Segreti

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E'metą Luglio, le lezioni sono finite da un pezzo e anche gli esami ormai sono in dirittura d'arrivo.
Fa caldo e alle due di pomeriggio fa ancora pił caldo...
Entro in un aula per trovare un po' di frescura. E' deserta tranne per una tipa seduta in prima fila che studia, non alza neanche la testa quando entro. Io mi siedo in fondo, in alto in faccia alla porta, cosi' da poter vedere se entra qualcuno. In quel momento avevo gia' deciso cosa avrei fatto nei prossimi minuti?
Non a livello conscio forse, ma il mio corpo aveva gia' deciso.
Indossavo una maglietta a maniche corte, molto aderente e una gonna a fiori, leggera ampia fresca e lunga fino al ginocchio.
Cosa mi prende? non lo so, non so cosa sto facendo, so solo che senza accorgermene mi sto accarezzando un seno attraverso la maglietta. Ne sento la pienezza e la consistenza... i capezzoli sono diventati duri e sensibili, allargo, quasi inconsapevolmente un po' le gambe. Infilo una mano attraverso la scollatura, mi bagno le dita di saliva e accarezzo i capezzoli, col dito ci giro attorno ci gioco, li pizzico. Mi fermo, potrebbe entrare qualcuno, la ragazza in basso alzare la testa e certo desterei qualche sospetto. Assumo una posa composta, ma sotto il banco le mie mani cominciano a lavorare frenetiche.
Sono partita, ogni pudore perso, l'unica cosa che guida i miei gesti e' l'eccitazione: mi sto bagnando in mezzo le gambe, le mutandine sono zuppe. Mi fermo solo un'attimo, il tempo di trattenere il respiro: cosa sto facendo?
Se arriva qualcuno?
Se qualcuno mi scopre?
Ma questo invece che fermarmi mi fa eccitare ancora di piu': sollevo la gonna alla vita... una meravigliosa sensazione di liberta' e freschezza: allargo le gambe nude, accarezzo l'interno coscia.
La mano si posa sulle mutandine, mi accarezzo la figa attraverso la stoffa, e' una scossa di piacere che quasi mi fa piegare sul banco. le dita seguono le curve delle labbra, sono depilata come sempre prima dell'estate, mentre il palmo sfrega il clito.
E' li' che il piacere si accumula in una piccolo concetrato di pelle e terminazioni nervose sembra concentrarsi la mia vita in quel momento. Mi conficco i denti nelle labbra per non gemere di piacere. mi devo controllare. infilo due dita nell'elastico delle mutandine in vita e le sfilo via, sollevo appena il bacino e le faccio scivolare alle caviglie. Allargo ancora le gambe ma adesso gli slip mi "legano" le caviglie. Me ne sbarazzo e li metto nello zaino.
Ora allargo completamente le cosce, appoggio una gamba sul sedile accanto, con la destra mi sgrilletto mentre la sinistra affonda due dita dentro, le muovo in tutte le direzioni, mi riempiono. Cominciano a tremarmi le gambe, voglio muoverle, tendere i piedi, distendere le dita per far scorrere il piacer dentro di me.
Si.. mi piace da morire, sento l'orgasmo montare dentro, il sangue mi pulsa nelle orecchie... chiudo gli occhi un secondo, mille immagini suoni sensazioni mi attraversano, vorrei gemere, gridare, chiamare la ragazza la' in fondo, farle vedere cosa sto facendo, vorrei dirle toccami! vorrei che fosse un ragazzo a muoversi dentro di me, vorrei farlo sulla cattedra, in mezzo all'aula gremita di gente, davanti a tutti, carponi con la gonna sollevata mostrare loro il mio culo e le mie gambe oscenamente spalancate mentre mi do piacere con le dita. Le dita, le dita luccicano dei miei umori, tendo il bacino in avanti, solo un poco per non farmi vedere, e mentre con una mano mi sditalino l'altra scende verso il mio sederino.
Il dito e' bagnatissimo e quando lo avvicino al buchino scivola subito dentro... non ce la faccio piu'... e' un corto circuito... le sento muoversi davanti e dietro, divise appena da una sottile parete di carne. "siii...vengo", l'orgasmo mi travolge, esplodo muta e silenziosa, appena un gemito soffocato.
Stravolta mi piego sul banco, sto ferma cosi' qualche minuto, le mani ancora tra le gambe dove sono tutta impiastricciata del mio miele. Quasi stordita mi godo il piacere scorrermi in corpo. Mi risveglio e aggiustandomi un po', ma senza rinfilarmi le mutandine, mi alzo.
Sono traballante, non riesco quasi a stare in piedi. Esco incerta mentre, passandole davanti sorrido alla ragazza, ignara del piacere che mi sono data.
E' bellissimo camminare in mezzo alla gente ignara, senza mutandine e con le gambe ancora tremanti per l'orgasmo.
Mi accorgo appena in tempo di un filo di bava che ancora mi cola tra le coscie: con un gesto discreto mi asciugo sulla gonna.
Mi sa che lo rifaro'...

Elena

 
 

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