizio all'Opera. Indica
un momento di pace nel caos dell'universo, un porto sicuro ove riposare la coscienza.
Nel piano inferiore vediamo invece due alchimisti, ancora uomo e donna a
simboleggiare le polarità opposte, e al tempo stesso la portata universale
dell'operazione alchemica. Stanno ai lati del forno, in cui c'è l'alambicco
riscaldato da una fiammella. L'uomo è l'artifex, la donna è la soror mystica;
collaborano alla realizzazione della pietra filosofale, l'oro degli alchimisti.
Sono inginocchiati per ricevere la benedizione di Dio, perché l'Opera non può riuscire
senza il suo assenso. L'alchimista, infatti, era perfettamente consapevole della
disperazione, del male e dell'abisso che lo circondava. Perciò una fede profonda e
la preghiera instancabile gli erano indispensabili.
Tav. 3